domenica 7 febbraio 2021

AUGUSTO DEL NOCE: IL COMPITO DEI CATTOLICI E’ DIFENDERE LA LORO TRADIZIONE

Una intervista sulla libertà religiosa, che potremmo definire profetica, al filosofo italiano Augusto Del Noce, apparsa sul numero di dicembre 1987 di Litterae Communionis.

D. Professore, quali sono, secondo lei, i maggiori ostacoli alla realizzazione della libertà religiosa in Occidente? In che senso è il fondamento di una pace duratura?


Del Noce: La prima libertà, e precondizione di tutte le altre, è la libertà religiosa perché si basa sul principio che la vita può essere accolta solo come verità. Pertanto, verità e libertà sono termini correlati e il primato della verità è il fondamento della libertà. Comprenderlo è estremamente importante, perché porta a una conclusione che le persone spesso (per non dire in generale) non riescono a riconoscere: chi separa la libertà dalla religione deve cadere nel permissivismo, che ritengo possa essere adeguatamente definito proprio come libertà dalla religione. Il permissivismo è la deformazione anarchica, e nel peggiore dei casi satanica, della libertà che prevale oggi in Occidente.

Il permissivismo, che è l’atteggiamento che deriva dalla concezione che separa e oppone a vicenda libertà e religione, è anche la negazione dell’idea di pace. È vero che la tesi opposta, che lega insieme [lo] spirito di pace e libertà istintiva, è stata diffusa negli ultimi anni e ancora oggi continua ad ispirare, almeno in larga misura, l’ideologia dei partiti Verdi. Ma questa tesi è del tutto priva di fondamento. Il permissivismo esclude l’idea di moralità, e in questo senso è una prova indiretta del legame necessario tra moralità e religione. L’idea di moralità è legata all’idea di sacrificio, e quest’ultima è legata alla distinzione tra una parte superiore e una parte inferiore dell’anima, almeno a partire da Platone.

Il rifiuto permissivista della moralità porta al puro ego-centrismo, alla realizzazione dell’homo homini lupus (“l’uomo è lupo per l’uomo”, ndr) , del bellum omnium contra omnes (“la guerra di tutti contro tutti”, ndr) . Non è un caso che oggi, tra tutti i classici della politica, Hobbes sia il più di moda. È vero che oggi c’è anche il più imponente di tutti i Leviatani, la bomba atomica. Ma se è bastato, e probabilmente sarà sufficiente, a prevenire una guerra mondiale, non è affatto vero che lo spirito di pace è aumentato. Basti pensare a tante guerre locali, o all’indifferenza dei paesi ricchi (Italia compresa, oggi) verso i milioni di persone che muoiono di fame, a causa di politiche economiche che rientrano anche nella categoria generale della guerra.

Il fenomeno del permissivismo – che, se considerato in profondità, non ha precedenti storici, almeno in termini di quanto sia diffuso – chiarisce (e questo è un argomento che va studiato con attenzione) il nesso tra libertà e religione, e viceversa cosa succede quando vengono separati.

D. Le società occidentali rispettano formalmente la libertà religiosa. Tuttavia, la mentalità comune sembra essere determinata dal secolarismo, vale a dire la concezione che vede Dio come irrilevante nel campo concreto degli interessi umani quotidiani. In che senso questa mentalità costituisce una minaccia alla libertà religiosa?

Del Noce: Ho spesso sottolineato la differenza qualitativa, che si manifesta anche nel comportamento e nel linguaggio, tra il secolarismo occidentale del passato (e nemmeno un passato molto remoto) e il secolarismo di oggi. Non mi piace ripetermi, ma il punto è troppo importante per non insistere.

La caratteristica comune dei due secolarismi è il confinamento della religione alla sfera privata, pur professando il riconoscimento legale della libertà religiosa. Tuttavia, il vecchio secolarismo parlava di una morale comune condivisa da persone cattoliche e laiche; la laicità di oggi parla di valori comuni. Sembra una questione puramente terminologica, ma non lo è. “Morale” è una parola che evoca le idee di obbligatorietà e dovere, di accettare qualche sacrificio, di rinunciare all’ego-centrismo; al contrario, “valore” è ciò che è strumentale per la mia realizzazione. È un termine che è arrivato all’etica passando per l’economia, e che mantiene ancora un riferimento utilitaristico.

