Quando
sento un capo politico che dice, dopo aver portato a casa un risultato
politico, che "ha vinto
l'amore" ( Renzi lo ha detto copiando Obama - suvvia un po' di
originalità- a proposito della abborracciata legge sulle "unioni
civili") mi preoccupo.
Mi
preoccuperei ovviamente anche se lo si dicesse a seguito di un risultato
contrario, cioè se lo dicesse che so Alfano nel caso avesse prevalso in
parlamento la sua posizione.
Non voglio un parlamento o un politico
che legiferi in nome dell'amore o che cerchi di far credere che lo faccia per
quello. Non voglio uno
Stato che si immischi nell'amore. Si occupi di contratti, di leggi, di
salvaguardare diritti, ma lasci stare l'amore. È un bruttissimo segno quando un politico
vuole giustificare la sua politica in nome dell'amore. Sta barando. Sta
occultando qualcosa. Somiglia terribilmente a quelli che giustificavano le
loro scelte ( sappiamo quali) in nome della purezza o della umanità.
No,
abbiamo il coraggio di dire in nome di che cosa veramente fanno alcune leggi
o non ne fanno altre. In nome dell'amore si regalano fiori, si danno
baci, si inumidisce la fronte di un malato, si aspetta per ore o per anni
qualcuno. Le leggi si fanno - a volte sbagliando, a volte no- in nome di
certi diritti che si considerano prevalenti su altri, in nome di convenienze
politiche, in nome di benessere economico etc.
Siamo in un'epoca in cui la retorica politica deve cambiare il nome alle cose
per coprire i suoi veri interessi.
Chiamano "maternità
surrogata" quel che è un orrendo commercio del corpo femminile.
Chiamano "terroristi" i
combattenti di uno stato nuovo che ha l'appoggio aperto di ottanta stati e
quello occulto di molti altri.
Hanno chiamato integrazione quel che
era la condiscendenza a un fenomeno migratorio (voluto) senza regole e che
ora sta esplodendo causando infinite sofferenze.
Chiamano identità europea una cosa che
non c'è e di cui eliminano ogni giorno simboli e radici. E sono solo alcuni
esempi evidenti.
Domina
questa retorica. Che odora di falso, di banale, di pericolo. Solo i babbei se
ne contentano. Gli altri, quelli che sono attaccati al senso delle parole
perché sono attaccati alla realtà, fanno bene ad allarmarsi.
Davide
Rondoni
Da
clandestinoZOOM
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