I “NUOVI CATTOLICI” IN CERCA DI
UN FUTURO
Per esistere e resistere in un mondo grande e
complesso, oggi più che mai abbiamo bisogno di un’Europa unita. Senza unità i
popoli europei rischiano di uscire dalla storia, di diventare insignificanti
Per esistere e resistere in un mondo grande e complesso, oggi più che mai abbiamo bisogno di un’Europa unita. Senza unità i popoli europei rischiano di uscire dalla storia, di diventare insignificanti.
i nuovi europei |
I
"padri" dell’Europa, dopo aver vissuto la tragedia della guerra,
considerarono l’unione una necessità, un destino storico, per uscire dalla
maledizione del conflitto che ancora una volta aveva incendiato il mondo. Dal
ripudio della guerra nacque il sogno dell’unità. Nazioni diverse per storia,
eredità e cultura, impararono a condividere un patrimonio comune, fatto di
valori e di interessi condivisi. Tale scelta si impone oggi ancora una volta.
Dopo decenni di benessere e stabilità, il futuro appare incerto. Negli inquieti
animi degli europei si fa largo una pericolosa tendenza al localismo, alla
frammentazione, a rinchiudersi nei confini nazionali. La reazione della
maggioranza è di preoccupazione, paura, diffidenza e pessimismo. C’è paura
perché ci si sente espropriati in un mondo troppo grande. C’è timore che
qualcuno voglia imporci modelli di vita diversi o addirittura sostituirsi a
noi. C’è disaffezione nei confronti di istituzioni europee che appaiono lontane
e sorde.
Ma non
illudiamoci: il nostro mondo locale, non può durare a lungo senza Europa.
Navigare nella storia globale disuniti è un pericoloso abbaglio. Se non ci sarà
una vera unità europea, non ci saranno Paesi europei nel mondo. Per dominare la
globalizzazione che rischia di rendere irrilevanti i nostri valori, il nostro
modello sociale e i nostri stessi Paesi, occorre un soprassalto di unità.
Ecco perché
è necessario un nuovo slancio che impegni tutti gli italiani di buona volontà
in una grande opera collettiva sostenuta dalla visione positiva di ciò che può rappresentare
l’Europa nel mondo di oggi e domani. Occorre pensare a un nuovo modo di essere
nella storia del mondo con nuove idee e nuova creatività. L’Unione Europea deve
cessare di essere soltanto un sistema di alleanze o una coalizione di
interessi, per diventare una comunità di destini, a partire dai temi unificanti
della crescita, del lavoro, della centralità della persona, della tutela della
famiglia, della solidarietà, della lotta alla povertà e per la riduzione delle
diseguaglianze sociali. Come italiani dobbiamo avere il coraggio di scrutare in
noi stessi e di uscire dalle nostre paure e rassegnazioni. Siamo ormai più
europei di quanto ne abbiamo consapevolezza. Siamo impastati di Europa. Le
istituzioni europee contano molto nei vari Paesi. Il tessuto umano e culturale
in cui viviamo, è già europeo. I giovani si muovono in modo europeo. Ogni
impresa di valore sul continente, si confronta con lo scenario europeo. Occorre
averlo chiaro.
Anche le
istituzioni europee non possono vivere per sé stesse, preoccupate solo dalla
loro sopravvivenza. La prospettiva non può essere solo la vittoria della
propria parte contro le altre. Non ci si salva da soli, presi da interessi
materiali immediati. Occorre guardare più lontano. A forza di vivere per sé, un
uomo e una donna muoiono; a forza di vivere per sé si spegne anche una nazione,
deperisce una comunità. L’Europa ha senso solo nel proporre al mondo un modello
del vivere insieme e di vivere per gli altri. Malgrado i suoi errori e le sue
debolezze, l’Europa ha tanto da dare al mondo: il suo umanesimo, la sua forza
ragionevole, la sua capacità di dialogo, le sue risorse, il suo modello
sociale, il suo diritto, la sua cultura.
I Cattolici che hannio fatto l'Europa |
Nelle sue
diversità, che nel tempo si compongono, l’Europa realizza la civiltà del vivere
insieme, quella civiltà che manca al mondo ed è la risposta sia alla
globalizzazione omogeneizzante sia alle pericolose reazioni identitarie,
estremiste o radicalizzate. Il suo modello sociale è un’alternativa a
un’economia disumana, basata solo sull’interesse immediato e predatorio.
L’Europa può dare risposte all’Africa abbandonata che cerca partner sinceri;
può difendere la democrazia ove essa è minacciata; far da argine al terrorismo,
al fanatismo e al fondamentalismo. Oggi, a Roma, tutti insieme, vogliamo dare
voce a questa pressante esigenza, un appello rivolto a tutti i nostri
concittadini.
Roberto Rossini, Presidente
nazionale Acli
Matteo Truffelli, Presidente nazionale Azione Cattolica
Matteo Truffelli, Presidente nazionale Azione Cattolica
Marco Impagliazzo, Presidente
Comunità Sant’Egidio
Maurizio Gardini, Presidente
Confcooperative
Giuseppe Gallo, Presidente
della Fondazione Ezio Tarantelli della Cisl
Nicola Antonetti, Presidente
della Fondazione Luigi Sturzo
Gabriella Serra e Pietro Giorcelli, Presidenti
Fuci
30 NQVEMBRE 2018
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