Pensare che gli ucraini abbiano almeno il diritto di difendersi significa solo ritenere che le relazioni con la loro terra e le loro vite precedenti li realizzi
GIOVANNI MADDALENASoldati ucraini commemorano i caduti
Un paio di pensieri sulla libertà,
tornata di moda a causa della resistenza ucraina. Il filosofo Vito Mancuso ha
sostenuto recentemente sulla Stampa che in situazioni estreme
ci sia un trade off, uno scambio, tra vita e libertà, una cosa va a
detrimento dell’altra: c’è chi preferisce vivere e c’è chi preferisce essere
libero. Mancuso lo spiega facendo un parallelo tra la situazione ucraina e la
legislazione sull’eutanasia. Quelli che sostengono la vita dovrebbero anche
ritenere che gli ucraini farebbero meglio ad arrendersi, quelli della libertà
dovrebbero essere per resistenza ed eutanasia. Se uno è per la libertà è un po’
meno a favore della vita, se uno è per la vita sarà un po’ meno a favore della
libertà.
La libertà
si può opporre alla vita?
Nelle accese discussioni sui due temi
menzionati abbiamo spesso visto emergere queste posizioni, magari enucleate con
meno chiarezza, ma sempre con altrettanto sdegno. Sdegno a parte, però, un
chiarimento ci vuole: ma davvero la libertà si può opporre alla
vita? Davvero se uno pensa che gli ucraini facciano bene a difendersi allora
pensa anche che l’eutanasia sia giusta?
Come sempre, e da tanti decenni, si è
creata un’ambiguità
strutturale sulla parola “libertà”. Nella tradizione del pensiero la
libertà è adesione, relazione, legame con ciò che è vero, buono, giusto, e fa
vivere più felicemente. Una considerazione non astratta dell’essere umano sa
che siamo fatti di relazioni: consistiamo del rapporto con cose e persone. I
figli, i genitori, la casa, il lavoro, i cani e i gatti ma anche cose più umili
come i giochi da piccoli, la squadra di calcio, quel soprammobile e quel quadro.
Relazioni su relazioni, fino a quella suprema con il senso della vita o con
Dio. E alle volte, il su e il giù si mescolano.
I martiri
cristiani e il senso della vita
Nel 2012
il parroco di una chiesa del modenese, durante il terremoto, morì tornando in
chiesa per salvare “quella” statua della Madonna. Non
valeva come un’altra? Non è ciò che rappresenta che vale? Eppure, gli esseri
umani sono fatti così, sono
liberi non perché non hanno legami ma perché li affermano, scelgono di
continuarli, talvolta a scapito della vita, altre volte difendendo a tutti i
costi la vita. Quelle relazioni infatti sono il significato della vita.
I famosi martiri cristiani dei primi
secoli pensavano fosse fondamentale non accendere un bastoncino di incenso
davanti a una statua per affermare ciò che ritenevano fosse il senso della
vita. Ma chi, in quest’ottica, difende la vita pensando che sia sbagliata
l’eutanasia, lo fa perché considera che le persone abbiano sempre dei legami
con altri e/o con Dio che rendano imprescindibili e preziose le loro vite,
capaci di generare qualche bene. Pensare
che gli ucraini abbiano almeno il diritto di difendersi significa solo ritenere
che le relazioni con la loro terra e le loro vite precedenti li realizzi. La
libertà come scelta nasce dopo, è una conseguenza di questo: scelgo perché sono
più legato a una cosa che all’altra.
Vita e
libertà sono una cosa sola
Che vita e libertà siano una cosa sola
l’hanno ricordato anche i grandi autori che hanno avuto a che fare con i
totalitarismi, Hannah Arendt e Vasilij
Grossman innanzi tutto. È Grossman che identifica la coscienza umana
dell’universo con libertà e vita: «La sua irripetibilità, la sua unicità sono
l’anima di ogni singola vita, sono la libertà. Il riflesso dell’Universo nella
coscienza umana è alla base della forza dell’uomo, ma la vita diventa felicità,
libertà, valore supremo solo quando l’uomo esiste come mondo che mai potrà
ripetersi nell’infinità del tempo».
Nel
pensiero cristiano cattolico, poi, il legame tra vita e libertà è alla base
dell’intera dottrina sociale: la possibilità di educare secondo i
propri valori, di professare la propria fede, di associarsi e intraprendere
insieme è il grande criterio con il quale la Chiesa ha sempre valutato Stati e
governi. Ciò vale anche nel caso dell’Ucraina e di quanto si trova in gioco
nell’aggressione militare russa.
Si potrà discutere quale sia il punto fino a cui sia lecito il difendersi o quello fino al quale il resto dell’Occidente debba o possa aiutare ma non c’è dubbio in quest’ottica sul diritto all’autodifesa come su quello internazionale, entrambi garanti di quelle libertà fondamentali. Al proposito, di certo il sistema occidentale ha molte magagne, che ledono spesso alcune delle espressioni di libertà menzionate, e ciò vale ancor di più negli ultimi anni di woke e cancel culture. Tuttavia, tutti i nostri sistemi occidentali permettono l’esercizio della libertà come adesione a relazioni vitali più di una dittatura, anche di una dittatura “cristiana”.
Il Prof. Giovanni Maddalena parteciperà
al quarto incontro 2022 del “Percorso Elementare di Cultura: Liberi dal
pensiero unico” del 25 marzo 2022
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