ORIZZONTI CESENA
INCONTRO DEL 22.08.24
PARTE PRIMA
“Orizzonti” è il frutto di una amicizia
operativa: amici mossi dalla passione per l’uomo, in particolare per l’uomo in
condizioni di bisogno, passione nata seguendo l’esperienza cristiana.
Esiste una rete informale di persone e gruppi che vivono con una intensa passione missionaria e si impegnano, in modi molto vari, a sostenere presenze in alcuni paesi del mondo
il gesto di questa sera e’ espressione di questa realta’ viva e dinamica. Sono con noi:
Gli amici di Orizzonti
La Fraternità dell’Uganda con Giorgio
Taglietti e i suoi amici
Pro Terra Sancta con Tommaso Saltini
Direttore e Andrea Avveduto
Fraternità san Carlo: Don Sandro
Bonicalzi, don Valerio Valeri, Seminaristi Carlo Quattri e Alessandro Milanesi,
Suor Eleonora Ceresoli
Confraternita con Enrico Tiozzo
Coordinamento per il Venezuela con
Monica Poletto
CdO sociale con Stefano Gheno
TEMPI con Rodolfo Casadei e Leone Grotti
Amici di Enzo (Piccinini) con Anna
Gruppi Nazarat col coordinatore Marco Ferrini
TOMMASO SALTINI direttore PRO-TERRA SANCTA https://www.proterrasancta.org/it
Arturo
Alberti Qualcosa
di cui giornali e tv non parlano mai, come vivono i cristiani questa situazione
drammatica in cui si trovano?
Tommaso Saltini (al centro) a Betania |
Anche noi,
che ci muoviamo sulla scia dei Francescani, e di tutta la Chiesa, siamo
presenti in Israele, Palestina, Giordania, Egitto, Gaza, Siria, Libano, Cipro
e, ripercorrendo i viaggi di Paolo e Barnaba, anche Turchia, Grecia (fino a
Roma). In effetti siamo presenti anche in Grecia, nelle isole di Rodi e Kos,
dove la Custodia mantiene un presidio in continuità con la presenza dei
Crociati, quando si ritirarono da Gerusalemme e da Acri per arrivare a Rodi, e
poi furono esiliati a Malta, dove scomparirono.
Per venire
alla domanda iniziale sulla situazione attuale, come ci ricorda sempre il
cardinal Pizzaballa, i cristiani sono parte di diversi popoli, quindi oggi,
come ricordato dal Cardinale nell’incontro inaugurale del Meeting, la piccola
comunità cristiana di Israele e Palestina è presente in tante situazioni
diverse. A Gaza ci sono cristiani arabi a tutti gli effetti, e ci sono
cristiani in Cisgiordania e in Israele, anche arruolati a svolgere il servizio
militare nell’esercito. E’ una situazione molto complessa, in quanto il
cristiano è chiamato a vivere da cristiano nella situazione in cui si trova.
Spesso ci si
chiede quale sia il compito dei cristiani in Terra Santa. Oggi la situazione è
talmente tragica che non si può dire qual è il loro compito specifico se non
essere uomini e, forse, ascoltare, almeno questa è la cosa più vera che mi pare
di poter dire considerando la mia esperienza. Sicuramente a partire da coloro
che hanno più responsabilità nella Chiesa e tra i religiosi, ma anche il
cristiano del popolo è forse quello che è più capace di ascoltare questi mondi
che fanno tanta fatica a parlarsi e che hanno tante ferite. Chi è convinto di
essere dalla parte giusta, e anche in nome di questo fa il male, alla fine
soffre tantissimo, anche se non lo fa vedere. Noi abbiamo saputo, anche
attraverso preti che fanno una pastorale di ascolto, di ragazzi israeliani che
sono disperati per quello che comunque gli è toccato fare e vivere.
Arturo
Alberti Ci diceva
padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia di Gaza, che l’esperienza
drammatica che hanno fatto si è svolta comunque dentro una consapevolezza di
fede molto grande.
Sì, è vero,
anche nel bisogno c’è la libertà di abbracciare l’altro. Ci sono anche i
mussulmani a cui ho visto fare atti di carità molto belli ma il cristiano oggi
è quello che abbraccia tutti. E quindi questa piccola parrocchia di Gaza
effettivamente è un punto di incontro fra cristiani diversi, ortodossi, armeni
e mussulmani, un centro di aiuto e di speranza per tutti.
ENRICO TIOZZO LA CONFRATERNITA
http://www.apssantacaterina.org/
(Enrico Tiozzo è il
presidente della Federazione nazionale dei Centri di solidarietà ed è un socio
dell’Associazione di promozione sociale Santa Caterina)
Enrico Tiozzo |
Chiamiamo
“Confraternita” il ritrovarsi insieme fra gente che fa opere sociali, lavora,
si esprime nell’ambiente, e il cui scopo è aiutarsi a far memoria e tener vivo
l’ideale per cui si vive e si lavora.
All’inizio
Giussani chiamava le fraternità “confraternite”, e diceva che come l’uomo
adulto è definito dal fatto che lavora, l’adulto cristiano è definito
dall’ideale per cui lavora, e allora si mette insieme, si coagula, lì dov’è,
con gli altri che hanno lo stesso ideale, perché questo ideale possa essere
praticato, vivo, affermato nell’ambiente, e nascono dei luoghi, dei “coaguli”.
Poi Giussani concludeva chiedendosi cosa sarà delle nostre costruzioni in campo
sociale, economico, culturale, delle nostre opere, senza queste confraternite,
senza questa amicizia, senza che questo ideale sia dentro la comunione con
qualcuno, sia l’oggetto e il paragone di uno sguardo condiviso.
Allora nel
tempo noi abbiamo detto, - ecco cos’è quest’amicizia che ci accade, è una
confraternita – e questa dinamica, che poi è la Compagnia delle Opere, (ma a
noi piace dare il nostro nome alle cose), l’abbiamo chiamata Confraternita, e
l’abbiamo intitolata alla Patrona d’Italia, Santa Caterina da Siena. Lei
esortava il papa a essere “ciò che doveva essere”; ecco, noi cerchiamo,
attraverso questo continuo esporsi allo sguardo di qualcun altro, che valorizza
e corregge, noi cerchiamo di aiutarci ad essere ciò che dobbiamo essere. Che
cosa? Una presenza cristiana, cioè gente che porta una novità nell’ambiente,
perché il rischio delle nostre opere è di farle per risolvere i problemi
sociali, ma questi sono più grandi di noi. La vera novità è che, affrontando i
problemi, si porti la novità che è il cristianesimo, cioè il fatto che c’è Chi
li risolve, Chi soddisfa il bisogno di felicità che l’uomo ha.
La cosa è
nata fra quattro amici, circa 25 anni fa, e poi c’è un po’ scappata di mano,
quando, di fronte a problemi più grandi di noi, ci siamo ritrovati ad
interpellare amici in giro per l’Italia. Il mio particolare impegno è una
piccola opera a Ferrara dove aiutiamo i disoccupati, ma ormai siamo in giro per
il mondo, Terra Santa, Armenia, Stati Uniti… Gente e culture diversi eppure
tutti bisognosi della stessa cosa, e noi, poveracci, senza sapere le lingue, ci
scopriamo portatori di ciò che il cuore dell’uomo desidera.
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