Tutto cambia quando la verità viene sostituita dai valori. È difficile che i “valori” non abbiano i caratteri della molteplicità e della soggettività. Ciò che “ha valore” per la mia realizzazione tende a sostituire il “vero” e il “buono” e il loro carattere obbligatorio. Il carattere della religione come “verità” è in qualche modo dimenticato rispetto al suo carattere di essere “vitalizzante”. Tutti sono liberi di ricorrere a tale vitalizzatore. Sembra che nessuno parli più contro la religione. A differenza che nell’Est [Europa, dove c’era la dittatura comunista,ndr], nei paesi occidentali la religione è oggetto di benevola tolleranza.

Questo apparente rispetto non deve ingannarci; l’atteggiamento del secolarismo di oggi è più pericoloso di un aperto kulturkampf  (battaglia culturale). Ne differisce sotto questo aspetto: la religione è destinata a estinguersi; facciamo una lenta eutanasia; in un quarto di secolo la Chiesa cattolica sarà ridotta alle dimensioni di una setta essenzialmente innocua.

I potenti del passato pensavano che la religione fosse un bene per la gente comune; era il loro “oppio”. Nell’attuale epoca del consumismo, questa funzione è stata assunta dal libertinismo, che in epoche passate era appannaggio di alcune classi sociali privilegiate. Se guardiamo da vicino, la diffusione della pornografia non ha altre motivazioni, e questo spiega perché è protetta. In effetti, già a Sorel possiamo trovare indizi su questo nuovo tipo di “oppio del popolo”.

Permeare la vita quotidiana è sempre stato essenziale per la religione. Direi che riaffermare questo non è mai stato così importante come oggi, quando molti cattolici non solo lo dimenticano, ma affermano per principio la piena autonomia della politica e di tutte le altre attività mondane.

D. La cultura dominante in Occidente sembra aver minato le fondamenta stesse della vita religiosa: il senso religioso. Quali sono i fattori di questo fenomeno?

Del Noce: Il diciannovesimo secolo e la prima metà del nostro secolo (il ventesimo, ndr) avevano cercato di sostituire le religioni trascendenti, compresa la più importante, il cattolicesimo, con religioni secolari: la religione dell’Umanità, della Libertà. L’esempio più importante di surrogato della religione è stato il marxismo, ma anche, a modo loro, fascismo e nazismo.

La grande novità, sviluppatasi già in quegli anni e poi esplosa nei decenni successivi, è stata l’abbandono secolare della “religione surrogata”. In quale modo? La rivelazione religiosa è la risposta a una domanda che sorge nel cuore dell’uomo. Lo sforzo del secolarismo di oggi non è più quello di lottare contro la risposta, ma di eliminare le domande. Ad esempio, se in riferimento al marxismo aveva ancora senso parlare di gnosi secolarizzata, quello che oggi è diffuso è l’agnosticismo scientista.

D. Quali sono le responsabilità della Chiesa cattolica nel processo di scristianizzazione della società? In che modo è possibile un ritorno?

Del Noce: Il punto cruciale è il seguente: negli anni successivi al Concilio, le posizioni moderniste che erano già apparse all’inizio del secolo, e che a quel tempo erano state condannate (vediamo ora la verità dell’atteggiamento assunto dalla Chiesa), sono riemersi in una forma che spinge il loro sviluppo. La frase alla moda negli anni Sessanta era l’“apertura della Chiesa al mondo”, cioè l’accoglienza della storia moderna e contemporanea marxista o laicista; e questo proprio quando il marxismo e il secolarismo avevano già mostrato il loro carattere di crisi, che si è manifestato pienamente negli anni che stiamo vivendo – almeno idealmente, perché a livello pratico le reti di interessi che la laicità può mobilitare sono enormi. Per quanto riguarda le modalità di ritorno, non c’è altra risposta se non che il compito dei cattolici può essere solo quello di scavare a fondo nella loro tradizione ideale, e di renderne visibili ed esplicite le sue virtualità; e non di cercare di adattarsi a posizioni che si presentano come opposte a loro, anche se queste posizioni sono attraenti per il loro gusto di modernità.

L’esperienza della modernizzazione è già avvenuta e ne abbiamo visti i risultati.

Augusto Del Noce (1910-1989) è stato un illustre filosofo, pensatore politico e intellettuale pubblico. 

 

 

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