LEONARDO LUGARESI
In questo preciso
momento l'uomo più pericoloso del pianeta non è più Valdimir Putin, che il suo
“grande male” l'ha già compiuto e per questo farà i conti con Dio. (Dio è
infinitamente giusto, e Suo Figlio, che lo conosce bene, una volta lo ha
paragonato, in un passo del vangelo che noi non amiamo ricordare, ad un uomo
duro, “che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso”).
A me pare che, in
questo preciso momento, l'uomo più pericoloso del pianeta sia Joe Biden che,
con le sue irresponsabili dichiarazioni, non fa che incrementare il conflitto
in corso, rischiando di farlo deflagrare in una guerra mondiale.
Tutto il mondo rischia di
pagare carissimo il fatto che nella pseudocampagna elettorale americana del
2020 sia stato letteralmente impedito al popolo degli Stati Uniti di porsi il
problema delle condizioni mentali del candidato alla presidenza degli Stati
Uniti Joe Biden, che “doveva” vincere le primarie prima e le elezioni
presidenziali poi. A qualunque costo. Che oggi, da presidente degli Stati
Uniti, egli sia andato a dire, in Polonia!, che il presidente russo deve essere
cacciato e perseguito come criminale è una cosa di gravità inaudita perché
significa mettere un macigno sulla strada di qualsiasi trattativa di pace. Così
può parlare solo il capo di uno stato impegnato in una guerra “calda” che per
giunta preveda solo la resa incondizionata del nemico. (Il che, nella presente
situazione, vuol dire una guerra nucleare). Oppure un demente.
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