Una intervista sulla libertà religiosa, che potremmo definire profetica, al filosofo italiano Augusto Del Noce, apparsa sul numero di dicembre 1987 di Litterae Communionis.
D. Professore, quali sono, secondo lei, i maggiori ostacoli alla realizzazione della libertà religiosa in Occidente? In che senso è il fondamento di una pace duratura?
Del Noce: La prima libertà, e precondizione di tutte le altre, è la libertà
religiosa perché si basa sul principio che la vita può essere accolta solo come
verità. Pertanto, verità e libertà sono termini correlati e il primato
della verità è il fondamento della libertà. Comprenderlo è estremamente
importante, perché porta a una conclusione che le persone spesso (per non dire
in generale) non riescono a riconoscere: chi separa la libertà dalla religione
deve cadere nel permissivismo, che ritengo possa essere adeguatamente definito
proprio come libertà dalla religione. Il
permissivismo è la deformazione anarchica, e nel peggiore dei casi satanica,
della libertà che prevale oggi in Occidente.
Il permissivismo, che
è l’atteggiamento che deriva dalla concezione che separa e oppone a vicenda
libertà e religione, è anche la negazione dell’idea di pace. È vero che la tesi
opposta, che lega insieme [lo] spirito di pace e libertà istintiva, è stata
diffusa negli ultimi anni e ancora oggi continua ad ispirare, almeno in larga misura,
l’ideologia dei partiti Verdi. Ma questa tesi è del tutto priva di fondamento.
Il permissivismo esclude l’idea di moralità, e in questo senso è una prova
indiretta del legame necessario tra moralità e religione. L’idea di moralità è
legata all’idea di sacrificio, e quest’ultima è legata alla distinzione tra una
parte superiore e una parte inferiore dell’anima, almeno a partire da Platone.
Il rifiuto
permissivista della moralità porta al puro ego-centrismo, alla
realizzazione dell’homo homini lupus (“l’uomo è lupo per l’uomo”, ndr) ,
del bellum omnium contra omnes (“la guerra di tutti contro tutti”, ndr) .
Non è un caso che oggi, tra tutti i classici della politica, Hobbes sia il più
di moda. È vero che oggi c’è anche il più imponente di tutti i Leviatani, la
bomba atomica. Ma se è bastato, e probabilmente sarà sufficiente, a prevenire
una guerra mondiale, non è affatto vero che lo spirito di pace è aumentato.
Basti pensare a tante guerre locali, o all’indifferenza dei paesi ricchi
(Italia compresa, oggi) verso i milioni di persone che muoiono di fame, a causa
di politiche economiche che rientrano anche nella categoria generale della
guerra.
Il fenomeno del
permissivismo – che, se considerato in profondità, non ha precedenti storici,
almeno in termini di quanto sia diffuso – chiarisce (e questo è un argomento
che va studiato con attenzione) il nesso tra libertà e religione, e viceversa
cosa succede quando vengono separati.
D. Le società
occidentali rispettano formalmente la libertà religiosa. Tuttavia, la mentalità
comune sembra essere determinata dal secolarismo, vale a dire la concezione che
vede Dio come irrilevante nel campo concreto degli interessi umani quotidiani.
In che senso questa mentalità costituisce una minaccia alla libertà religiosa?
Del Noce: Ho spesso sottolineato la
differenza qualitativa, che si manifesta anche nel comportamento e nel
linguaggio, tra il secolarismo
occidentale del passato (e nemmeno un passato molto remoto) e il secolarismo di
oggi. Non mi piace ripetermi, ma il punto è troppo importante per non
insistere.
La caratteristica
comune dei due secolarismi è il confinamento della religione alla sfera
privata, pur professando il riconoscimento legale della libertà religiosa. Tuttavia, il vecchio secolarismo parlava di
una morale comune condivisa da persone cattoliche e laiche; la laicità di oggi
parla di valori comuni. Sembra una questione puramente terminologica, ma
non lo è. “Morale” è una parola che
evoca le idee di obbligatorietà e dovere, di accettare qualche sacrificio, di
rinunciare all’ego-centrismo; al contrario, “valore” è ciò che è strumentale per la mia realizzazione. È un
termine che è arrivato all’etica passando per l’economia, e che mantiene ancora
un riferimento utilitaristico.
