LEONARDO LUGARESI
Cos’altro deve fare Satana, più di quello che sta facendo, per
convincerci che è qui, tra di noi, interessato al mondo e agli uomini quasi quanto Colui che
disperatamente scimmiotta; attivo h 24 e non solo in forma indiretta,
attraverso mille mediazioni e cause seconde (o terze o ennesime) del male che
ribolle tutto attorno a noi e in noi, bensì anche in prima persona,
direttamente e quasi allo scoperto, con atti che portano inconfondibile la sua
impronta fetida, la sua firma agghiacciante?Albrecht Durer 1513
La Morte, il Diavolo e il Cavaliere
Cos’altro deve fare, più
che agire come ha fatto l’altra notte, distruggendo una famiglia a Paderno
Dugnano
(odia le famiglie più di ogni altra cosa umana, lui che, al contrario di Colui
che vorrebbe disperatamente essere, non è Padre, né Figlio, né Amore reciproco
dell’uno e dell’altro, ma è disperatamente single)? Ci sono tanti modi per distruggere una
famiglia, e ogni momento se ne sfascia qualcuna, per i più svariati motivi. Ma
quei motivi, nella quasi totalità dei casi, sembrano a tutti noi “ragioni
adeguate” a spiegare la cosa; ragioni sulle quali gli psicologi, i sociologi,
gli economisti, i politici e i vicini di casa hanno da dire la loro.
Ma chi mai può dire
qualcosa –
qualcosa di sensato, intendo – quando una notte normale, nella casa normale di
una famiglia normale un normale ragazzo non ancora diciottenne (poco più che un
bambino, dunque, per l’odierna scansione della crescita umana) si alza dal
letto, prende un coltello e ammazza il fratello minore, la mamma e il babbo?
Come si fa a non vedere
l’adamantina purezza del male, che non ha spiegazioni, non ha ragioni, non si
lascia comprendere ma chiede di essere solo guardata con orrore?
Di questi segnali, il nemico ne manda tanti, ma noi non ne
intercettiamo nessuno. Cos’altro deve fare Satana, perché ci rendiamo conto di
dove siamo e di chi abbiamo di fronte? C’è un versetto della Scrittura che una
volta, se non sbaglio, si leggeva ogni sera nella Compieta (oggi è solo una
delle letture che si alternano). In latino diceva così: Fratres sobrii estote et vigilate, quia
adversarius vester diabolus, tamquam leo rugiens, circuit quaerens quem
devoret: cui resistite fortes in fide. (“Fratelli, siate sobri e vigilate, perché il diavolo
come leone ruggente si aggira cercando di divorarvi; a lui resistete forte
nella fede”). È tratto dalla Prima Lettera di Pietro e, benché l’immagine del
leone ruggente non sia forse la più adatta, oggigiorno, per metterci sul chi va
là, la sua ispirazione guerresca ci sarebbe assolutamente necessaria.
“Vigilanza”
(proprio nel senso dei turni di guardia), “nemico” (proprio nel senso di quello
che ti vuole morto), “resistenza” (proprio nel senso di stare in trincea e
sparare su chi ti viene contro), “fede” (proprio nel senso di certezza della
vittoria): questo è l’armamentario di idee che ci serve per sopravvivere.
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