lunedì 26 aprile 2021

DOPO LA PANDEMIA. RIGENERARE LA SOCIETÀ CON LE RELAZIONI


Dal libro di Pierpaolo Donati e Giulio Maspero,

Dopo la pandemia. Rigenerare la società con le relazioni

che IL CROCEVIA, 

il Campo della Stella e Eliot,  

presentano il 

29 aprile, alle ore 21.

Per collegarsi direttamente: 

https://www.youtube.com/watch?v=XqjJf7OLo6k

 

Donati scrive:

IL CROCEVIA
«Ciò che, più o meno inconsciamente, ha sconvolto il mondo delle relazioni che avevamo prima della pandemia è stata l'inversione della regola umana per eccellenza, quella del “farsi prossimo”. La qualità più bella e unica di “essere umani” nella vita è quella di andare incontro all'Altro, di “farci prossimi”, nel senso di fare esperienza della comune umanità e sperimentare la gioia che proviene dal prenderci cura dell'Altro.

La pandemia ha imposto la regola opposta: "devi allontanarti dall'Altro”. Il che significa: “salva te stesso, perché l'Altro può danneggiarti”. [...] Durante la pandemia, la fiducia è crollata. Per rigenerarla, è necessario promuovere un incremento di “riflessività” personale e sociale. La riflessività personale riguarda la conversazione interiore in cui l'individuo esamina continuamente se stesso e delibera da sé che cosa fare (che cosa è giusto fare) in relazione ai propri fini ma anche alle caratterisiche, ai vincoli e alle opportunitù del contesto in cui agisce.

La riflessività sociale è invece quella che si esercita sulle relazioni fra persone e fra soggetti collettivi per valutare gli effetti che le relazioni [in quanto tali] hanno sulle identità dei consociati, perché solo dando una direzione etica alle relazioni si possono creare forme allargate di fiducia e solidarietà sociale. Per questo la soluzione alla crisi di fiducia sta nel rimettere al centro dell'attenzione e del dibattito pubblico le “ragioni” individuali e collettive del dare-ricevere fiducia, i valori e i fini ultimi dell'agire in società». [...]

Il crollo delle relazioni sociali, sia come legami nelle reti di sostegno sociale, sia come perdita di fiducia fra le persone e nelle istituzioni [...] richiede una svolta culturale e organizzativa capace di trascendere i limiti culturali delle condizioni preesistenti alla pandemia. [...] 

Il cristianesimo ha ancora molto da dirci quando afferma che la nostra identità e la nostra vita sono basate su una relazione di filiazione divina. In questa relazione troviamo una risposta a come gestire le relazioni quando non possono essere fisiche ma solo sociali, nel senso che collegano le persona a prescindere dalla presenza fisica. È dunque il prototipo delle relazioni vitali che fondano l'umanizzazione delle persone. Ciò significa che abbiamo bisogno di una matrice teologica per la quale sostanza e relazione si implichino come co-principi delle realtà». (pp. 35. 39. 43).

 CONDUCONO IL DIALOGO IVO COLOZZI E LEONARDO LUGARESI


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