“La Consacrazione non è una magia,
perché tutto può avvenire soltanto attraverso la conversione dei cuori.”
“La preghiera è un evento politico, è capace, cioè, di
determinare il corso della storia”.
preghiera da cui tutti ci attendiamo, per grazia di Dio e di Maria, un esito storico e perciò anche politico. Questo spiega perché il papa desideri che tutti i vescovi del mondo si uniscano ad essa». Il vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca spiega alla Bussola l’importanza del gesto “decisivo” che il pontefice farà il 25 marzo prossimo nel pieno della guerra Russia-Ucraina e con lo spettro di un conflitto nucleare alle porte
Camisasca ha
un rapporto molto stretto con questo speciale atto richiesto dalla Madonna a suor Lucia. Nel maggio 2017, in occasione del
centenario delle apparizioni di Fatima, fu tra i pochissimi vescovi a
consacrare la sua diocesi al Cuore Immacolato di Maria in CattedraleLa Consacrazione della Diocesi di Reggio E.
Che ricordo
ha di quel giorno, eccellenza?
Ho un ricordo molto vivo della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della
nostra chiesa di Reggio Emilia Guastalla.
Come si
decise?
Fu un laico, un fedele della mia diocesi, Andrea Guaitolini, a suggermi
quell’atto. Vidi in quella richiesta una supplica, la voce stessa di Maria.
Che cosa gli
rispose?
Gli dissi: “Prega perché ciò accada”. Ho ancora la sua lettera.
Che cosa
significa consacrarsi a Maria?
Significa riconoscere che
Maria è la madre che protegge tutti noi e nello stesso tempo supplica Dio per
la nostra salvezza. Non è una magia, perché tutto può avvenire soltanto
attraverso la conversione dei cuori.
È una
richiesta ormai molto antica, però. Risale al 1917…
E come nel 1917 a Fatima, anche oggi Maria chiede che le nostre menti e le
nostre decisioni si iscrivano dentro il disegno di bene e di salvezza che Dio
ha pensato per l’uomo. Dio non è l’avversario della nostra felicità, non vuole
sottrarci alla vita. All’opposto, Dio è la strada della nostra pienezza che può
accadere soltanto se noi lo riconosciamo e camminiamo verso di Lui.
Come si inserisce
questo nel momento di crisi presente?
La guerra nel cuore
dell’Europa è il segno che l’Europa nel suo disegno di grandezza e autonomia ha
abbandonato Dio; l’uomo europeo ha perso gli elementi più profondi della sua
storia.
E la
consacrazione quale utilità può avere?
Dobbiamo tutti tornare a riconoscere che soltanto in Dio può avvenire la
riconciliazione dei cuori e l’unità dell’Europa nel riconoscimento dell’apporto
di ciascuno.
Però al
momento abbiamo due stati in guerra…
L’Europa non può fare a meno dell’Ucraina e deve assolutamente difenderla
dall’attacco russo, ma nello stesso tempo l’Europa non può fare a meno nemmeno
della Russia, non può dimenticare Dostoevskij, Tolstoj, Solgenitsin, Pasternak…
Si tratta di
due popoli che, nonostante questo conflitto sono storicamente molto mariani…
Maria non è una presenza lontana, è una madre amorosa che con discrezione, ma
con passione interviene nella storia degli uomini, quando la libertà umana
glielo permette. Per questo il tema della conversione è così centrale in questi
scenari di guerra.
Veniamo alla
decisione del Papa…
Ritengo che il gesto del Papa, che proprio nel giorno dell’incarnazione
consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, sia un gesto
profondamente politico.
In che senso?
Nel senso che ormai possiamo sperare soltanto dalla preghiera. Come ci ricordava il grande teologo del secolo scorso Jean Daniélou, la preghiera è un evento politico, è capace, cioè, di determinare il corso della storia. Certo, per chi crede che la storia degli uomini non sia soltanto un incrociarsi di casualità, di forze, di potere e di sopraffazione. Forse a partire da questa guerra, l’Europa potrà cominciare a guardare a sé stessa con altri parametri.
Ad esempio?
Non solo con i parametri del mercato e delle leggi sui presunti diritti, ma
anche ricordando che Dio non è nemico dell’uomo, anzi, è il suo più forte
alleato.
Quali sono i
frutti che alla luce della sua esperienza locale ha dato la Consacrazione?
Nessuno può dire quali eventi siano stati determinati da una consacrazione
perché nessuno può entrare nella libertà di Dio. Io, però, posso dire di aver
assistito dopo quell’atto alla conversione di tanti cuori: alla nascita di
tanti bimbi che non erano attesi, alla riappacificazione di famiglie, alla serenità
di malati, alla forza di tante persone nell’affrontare il dolore e la morte. Le
gallerie di gioia e di luce che Maria scava nei cuori degli uomini sono
infinite e scrivono una vita degli uomini completamente differente da quella di
cui parlano i giornali e i social, ma visibile per chi la vuole
cercare e per chi vuole goderne i frutti.
Quanto è
importante che alla preghiera del Papa si associno i vescovi in comunione con
lui?
È di fondamentale importanza, la voce del Papa è più forte quando è sorretta
dalle voci di tutta la Chiesa. È una espressione di quella collegialità di cui
ha parlato il Vaticano II nella Lumen gentium. Il mio augurio è che
tutti noi vescovi, in pensione come sono io o in attività si uniscano all’atto
di Consacrazione del Papa. L’unità nella preghiera della Chiesa diventa più
facilmente unità dei cuori anche nell’azione.
Lei ha
condiviso coi compianti cardinal Caffarra, suo amico, e col vescovo di
Civitavecchia Grillo le urgenze del messaggio di Fatima per i nostri tempi. Che
cosa le suscita questo annuncio decisivo da parte di Papa Francesco?
Grande gioia e riconoscenza. Noto che Putin, paradossalmente, “ha ottenuto” ciò
che finora si esitava a pronunciare: il nome della Russia accanto a quello di
Maria.
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