il Belgio è il paese dove,
sistematicamente e da anni, è stata smantellata l’identità europea
TEMPI Marzo
22, 2016 Redazione
Che in Belgio
ci sia un problema con il fondamentalismo islamico lo si sa da tempo, e
gli attentati di questa mattina ne
sono la conferma. Il fatto che sia la sede delle istituzioni europee e che,
negli ultimi anni, sia stato uno dei
paesi dove più si è spinto verso un’integrazione all’insegna del
multiculturalismo più irragionevole, rendono la situazione ancor più
emblematica dell’incapacità europea di
affrontare il fenomeno.
Il Belgio non è solo il paese dove è stato arrestato pochi giorni
fa Salah Abdeslam, il Belgio è anche il paese dove, sistematicamente e
da anni, si è progettato di smantellare l’identità europea per far posto a
un indistinto – ma anche feroce – nichilismo e a una neutralità religiosa che
non fa che fomentare l’estremismo.
CASI DI
ESTREMISMO. Di Molenbeek, il quartiere di Bruxelles base degli attentatori di
Parigi si è scritto molto. Ma la situazioni simili sono vissute in altre parti
del paese. Quando a gennaio la polizia arrestò tredici jihadisti a Verviers
venne a galla che la rete dei terroristi aveva solidi legami con le milizie che
agiscono in Siria. In molti quartieri i musulmani erano e sono la maggioranza,
il 41 per cento degli allievi nelle scuole pubbliche sceglie i corsi di islam e
casi di estremismo sono all’ordine del giorno. Nel 2010, un professore che
teneva uno di questi corsi è stato ripreso mentre insegnava che «le ragazze
adolescenti che non portano il velo commettono peccato» e che «ebrei e
cristiani andranno all’inferno, dove dimoreranno eternamente». L’insegnante è
stato sospeso per appena quattro mesi.
RECORD DI
JIHADISTI. Secondo alcuni dati, tra i 400 e i 600 belgi si trovano o si sono
recati in Siria a combattere con gli islamisti. Molti sono tornati in patria
radicalizzati. In rapporto alla popolazione di appena 11 milioni di persone, il Belgio è il Paese occidentale dal
quale sono partiti più jihadisti, segno che in uno dei tanti regni del
multiculturalismo, dove una persona su sette è straniera, l’integrazione è solo
un sogno.
LAICISMO
SPINTO. Gli ultimi dati ufficiali sull’immigrazione risalgono al 2012:
secondo l’Osce il 15,2 per cento della popolazione è straniera e solo nel 2012
l’immigrazione è leggermente diminuita, dopo due decenni di crescita costante. Per tenere insieme una società sempre più
multiculturale, Bruxelles ha scommesso sul laicismo, una giocata che si sta
rivelando perdente.
Per non offendere nessuno, ad esempio, le
vacanze scolastiche di Natale sono state rinominate “vacanze d’Inverno”, quelle
che coincidono con la festa di Tutti i santi sono diventate “congedo d’Autunno”
e le vacanze di Pasqua sono ora “le vacanze primaverili”. Il Belgio è anche il
Paese dove i simboli religiosi non sono ben visti nello spazio pubblico, dove
le Femen hanno
tirato una torta in faccia all’arcivescovo di Bruxelles André-Joseph Léonard
senza che nessuno protestasse e quello dove i cattolici che hanno provato a
mettere in discussione l’eutanasia infantile sono
stati accusati di «ingerenza intollerabile».
DERIVA ETICA. Dal punto di vista etico, poi, il
Belgio si è lasciato andare da oltre un decennio: nel 2002 ha approvato l’eutanasia, con la
quale oggi si possono uccidere anche i neonati o le persone con depressione e
problemi mentali, nel 2003 il matrimonio tra persone dello stesso sesso, nel
2006 la possibilità per le coppie omosessuali di adottare bambini, dall’1
gennaio inoltre è in vigore anche la “presunzione di maternità“,
legge unica al mondo per facilitare la vita alle coppie di lesbiche.
SHARIA4BELGIUM. La
società che i belgi hanno costruito si è rivelata un terreno fertile per il
terrorismo e l’estremismo di matrice islamica. E Bruxelles, che nel 2003 ha
dovuto processare il terrorista Tarek Maaroufi per falso e «reclutamento per un
esercito straniero» perché non aveva nell’ordinamento una legge antiterrorismo,
si è ritrovata nel 2014 ad aprire il primo grande processo ai militanti dello
Stato islamico con passaporto europeo. Gli imputati sono soprattutto ex ragazzi
di strada, abitanti del ghetto islamico di Anversa, reclutati dai salafiti di
“Sharia4Belgium”, un gruppo estremista fondato nel 2010, ufficialmente sciolto
nel 2012 ma che ancora agisce sul territorio.
NON SONO LUPI
SOLITARI. I fatti odierni di Bruxelles hanno risvegliato gli incubi del
maggio scorso, quando Mehdi Nemmouche,
29enne franco-algerino, dopo un anno di guerra in Siria è tornato in Europa e
ha sparato a quattro persone nel museo ebraico di Bruxelles. Allora tutti si
erano affrettati a parlare di lupo solitario, oggi nessuno ha più il coraggio
di farlo.
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