Il tema fondamentale
di tutto il discorso spirituale di mons. Luigi Giussani è quello della domanda
come espressione fondamentale della coscienza di se stessi.
Caravaggio, Vocazione di San Matteo : particolare del Volto di Cristo |
Come recita, infatti, l’Antifona dei Primi
Vespri del Natale, «tutta la terra desidera il Suo volto». La “terra” della
coscienza dell’uomo si esprime strutturalmente in desiderio. Se la domanda è
ciò che descrive di più la natura dell’uomo il problema, allora, consiste nel
suo stesso contenuto. Il profeta Tobia osserva: «Domanda che [il Signore] ti
sia guida nelle tue vie e che […] i tuoi desideri giungano a buon fine».
Questo
esito buono cui aspira ogni tensione naturale, come dimostra l’esperienza, non
può derivare, però, dall’immaginazione dell’uomo. Esso appartiene alla libertà
del Mistero presente. Per questo la domanda ha come contenuto che Cristo venga,
allargando la misura in cui inevitabilmente l’uomo rinchiuderebbe il proprio
desiderio. Desiderare, perciò, coincide in ultimo con il chiedere la conoscenza
e l’amore di Cristo.
La preghiera del cristiano si differenzia dalla semplice espressione di una religiosità naturale perché ha come contenuto qualcosa che è accaduto e che lo investe nel presente.
Per questo se la prima
parola della preghiera è «domanda», la seconda è «memoria».
La preghiera
cristiana si compie solo come memoria, come coscienza, cioè, di una grande
Presenza che ha preso iniziativa ed è capace di salvare l’uomo. Essa nasce
nell’uomo come iniziativa che muove dalla coscienza di Lui, come attesa di Lui.
La coscienza di un “io” che Lo attende non è automatica ma coincide con
un’iniziativa voluta.
La preghiera che scandisce la giornata (Angelus, Benedictus,Magnificat, Nunc dimittis) diventa perciò espressione della verità di se stessi.
Tutto, infatti, sarebbe
niente senza la coscienza della Sua presenza che nella preghiera diventa come
roccia contro la quale si infrange tutto il risentimento per ciò che
sembrerebbe mancare alla vita.
Il cristiano, dunque, può andare
incontro alla realtà, qualsiasi volto essa abbia, speranzoso e baldanzoso
perché sa che l’Essere è positività. Nella preghiera l’uomo “lavora” con Dio:
essa è, infatti, il punto in cui «Dio fa e l’uomo fa».
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