SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE CESENATE
ALLA POPOLAZIONE CESENATE
Piazza del Popolo - Cesena
Giovedì, 8 maggio 1986
Giovedì, 8 maggio 1986
Carissimi
cittadini di Cesena!
1. Vi
sono profondamente riconoscente per questa accoglienza nella quale sento subito
vibrare il vostro temperamento forte e gioviale. Dall’intimo del cuore vi
saluto e vi ringrazio. Saluto in particolare il signor sindaco e lo ringrazio
per le cortesi e calde parole con le quali ha avuto la bontà di accogliermi e
di farsi interprete dei sentimenti della Cittadinanza. Porgo parimenti un rispettoso
saluto alle autorevoli personalità e agli esponenti delle varie Istituzioni,
che onorano questo incontro con la loro presenza. Ma desidero che il mio
cordiale pensiero raggiunga tutti i membri della compagine cittadina e delle
altre comunità, di cui si compone la circoscrizione diocesana, assicurandoli
che anch’essi, ovunque si trovino, sono presenti nel mio cuore.
2. Nel
mio itinerario pastorale in Romagna sono lieto di fare tappa a Cesena, città
giustamente fiera delle sue remote origini e della sua lunga storia. Una storia
densa di avvenimenti, dai quali emerge, con ininterrotto filo conduttore
l’acuto senso di libertà che, dalle epoche lontane alle più recenti, animò i
Cesenati, li sostenne nella tenace difesa di quel grande bene, li guidò nella
sua valorosa riconquista. Il trascorrere del tempo non ha spento il ricordo
dell’alternarsi sul vostro suolo di drammatici periodi di lotta con periodi di
pacifica floridezza, in un intreccio complesso attraverso il quale è stato
tramandato da una generazione all’altra un patrimonio di ricche tradizioni.
Qui
hanno tuttora un linguaggio eloquente monumenti e opere d’arte di vasta
celebrità. La Biblioteca Malatestiana che, nella eleganza delle linee
architettoniche quattrocentesche, accoglie un copioso materiale di singolare
valore culturale, ed è una delle più antiche biblioteche
umanistico-conventuali; la magnifica Cattedrale, anch’essa di origine
quattrocentesca, più volte trasformata nei secoli seguenti; a ridosso dei colli
appenninici l’Abbazia benedettina di Santa Maria del Monte, dove fra poco mi
recherò: essa è sorta là dove il vescovo san Mauro aveva fatto costruire una
piccola chiesa solitaria, verso l’anno 930, sul monte Spaziano, come attesta il
suo biografo san Pier Damiani. Desidero inoltre menzionare Santa Cristina,
gioiello che al valore artistico assomma quello affettivo, per il suo legame
con la figura del vostro concittadino, Papa Pio VII.
Vanto di
Cesena è, infatti, questo Pontefice, il già monaco benedettino Gregorio Barnaba
Chiaramonti, e, insieme con lui, il suo immediato predecessore, Angelo Braschi,
Papa Pio VI; come ella, onorevole signor sindaco, ha voluto ricordare con
delicato pensiero. Ad essi mi sia consentito di aggiungere due altri presuli
cesenati d’adozione, che furono chiamati al sommo pontificato dopo essere stati
pastori di questa diocesi: Pietro Francesco Orsini, divenuto papa col nome di
Benedetto XIII nel 1700, e Francesco Saverio Castiglioni, Pio VIII, nel secolo
scorso.
3.
Fedele alle proprie tradizioni, Cesena offre oggi l’immagine di una città
vivace e operosa, aperta ai valori umani senza preclusioni verso quelli
religiosi; sensibile al dinamismo culturale, impegnata in un metodico e
costante sviluppo economico e sociale, connesso specialmente con taluni settori
del mondo agricolo. Sono degne di elogio, cari Cesenati, la vostra fervida
applicazione alle varie attività e la vostra disponibilità di fronte alle nuove
tecniche e ai nuovi tipi di rapporti commerciali. Vedo in questo atteggiamento
un segno della vostra volontà di concordia e di reciproca comprensione,
elementi indispensabili per il raggiungimento della piena giustizia sociale
nella solidarietà umana più concreta e generosa.
Mi piace
ricordare, in quest’ordine di idee, alcune opere della città e della diocesi:
la comunità “Grazia e Pace” per emarginati e senza casa; la comunità
terapeutica per il recupero dei tossicodipendenti e altri centri collegati con
le strutture civili; l’Istituto “Pio XII” per portatori di handicap. Desidero
ricordare anche la “Marcia della Pace” di Capodanno e la “Festa della famiglia”
che si celebra in coincidenza con la solennità della Madonna del Popolo,
protettrice della città e della diocesi.
4. Il
messaggio evangelico, che è stato annunziato nelle vostre terre fin dai primi
secoli della Chiesa, si è mantenuto vitale pur nel susseguirsi di burrascose
vicende. Da un secolo all’altro la fede cristiana è stata tramandata. In questa
fede viene a fortificarsi il successore di Pietro. Viene privo di ogni
nostalgica reminiscenza della sovranità di tempi andati, sollecito soltanto di
far progredire nelle coscienze il misterioso dinamismo della Parola liberatrice
e salvatrice di Cristo, convinto di contribuire così anche allo sviluppo
integrale dell’uomo.
Il
cristianesimo, accettato e vissuto seriamente in tutte le sue dimensioni,
rivela una straordinaria capacità di animazione anche di quei valori da cui non
può prescindere la convivenza civile: valori spirituali e morali, che tanto
all’individuo quanto alla famiglia e a ogni assetto comunitario infondono un
incessante slancio vitale.
Carissimi
fratelli e sorelle di Cesena, io prego il Signore per la vostra prosperità di
oggi e di domani nella luce di quei valori. Prego in particolare la Vergine
santissima, della quale siete molto devoti nel solco dell’antica matrice
religiosa delle vostre tradizioni. Ricordo con compiacimento che il 19 aprile
1980, durante l’udienza a un grande pellegrinaggio romagnolo, ebbi la gioia di
benedire e incoronare una copia dell’affresco settecentesco della vostra Madonna
del Popolo, che poi fu portato in tutte le parrocchie della diocesi. La grande
Madre celeste sia dunque propizia al popolo cesenate e a quanti, rivestiti di
pubbliche responsabilità, lo rappresentano.
Con
questo fervido auspicio vi ringrazio per la vostra cordiale ospitalità e invoco
su tutti copiose benedizioni celesti.
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