QUEI GIORNI TORBIDI A CESENA FINITE LE OSTILITA'
(Sogno
improvviso a occhi aperti di una scena realmente avvenuta tanti anni fa)
MENTRE SCATTAVO la foto dell'ingresso della Rocca Malatestiana (che fu prigione fino agli anni '60 dello scorso secolo) mi venne in mente una scena avvenuta proprio nello stesso luogo tanti anni fa appena finita la guerra quando imperversava la caccia al fascista o assimilato e dove il sopravvivere era legato ad un'occhiata del capo o a una proposta lanciata in mezzo a un gruppo di armati. Riporto ampi stralci della testimonianza resa da Don Lino Mancini e riportata nel libro “Don Lino Mancini – Una vita per Cristo” stilgraf 2011 pag. 272.
“Seppi che
la moglie del vigile urbano Rasi di Cesena era tornata dal nord ove si era
rifugiata con tutta la famiglia di 7 figli. Appena arrivata il partigiano Fabio
Ricci che comandava la piazza e risiedeva in municipio la portò alla Rocca in
prigione........Appena saputolo io (Don Lino Mancini. ndr) mi premurai di
liberare questa povera donna con un bimbo cosi' piccolo (dormivano ambedue
sulla paglia). Mi recai da Ricci in municipio.....mi rispose che con i fascisti
ci voleva la mano dura (la mano dura allora era spesso farli fuori). Lo
supplicai. Niente. Alzai la voce e lui sfiorò la rivoltella ghignando. Allora
gli ricordai un aiuto importante e pericoloso che avevo dato ad un gruppo di
partigiani che erano in collina e lui era responsabile. Allora si convinse e mi
disse di precederlo alla Rocca. Lo feci. Arrivato alla porta d'ingresso (quello
della foto. ndr), chiusa, mi fermai e sentii delle voci che venivano da sopra. Alzai
gli occhi e vidi alcuni partigiani armatissimi. Mi guardarono e, ridendo,
dissero “Tiremi?”. Risposi che aspettavo Ricci. Non dissero piu' niente. Il
linguaggio era quello. Lo stile era quello. Quando, poco dopo, entrai col
Ricci, colsi un movimento impercettibile del plotone di partigiani armati
all'interno del cortile della Rocca. Quel movimento era una domanda precisa al
Ricci. Il quale fece un lievissimo cenno di no con la mano. E se faceva cenno
di si?”.don Lino Mancini
Nota: a Fabio Ricci, che fu per molti anni bidello presso il Liceo Scientifico A. Righi, e' intitolata una via a Cesena, a Don Lino Mancini sacerdote, educatore di tante generazioni di giovani la richiesta non è stata accettata.
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