CALCIO SI',
SCUOLA NO: UNA INTERPRETAZIONE PSICANALITICA
Non han nemmeno provato a riprendere
la scuola per qualche giorno (come han fatto invece in altri Paesi). Calcio sì,
ristoranti sì, imprese sì, spiagge sì, scuola no... Oramai è caldo e… amen…
La ragione però del mancato rientro
dei ragazzi in classe, almeno per qualche settimana, sperimentando protocolli
di sicurezza ai quali tutti ci siamo sottoposti, è inconscia, inconsapevole e
grave (mai verrà ammessa).
C’è ovviamente un alibi che gli evita
l’esame di coscienza: il virus circola ancora.
Ma il mancato rilancio scolastico non
è in realtà dovuto al virus: una classe
politica e un governo che nella stragrande maggioranza sono arrivati dove sono,
al “potere”, con incredibili scorciatoie e accelerazioni, senza troppa o alcuna
fatica formativa, temo non possano, nel subconscio, sotto sotto, che ritenere
superflua, accidentale, secondaria e zavorrante la scuola (e quindi
diamogliela su, promuoviamo tutti ecc. ecc. ecc.).
(Se penso a chi rappresenta
all’estero l’Italia oscillo tra isteria e depressione).
Aggiungiamoci – e non è secondario –
l’elevata sindacalizzazione del mondo scolastico statale ed eccovi il
drammatico, inconscio e difficilmente estirpabile “perché” la scuola è rimasta
indietro.
Gli spot tardivi degli ultimi giorni
sono pannicelli. Evasioni. Gravidanze isteriche. Caos.
di GIANNI
VARANI