CI SONO ANCORA DEI VESCOVI IN CILE
A gran maggioranza, la popolazione cilena ha bocciato la proposta di nuova Costituzione promossa dal presidente Boric. Nonostante la gran cassa della stampa e notevoli ingerenze anche dall'estero (Onu e Usa inclusi), nel referendum costituzionale ha vinto il rifiuto. Nel testo della nuova costituzione c'erano aborto, diritti Lgbt ed ecologismo.
Un risultato epocale, in barba alle sirene liberal e sinistre che da tutto il mondo prima avevano incensato lo scorso marzo il giovane barricadiero Gabriel Boric come Presidente del Cile (a capo di vandalismi e saccheggi nel paese dal 2019 al 2021), poi esaltato la ‘più progressista riforma costituzionale’ al mondo (The Guardian). L'opzione del buon senso e la voce del popolo cristiano, contro la pessima proposta presentata dalla Convenzione costituzionale, si sono espresse con forza alle urne: a favore del testo circa 4.8 milioni (38, 14%), contro 7.9 milioni circa (61,86).
Il voto al ‘plebiscito’ è stato chiaro, il testo che ncludeva il diritto all’aborto libero ed indeterminato, insegnamenti nelle scuole di ogni ordine e grado per le dottrine abortiste, contraccettive e LGBTI, limiti alla libertà di educazione, alla libertà religiosa, alla libertà di coscienza e, manco a dirlo, ai diritti-doveri dei genitori, è stato sonoramente bocciato.
L’esperimento che ha
portato al potere Boric con una maggioranza stratosferica ed una alleanza di
sinistra estrema, per ora è fallito, nonostante le incredibili violazioni del
rispetto della libera volontà popolare e con accesi tentativi di ingerenza
straniera. E’ solo il caso di ricordare come l’Alto Commissario dell’ONU per i
diritti umani, l’ex Presidente Michelle Bachelet, abbia
attivamente partecipato in prima persona alla campagna elettorale per sostenere
le ragioni del testo ‘rivoluzionario’ e, negli ultmi giorni, si è dovuto registrate
anche l’intervento di un gruppo di parlamentari Democratici USA che
hanno chiesto agli amministratori di Fb, Twitter e Tik Tok di censurare i
sostenitori del rifiuto del testo costituzionale.
Il fronte del ‘rifiuto’ comprendeva non
solo tutte le forze di opposizione ma anche buona parte del mondo imprenditoriale,
intimorito per la deriva comunista del governo, e delle chiese cristiane, in
primis la Chiesa Cattolica. Poco prima delle 21 di domenica sera, dal
palazzo presidenziale, La Moneda, il Presidente Boric ha osservato che
"il popolo non è soddisfatto della proposta" di Costituzione”, con
grande umiltà "e mi impegno a riformulare un processo costituente
più soddisfacente". In parole povere, non ha capito nulla, si cambierà il
metodo ma non ho alcuna intenzione di cambiare la direzione di marcia verso il
radioso futuro social comunista del paese. Infatti, ieri, Boric ha
riunito d’urgenza il
Governo, ha visto il Presidente del Senato e della Camera ma, come molti
commentatori rilevano, potrebbero essere possibili piccoli maquillage tra
gli incarichi, non un radicale cambio di marcia dell’esecutivo.
L'ex candidato conservatore alla
presidenza cilena, José Antonio Kast ha celebrato la vittoria del "rifiuto" nel
plebiscito costituzionale cileno e ha sottolineato che "questo trionfo del
rifiuto è anche un tremendo fallimento del presidente Gabriel Boric e di tutto
il suo governo e questo va detto forte e chiaro. Presidente Gabriel Boric,
questa sconfitta è anche la sua e ora ha il dovere di assumere il suo mandato
costituzionale e governare per tutti i cileni e non solo per un parte", ha
detto Kast.
I vescovi del Cile, per nulla intimiditi dalla inchieste e condanne che molti
sacerdoti hanno subito in questi anni a causa degli abusi commessi, il giorno
prima del voto, avevano incoraggiato i cileni a non ricorrere alla violenza e a
rispettare i risultati del plebiscito, ma non si sono nascosti.
"Abbiamo anche visto che il processo che abbiamo intrapreso non ha
raggiunto la coesione e il sostegno che molti avevano sperato", poiché
"la polarizzazione delle posizioni politiche e ideologiche è stata molto
chiara".
I vescovi del Cile nel mese di luglio avevano
già denunciato quanto fosse “sorprendente che la proposta costituzionale riconosca i
diritti della natura ed esprima preoccupazione per gli animali in quanto esseri
senzienti, ma non riconosca alcuna dignità o diritto all'essere umano nel
grembo materno". Concetti ribaditi dal vescovo di San Bernardo, mons. Juan
Ignacio González, nella sua lettera
pastorale del 28 agosto in cui si ripete come nella nuova
Costituzione ci sono concetti che "sono direttamente contrari
all'insegnamento cristiano, come l'introduzione dell'aborto o dell'interruzione
di gravidanza (art. 61.2), la morte con dignità (art. 68), che implica
l'approvazione dell'eutanasia..si ignora "i diritti essenziali dei
genitori, come il diritto di educare i propri figli". Impone una
concezione della sessualità che è contraria all'insegnamento della fede
cristiana (art. 40)...Non si tiene conto del diritto all'obiezione di
coscienza, si introduce una visione errata e unica dell'uomo e della donna,
basata sull'ideologia di genere, che è anticristiana...votare un testo che sancisce
direttamente l'aborto e l'eutanasia come un diritto significa collaborare con
il male morale e contribuire a diffonderlo".
Non illudiamoci, il giovane
Boric non sarà certo abbandonato dalla Internazionale Socialista, né dalle
lobbies delle multinazionali di aborto e ideologia Lgbti statunitensi,
tantomeno dai tanti governi socialisti e rivoluzionari sud americani.
LUCA VOLONTE’
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