lunedì 9 settembre 2024

COS’ALTRO DEVE FARE SATANA?

LEONARDO LUGARESI

Cos’altro deve fare Satana, più di quello che sta facendo, per convincerci che è qui, tra di noi, interessato al mondo e agli uomini quasi quanto Colui che disperatamente scimmiotta; attivo h 24 e non solo in forma indiretta, attraverso mille mediazioni e cause seconde (o terze o ennesime) del male che ribolle tutto attorno a noi e in noi, bensì anche in prima persona, direttamente e quasi allo scoperto, con atti che portano inconfondibile la sua impronta fetida, la sua firma agghiacciante?

Albrecht Durer  1513
La Morte, il Diavolo e il Cavaliere

Cos’altro deve fare, più che agire come ha fatto l’altra notte, distruggendo una famiglia a Paderno Dugnano (odia le famiglie più di ogni altra cosa umana, lui che, al contrario di Colui che vorrebbe disperatamente essere, non è Padre, né Figlio, né Amore reciproco dell’uno e dell’altro, ma è disperatamente single)? Ci sono tanti modi per distruggere una famiglia, e ogni momento se ne sfascia qualcuna, per i più svariati motivi. Ma quei motivi, nella quasi totalità dei casi, sembrano a tutti noi “ragioni adeguate” a spiegare la cosa; ragioni sulle quali gli psicologi, i sociologi, gli economisti, i politici e i vicini di casa hanno da dire la loro.

Ma chi mai può dire qualcosa – qualcosa di sensato, intendo – quando una notte normale, nella casa normale di una famiglia normale un normale ragazzo non ancora diciottenne (poco più che un bambino, dunque, per l’odierna scansione della crescita umana) si alza dal letto, prende un coltello e ammazza il fratello minore, la mamma e il babbo?

Come si fa a non vedere l’adamantina purezza del male, che non ha spiegazioni, non ha ragioni, non si lascia comprendere ma chiede di essere solo guardata con orrore?

Di questi segnali, il nemico ne manda tanti, ma noi non ne intercettiamo nessuno. Cos’altro deve fare Satana, perché ci rendiamo conto di dove siamo e di chi abbiamo di fronte? C’è un versetto della Scrittura che una volta, se non sbaglio, si leggeva ogni sera nella Compieta (oggi è solo una delle letture che si alternano). In latino diceva così: Fratres sobrii estote et vigilate, quia adversarius vester diabolus, tamquam leo rugiens, circuit quaerens quem devoret: cui resistite fortes in fide.  (“Fratelli, siate sobri e vigilate, perché il diavolo come leone ruggente si aggira cercando di divorarvi; a lui resistete forte nella fede”). È tratto dalla Prima Lettera di Pietro e, benché l’immagine del leone ruggente non sia forse la più adatta, oggigiorno, per metterci sul chi va là, la sua ispirazione guerresca ci sarebbe assolutamente necessaria.

“Vigilanza” (proprio nel senso dei turni di guardia), “nemico” (proprio nel senso di quello che ti vuole morto), “resistenza” (proprio nel senso di stare in trincea e sparare su chi ti viene contro), “fede” (proprio nel senso di certezza della vittoria): questo è l’armamentario di idee che ci serve per sopravvivere.

 

Nessun commento:

Posta un commento