TEMPI, Marzo
7, 2016 Leone Grotti
«I terroristi hanno sparato su di loro,
non sui musulmani». Oltre a loro, sono stati uccisi 12 civili ed è stato rapito
padre Tom Uzhunnalil, missionario salesiano indiano
«Le quattro suore sono
veramente martiri della fede perché sono state uccise in odio alla loro fede
cristiana». Non ha dubbi il vicario apostolico per l’Arabia settentrionale,
Camillo Ballin, parlando a Tv2000. Il 4 marzo quattro suore Missionarie della Carità, la Congregazione fondata da madre
Teresa di Calcutta, sono state trucidate ad Aden, tra le città più
importanti dello Yemen, sconvolta da una guerra che va avanti da quasi un
anno. Anche papa Francesco all’Angelus di domenica in piazza San Pietro ha
parlato di «martirio».
«DIVISE DAI
MUSULMANI». Un commando armato ha ucciso 12 civili nel compound delle missionarie
dove si trovava anche una casa per anziani. «Quando i terroristi sono entrati
nella struttura», continua il vicario Ballin, «hanno separato gli ospiti,
anziani e disabili, dalle suore e hanno poi sparato sulle religiose. I
terroristi sapevano che in queste strutture tra gli ammalati e i ricoverati
erano presenti alcuni musulmani. Infatti non hanno sparato sui musulmani ma
sulle suore. Questo fa capire che la matrice è religiosa».
SACERDOTE
RAPITO. Solo
suor Sally è riuscita a salvarsi e come dichiarato ad AsiaNews, dal
vicario apostolico per l’Arabia meridionale, Paul Hinder, «sarà trasportata
fuori dal paese. La religiosa raggiungerà una delle comunità fuori dal paese».
Non si sa ancora nulla invece della sorte di padre Tom Uzhunnalil,
missionario salesiano indiano di 56 anni, rapito dai terroristi. «Non sappiamo
neanche se è ancora vivo».
«RESTEREMO IN
YEMEN». Sia le
suore uccise che il sacerdote rapito avevano deciso pochi mesi fa di
restare in Yemen, nonostante la situazione fosse pericolosa e avessero avuto la
possibilità di andarsene, dicendo: «Noi vogliamo restare vicini ai poveri e
agli ultimi e restiamo qui. È la nostra vocazione». Attraverso un comunicato,
la congregazione fondata da madre Teresa ha fatto sapere che «continueranno a
servire i poveri e i bisognosi in Yemen. Madre Teresa è sempre stata negli
angoli più remoti del mondo, indipendentemente dalla situazione locale».
JIHADISTI AD
ADEN. Per
impedire ai ribelli sciiti Houthi di prendere il potere nel paese, una
coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita bombarda lo Yemen da
aprile, causando la morte di oltre 5.000 persone, in maggioranza civili. Aden è
stata liberata dall’occupazione a luglio e Riyad vi ha spostato temporaneamente
il governo dalla capitale Sana’a. Ma diversi quartieri della città, causa
il vuoto di potere, sono di fatto finiti in mano a Isis e Al-Qaeda (che ha
preso le distanze dall’ultimo attentato). «I jihadisti mi fanno paura»,
spiega una residente, «Sono potenti, organizzati e per ora non c’è nessuno che
li voglia fermare».
Foto Ansa/Ap
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