Questa guerra è straziante, Putin è l'invasore ma il Vecchio Continente non ha consapevolezza della propria cultura comune e della propria storia
MONS. MASSIMO CAMISASCA
Come durante la pandemia, anche durante queste prime settimane di
guerra siamo tutti
sommersi da informazioni, grazie ai tanti inviati che con grande coraggio ci
parlano dal fronte, notizie, ma anche giudizi, valutazioni, raffronti storici…
in cui è difficile districarsi. Ho cercato di informarmi il più possibile, ma
anche di formarmi un giudizio,
pronto a cambiarlo, verificandolo giorno dopo giorno. Un giudizio che voglio
condividere con i lettori di Tempi.
L’Ucraina
aggredita da Putin
Innanzitutto una cosa deve essere
chiara: Putin è l’aggressore e il popolo
ucraino è la vittima. Non tutti sono chiari su questo. L’Ucraina è stata
invasa, bombardata, straziata nelle vite umane e nelle case ad opera di un
presidente che mette la logica della guerra e della distruzione a servizio dei
suoi ideali. Non è il popolo russo contro il popolo ucraino. I due popoli sono
da sempre fratelli. Nella lingua, nella cultura, oltre che nella fede.
Naturalmente sulle bocche degli ucraini troveremo un giudizio tagliente contro
il terribile periodo sovietico, tempo di morte e di schiavitù. Tutto
giustificato. Non è un’avversione verso i russi. Molti uomini di cultura russa
sono nati in Ucraina. I due popoli potrebbero convivere pacificamente e
arricchirsi culturalmente e spiritualmente se fossero aiutati in un progetto di
convivenza che guardi al futuro.
L’Europa
non ha un’anima
Purtroppo così non è stato. L’Europa, che ora giustamente guarda
con preoccupazione e paura ad una terribile guerra di occupazione e di morte, non ha saputo intraprendere una politica
chiara ed unitaria nei confronti della Russia. Una politica che aiutasse la
Russia a privilegiare il suo rapporto con l’Europa piuttosto che con l’Asia.
Non dobbiamo permettere all’immensa Russia di diventare una colonia della Cina.
Tutti abbiamo bisogno di Céchov, Gogol, di Dostoevskij, di Tolstoj, di
Pasternak. Essi fanno parte del nostro animo europeo.
Perché
il nostro continente non ha saputo intraprendere con decisione una strada che
aiutasse la Russia a vedere i vantaggi di un’integrazione verso Occidente? Perché l’Europa non ha un’anima. Non ha
consapevolezza della propria cultura comune, della propria storia. Pensa che tutto il bene possa
venire soltanto dai mercati, dalle tecnologie, dal compromesso politico, dalla
diffusione di ciò che ella chiama “diritti”, operando una rivoluzione
antropologica tesa a scardinare i valori su cui si è retta la storia del
continente.
Ha cercato di buttar fuori le proprie
origini ebraico-cristiane e non si è accorta che in questo modo finiva per
escludere ogni riferimento ideale e storico, compresi l’Umanesimo e il
Rinascimento – profondamente cristiani – la riforma luterana e perfino
l’Illuminismo che voleva leggere in modo radicalmente nuovo gli ideali di
ragione, uguaglianza e libertà che venivano dal passato della storia europea.
L’Europa
non ha un’anima per questo non riesce ad esprimere un unitario progetto politico e diplomatico.
Non riesce ad attrarre i cuori di altri popoli.
Lavoriamo
perché la guerra finisca
Questa guerra è straziante, portatrice
di immensi lutti. Dobbiamo lavorare e pregare perché finisca al più presto,
anche se questo volesse dire cedere su qualche punto. L’Ucraina ci sta mostrando il volto più grande e
più bello dell’Europa: l’amore alla patria, alla terra, alla democrazia,
all’Occidente, alla famiglia. Il coraggio di combattere per questi valori. La
fede da cui nasce la speranza.
Tutto
ciò non può che far bene ad un’Europa esangue, senza speranze vere. La vita non
è solo progresso, né comodità. È anche sacrificio, lotta. In alcuni momenti
questa consapevolezza può offuscarsi. Poi improvvise svolte ci obbligano a
riprendere coscienza di ciò che avevamo dimenticato, chiusi nel nostro
individualismo tranquillo.
Ogni avvenimento contiene in sé un insegnamento, una correzione. Dopo due anni terribili di pandemia, questo non è stato assolutamente avvertito. Aiutiamoci perché lo sia durante questi terribili giorni di guerra.
Foto Ansa
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