Tutto cambia quando la verità viene sostituita
dai valori. È difficile che i
“valori” non abbiano i caratteri della molteplicità e della soggettività. Ciò
che “ha valore” per la mia realizzazione tende
a sostituire il “vero” e il “buono” e il loro carattere obbligatorio. Il
carattere della religione come “verità” è in qualche modo dimenticato rispetto
al suo carattere di essere “vitalizzante”. Tutti sono liberi di ricorrere a
tale vitalizzatore. Sembra che nessuno parli più contro la religione. A
differenza che nell’Est [Europa, dove c’era la dittatura comunista,ndr], nei
paesi occidentali la religione è oggetto di benevola tolleranza.
Questo apparente
rispetto non deve ingannarci; l’atteggiamento del secolarismo di oggi è più
pericoloso di un aperto kulturkampf (battaglia
culturale). Ne differisce sotto questo aspetto: la religione è
destinata a estinguersi; facciamo una lenta eutanasia; in un quarto di secolo
la Chiesa cattolica sarà ridotta alle dimensioni di una setta essenzialmente
innocua.
I potenti del passato
pensavano che la religione fosse un bene per la gente comune; era il loro
“oppio”. Nell’attuale epoca del
consumismo, questa funzione è stata assunta dal libertinismo, che in epoche
passate era appannaggio di alcune classi sociali privilegiate. Se guardiamo da
vicino, la diffusione della pornografia non ha altre motivazioni, e questo
spiega perché è protetta. In effetti, già a Sorel possiamo trovare indizi su
questo nuovo tipo di “oppio del popolo”.
Permeare la vita
quotidiana è sempre stato essenziale per la religione. Direi che riaffermare
questo non è mai stato così importante come oggi, quando molti cattolici non
solo lo dimenticano, ma affermano per principio la piena autonomia della
politica e di tutte le altre attività mondane.
D. La cultura
dominante in Occidente sembra aver minato le fondamenta stesse della vita
religiosa: il senso religioso. Quali sono i fattori di questo fenomeno?
Del Noce: Il diciannovesimo secolo e la
prima metà del nostro secolo (il ventesimo, ndr) avevano cercato di sostituire
le religioni trascendenti, compresa la più importante, il cattolicesimo, con religioni secolari: la religione
dell’Umanità, della Libertà. L’esempio più importante di surrogato della
religione è stato il marxismo, ma anche, a modo loro, fascismo e nazismo.
La grande novità,
sviluppatasi già in quegli anni e poi esplosa nei decenni successivi, è stata
l’abbandono secolare della “religione surrogata”. In quale modo? La rivelazione
religiosa è la risposta a una domanda che sorge nel cuore dell’uomo. Lo sforzo del secolarismo di oggi non è più
quello di lottare contro la risposta, ma di eliminare le domande. Ad
esempio, se in riferimento al marxismo aveva ancora senso parlare di gnosi
secolarizzata, quello che oggi è diffuso è l’agnosticismo scientista.
D. Quali sono le
responsabilità della Chiesa cattolica nel processo di scristianizzazione della
società? In che modo è possibile un ritorno?
Del Noce: Il punto cruciale è il seguente: negli
anni successivi al Concilio, le posizioni moderniste che erano già apparse
all’inizio del secolo, e che a quel tempo erano state condannate (vediamo ora
la verità dell’atteggiamento assunto dalla Chiesa), sono riemersi in una forma
che spinge il loro sviluppo. La frase
alla moda negli anni Sessanta era l’“apertura della Chiesa al mondo”, cioè l’accoglienza
della storia moderna e contemporanea marxista o laicista; e questo proprio
quando il marxismo e il secolarismo avevano già mostrato il loro carattere di
crisi, che si è manifestato pienamente negli anni che stiamo vivendo – almeno
idealmente, perché a livello pratico le reti di interessi che la laicità può
mobilitare sono enormi. Per quanto riguarda le modalità di ritorno, non c’è
altra risposta se non che il compito dei
cattolici può essere solo quello di scavare a fondo nella loro tradizione ideale,
e di renderne visibili ed esplicite le sue virtualità; e non di cercare di
adattarsi a posizioni che si presentano come opposte a loro, anche se queste
posizioni sono attraenti per il loro gusto di modernità.
L’esperienza della
modernizzazione è già avvenuta e ne abbiamo visti i risultati.
Augusto Del Noce
(1910-1989) è stato un illustre filosofo, pensatore politico e intellettuale
pubblico.
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