lunedì 19 settembre 2022

MARCELLO PERA: IL DIRITTO ITALIANO PRECEDA QUELLO UE




Filosofo conservatore e già presidente del Senato Marcello Pera è di nuovo candidato, ma con Fratelli d’Italia, in Toscana. 

«Ecco, a proposito di valori e identità. Lei è stato spesso critico nei confronti della Ue. Giuliano Amato, presidente uscente della Corte Costituzionale, nei giorni scorsi ha criticato «la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello comune europeo». Amato sa bene che, in caso di vittoria di Fdi e del centrodestra, il tema diventerà centrale in Italia. Per questo chiedo a lei: quale diritto deve avere la precedenza?
«Il presidente Amato ha attraversato molte fasi della sua evoluzione intellettuale, ma sempre con una spiccata attitudine didattico-pedagogica. Bene, prendo appunti. Prima osservo che, in un Paese federale, il primato del diritto federale su quelli statali è ovvio, ma l'Unione europea non è né federale né confederale, solo malamente intergovernativa. E poi chiedo al presidente Amato: ha presente la ripartizione delle competenze fra Stato e regioni in Italia? Alcune materie, che si ritengono più prossime ai cittadini perché più sensibili per i loro costumi locali, sono di esclusiva pertinenza regionale».

E lei dice che un criterio analogo deve essere usato a livello europeo, impedendo al diritto comune di schiacciare quelli nazionali su certi temi.
«Certo. Perché un Paese che voglia difendere la tradizione storica fortemente diffusa fra il proprio popolo, ad esempio su matrimonio, genitorialità, vita, morte, dovrebbe farsi imporre una legislazione difforme e osteggiata? E da chi, poi? Dalla commissione europea, che neppure agisce in nome di una costituzione europea che non c'è? Dal parlamento europeo, che, a maggioranza, diffonde la nuova religione effimera e mortifera del laicismo? Oppure le tradizioni non contano nulla e si possono cambiare a tavolino?».

Il modo in cui Amato e gli altri "europeisti", non solo italiani, liquidarono la questione delle «radici cristiane dell'Europa», suggerisce che il punto è proprio questo.
«Ma ha presente Amato che la Polonia, per fare un esempio, è sopravvissuta a nazismo e comunismo grazie al cristianesimo? Ricorda la resistenza ungherese? La persecuzione subita dal cardinale József Mindszenty? Capisco la sua laicità, caro Amato, ma almeno il rispetto della Storia! Capisco anche la sapienza giuridica, ma si guardi dai cavilli!».

L'altro spauracchio è il presidenzialismo. Il programma del centrodestra promette la «elezione diretta del presidente della repubblica»: espressione declinabile in tanti modi diversi. Sono eletti direttamente sia il presidente della repubblica austriaca, che ha meno poteri di Sergio Mattarella, sia il presidente degli Usa, che è capo dell'esecutivo, sia il capo di Stato francese, che non è premier ma "indirizza" il governo. Qual è il modello migliore?

«Considerate la storia e la situazione italiana, forse è meglio il sistema semipresidenziale, ma tradotto adeguatamente dal francese. Pesi, contrappesi, garanzie, diritti e tutto il resto, devono essere presi in seria considerazione affinché il sistema sia equilibrato. L'importante è essere consapevoli che l'ammodernamento della seconda parte della Costituzione è ormai indifferibile. Lo dico anche alla sinistra: parliamone, una buona soluzione si trova. Ci siamo già andati vicini una volta».

 Lei è stato senatore per Forza Italia e per il Popolo della Libertà, oggi si presenta nelle liste di Fratelli d’Italia. A cosa è dovuto il cambio di casacca?

Glielo dico in breve. Io mi considero un liberalconservatore. Liberale vuol dire, per me, approvare tutte le libertà economiche e politiche. Conservatore vuol dire apprezzare la nostra tradizione italiana e europea, in particolare quella religiosa che è cristiana. Ecco perché, da liberale, sottopongo le libertà civili al vaglio della compatibilità con questa tradizione. Certe cosiddette “conquiste di libertà” questo vaglio non lo superano. Giorgia Meloni ha abbracciato con serietà e determinazione questa filosofia, cominciando dal gruppo dei conservatori europei che dirige. Apprezzo la sua posizione.

collage di alcune interviste apparse sulla stampa

 

 

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