ABBATTONO STATUE E SONO IL MONUMENTO DELL'IGNORANZA
Statua di Cristoforo Colombo abbattuta a Minneapolis |
(…) La rimozione di statue definite
«razziste» non è riprova di onestà intellettuale ma di stupidità strumentale: un’indignazione che scaturisce dall’incapacità di
mediare e di elaborare le informazioni culturali, e si manifesta con
un’iconoclastia virulenta che non ha risparmiato né la regina Vittoria, che ha
gettato una rete genetica sui troni di mezza Europa dando il suo nome a un’età
della storia, né Winston Churchill, che ha salvato tutta l’Europa dal mostro
nazista. All’improvviso sono diventati di due spregevoli «razzisti». Con buona
pace dei sepolcri imbiancati che protestano, manifestano, marciano, e vogliono
cambiare il mondo con slogan “quattro stagioni” e con fiaccole per illuminare
l’oscurantismo degli altri. Non piace, certamente, ma la storia è fatta di
atrocità, dalla notte dei tempi e sarà così fino al crepuscolo dell’umanità,
nonostante i tentativi di ammorbidire gli scontri dettando regole come
fossero bon ton.
Bristol: statua di Edward Colson gettata nell'Avon |
(…) Il tanto ambito Premio
Nobel è stato istituito da un inventore e
industriale arricchitosi a dismisura con la dinamite e con la produzione di
armamenti. Nessuno chiede di abolire il premio istituito da Alfred Nobel? Gli
scienziati che tracciarono la strada per costruire gli ordigni sganciati su
Hiroshima e Nagasaki giusto nell’estate di 75 anni fa, sono fari del sapere
universale, a partire dal nostro Enrico Fermi. Aspettiamo adesso in Italia che
qualcuno abbia la brillante idea di cancellare le vie a essi dedicate; oppure
che bruci i libri col De bello gallico di quel razzista sterminatore,
deportatore e genocida che fu Giulio Cesare; o che rimuova le insegne e i
cartelli da vie e piazze intitolate a quel nazista ante litteram di Nino Bixio
che fucilava come un SS qualunque i civili innocenti, o quei generali del
Risorgimento che torturavano e uccidevano i briganti portandone la testa su una
picca come trofeo, e i cui soldati incendiavano, distruggevano e stupravano.
LA DOPPIA MORALE DEI MANIFESTANTI DELL'ANTI-RAZZISMO
(…) La morale doppia è propria degli uomini e delle religioni, basta
prenderne atto, senza troppe ipocrisie.
George Washington, il padre degli Stati Uniti delle libertà e della
costituzione, aveva 450 schiavi nei suoi latifondi in Virginia. Non è che a
qualcuno nel nome di George Floyd, vittima e icona suo malgrado, viene in mente
di bruciare un’altra volta Washington (la città fu data alle fiamme dagli
inglesi nel 1814) e di rovesciare le statue del generale perché razzista,
fascista e schiavista? La stessa doppia morale che alberga in una certa parte
dell’opinione pubblica che l'ha adottata come una bandiera di cui mostra una
sola faccia, muovendo appunto queste accuse ai cattivoni dell’altra parte,
quelli che ce l’avrebbero con i buoni, bravi e tolleranti islamici africani che
cercano una speranza di vita migliore nella cattivissima Europa razzista,
fascista e schiavista: proprio nel Vecchio continente che dovrebbe invece farsi
perdonare il colonialismo e la tratta degli schiavi durata 4 secoli, aprendosi
all’accoglienza e alla solidarietà. Solo che la tratta degli schiavi neri è durata 13 secoli,
poiché è cominciata su scala “organizzata” nel VII secolo dagli arabi
nordafricani a spese di quelli subsahariani. Una storia di orrori in cui
l’elemento identitario era strettamente connesso a quello religioso. L’Islam è
razzista, e c’è poco da cercare eufemismi: lo è come carattere ad excludendum,
cioè intollerante, sia per i neri sia per gli infedeli. La parola araba «abd»,
al singolare significa schiavo e al plurale, «abeed», significa neri. Se due
più due fa ancora quattro si comprende come la depredazione schiavistica del
sud del Nilo non sia neppure un’invenzione dei bianchi.
(…)Mai nessun movimento in Occidente è sceso in piazza per questo o
per la violenze negli Stati islamici, perché forse il ricchissimo Donald
Trump è meno simpatico dei ricchissimi discendenti dei beduini o forse perché i neri d’America sono più
simpatici di quelli d’Africa e per loro è facile manifestare senza che ti
sparino addosso o ti taglino la testa. Per gli smemorati di Collegno sempre
pronti a scendere in piazza per questo e per quello, ma non per un principio
che vale di qua e di là, va ricordato che le cattivissime razziste e fasciste
potenze coloniali che dovrebbero secondo alcuni espiare tutte le colpe
dell’umanità sul Continente nero (che ha invece i principali carnefici tra chi
governa quelle nazioni), con l’egida della Società delle Nazioni si impegnarono
a reprimere la tratta degli schiavi nei Paesi da essi in qualche modo controllati.
Fu la Francia, nel 1920, a impedire l’ultimo mercato degli schiavi in Marocco,
mentre l’ultima carovana negriera venne fermata nel 1929 in Libia, allora
nominalmente italiana. La presa di coscienza era tutta occidentale. E tale
resta ancora oggi, per quanto degeneri nell’imbrattare una statua di Churchill
come «razzista».
ATTENZIONE AL MANICHEISMO DEI PARAOCCHI
(…)Attenzione, quindi, perché la sorpresa
del manicheismo col paraocchi e dei
luoghi comuni è dietro l’angolo: un uomo vegetariano per non veder soffrire
neppure un’aragosta gettata nell’acqua bollente, gentilissimo con le donne,
dolce con i bambini e amante degli animali, astemio e non fumatore, non è un
campione di virtù, come sembrerebbe. Questo è il ritratto di Adolf Hitler.
MARCO PATRICELLI
LIST
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