Lo scorso venerdì mattina, a Uxbridge, nel nord ovest di Londra, il rev. John Sherwood, pastore cristiano di 72 anni si è recato come tutti i venerdì, a predicare nella piazza del quartiere, insieme a un collega. Ha letto il brano dal capitolo 1 della Genesi, dove sta scritti che Dio creò l'uomo e la donna, e poi ha commentato dicendo che nel piano di Dio la famiglia è tra uomo e donna.
A quel punto sono intervenuti alcuni agenti di polizia che prima gli hanno intimato di smettere, e poi, di fronte al suo garbato rifiuto, lo hanno strattonato, lo hanno costretto a scendere dallo sgabello da cui stava predicando, gli hanno tolto di mano la Bibbia, lo hanno ammanettato e lo hanno trascinato via come un criminale in mezzo ai passanti sbigottiri.
L'accusa?
Omofobia.
L'anziano pastore ha trascorso un giorno e una notte nella cella della stazione di polizia vicino a Heathrow, e secondo il suo avvocato, il trattamento degli agenti è stato molto duro (very unpleasant).
Ora dovrà subire il processo.
Guardate il video.
https://www.youtube.com/watch?v=9tOwbx7Vvs8
Come si può arrivare a trattare in quel modo un anziano uomo di Dio, per aver letto la Bibbia?
Se qualcuno è tanto scemo o criminale da aggredire una persona perchè gay, già oggi va in galera, come è giusto che sia. Ma non trasformiamo il nostro Paese in un tribunale delle idee.
La notizia è rimasta circoscritta per giorni, e ovviamente nessuno in Italia ne ha parlato, ma in Gran Bretagna, dove è in vigore una legge molto simile al ddl Zan, sono anni che accadono fatti simili.
QUANDO SI IMBOCCA LA STRADA DEI REATI DI OPINIONE, NON C'È UN LIMITE. QUESTA E' LA LEGGE ZAN.
Oggi tocca ai cristiani, trattati come omofobi. Domani potrebbe toccare a chiunque.
Rispetto per tutti, ma non a spese della libertà.
La notizia è riportata dal DAILYMAIL, qui sotto il link, correlata di molte foto e video
NOTA BENE
L’ineffabile Avvenire scrive:
«E
se fosse arrivata finalmente l'ora di
un vero confronto? ….su un
delicatissimo intervento normativo che se «intende combattere la
discriminazione» tuttavia - scrive la Presidenza Cei - «non può e non deve
perseguire l'obiettivo con l'intolleranza, mettendo in questione la realtà
della differenza tra uomo e donna». Per i vescovi,
che ribadiscono «il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell'originalità
di ogni essere umano e del primato della sua coscienza», occorre che «un testo così importante
cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità
interpretative». Dunque i «dubbi» sul testo licenziato il 4 novembre 2020 da Montecitorio,
emersi in queste settimane e «condivisi
da persone di diversi orizzonti politici e culturali», come sanno bene i
lettori di Avvenire, devono indurre tutti ad aprire ora un confronto «non
pregiudiziale», in cui pesi anche «la voce dei cattolici italiani». Al netto degli ormai rituali toni polemici, la rotta -
per chi vuole vederla - è assai chiara: meglio accantonare diktat, asserzioni
apodittiche e marce forzate, mettere fuorigioco le forme di denigrazione del
dissenziente, e aprirsi
a un confronto sui - non pochi - nodi irrisolti di una proposta di legge che
voci dello stesso campo progressista definiscono «pasticciata».
Cioè occorre accettare modifiche CHE SARANNO CONCESSE, ma approvare la legge. La massima ipocrisia di Avvenire e dei suoi compari è tipica della meschinità di chi non vuole vedere la realtà. In Italia ogni legge sui “diritti civili” una volta approvata è stata travolta da una giustizia di parte che non ha lasciato scampo alle buone intenzioni di puri di cuore. Andrà così anche questa volta, ma almeno sapremo chi ringraziare