«Ecco, a proposito di valori e identità. Lei è stato spesso critico
nei confronti della Ue. Giuliano Amato, presidente uscente della Corte
Costituzionale, nei giorni scorsi ha criticato «la tentazione di affermare il
primato del diritto nazionale su quello comune europeo». Amato sa bene che,
in caso di vittoria di Fdi e del centrodestra, il tema diventerà centrale in
Italia. Per questo chiedo a lei: quale diritto deve avere la precedenza?
«Il presidente Amato ha attraversato molte fasi della sua evoluzione
intellettuale, ma sempre con una spiccata attitudine didattico-pedagogica.
Bene, prendo appunti. Prima osservo che, in un Paese federale, il primato del
diritto federale su quelli statali è ovvio, ma l'Unione europea non è né
federale né confederale, solo malamente intergovernativa. E poi chiedo al
presidente Amato: ha presente la ripartizione delle competenze fra Stato e
regioni in Italia? Alcune materie, che si ritengono più prossime ai cittadini
perché più sensibili per i loro costumi locali, sono di esclusiva pertinenza
regionale».
E lei dice che un criterio analogo deve essere usato a livello europeo,
impedendo al diritto comune di schiacciare quelli nazionali su certi temi.
«Certo. Perché un Paese che voglia difendere
la tradizione storica fortemente diffusa fra il proprio popolo, ad esempio su
matrimonio, genitorialità, vita, morte, dovrebbe farsi imporre una
legislazione difforme e osteggiata? E da chi, poi? Dalla commissione europea,
che neppure agisce in nome di una costituzione europea che non c'è? Dal
parlamento europeo, che, a maggioranza, diffonde la nuova religione effimera
e mortifera del laicismo? Oppure le tradizioni non contano nulla e si possono
cambiare a tavolino?».
Il modo in cui Amato e gli altri "europeisti", non solo
italiani, liquidarono la questione delle «radici cristiane dell'Europa»,
suggerisce che il punto è proprio questo.
«Ma ha presente Amato che la Polonia, per fare un esempio, è sopravvissuta a
nazismo e comunismo grazie al cristianesimo? Ricorda la resistenza ungherese?
La persecuzione subita dal cardinale József Mindszenty? Capisco la sua
laicità, caro Amato, ma almeno il rispetto della Storia! Capisco anche la
sapienza giuridica, ma si guardi dai cavilli!».
L'altro spauracchio è il presidenzialismo. Il programma del centrodestra
promette la «elezione diretta del presidente della repubblica»: espressione
declinabile in tanti modi diversi. Sono eletti direttamente sia il presidente
della repubblica austriaca, che ha meno poteri di Sergio Mattarella, sia il
presidente degli Usa, che è capo dell'esecutivo, sia il capo di Stato
francese, che non è premier ma "indirizza" il governo. Qual è il
modello migliore? «Considerate la storia e la situazione italiana, forse è meglio il
sistema semipresidenziale, ma tradotto adeguatamente dal francese. Pesi,
contrappesi, garanzie, diritti e tutto il resto, devono essere presi in seria
considerazione affinché il sistema sia equilibrato. L'importante è essere
consapevoli che l'ammodernamento della seconda parte della Costituzione è
ormai indifferibile. Lo dico anche alla sinistra: parliamone, una buona
soluzione si trova. Ci siamo già andati vicini una volta».
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