Ero in Polonia: ho pregato con un vero popolo
cristiano
PIER LUIGI TONTI
Caro
direttore,
una coppia di
sposi di Rimini e io, che sono di Cesena, venerdì
6 ottobre alle ore 8 siamo partiti in auto da Cesena per raggiungere le
Polonia e unirci alla recita del Rosario sui confini, promossa anche dalla
Conferenza episcopale del paese. Dopo quasi 12 ore di viaggio, in cui abbiamo
percorso 1.160 chilometri circa, siamo arrivati verso le 19.30 a Cieszny, città
polacca sul confine con la Repubblica Ceca.
Sabato 7 alle ore 10.30 si è cominciato con la spiegazione del gesto, dopodiché, alle ore 11, è stata celebrata la Santa Messa. E dalle 12
fino alle 13 abbiamo partecipato all’Adorazione Eucaristica. In seguito,
abbiamo avuto tre quarti d'ora di tempo per pranzare, perché poi alle 14 è
cominciato il Santo Rosario che si è concluso alle 16, dopo la recita di
tutti e quattro i misteri. Infine, siamo rimasti per un po’ ad adorare il Santissimo
Sacramento, ancora esposto nella chiesa dedicata a santa Maria Maddalena. Alle
16.30, siamo quindi ripartiti per l’Italia, arrivando a Cesena intorno
alle 15.30 del giorno successivo.
Provo a descriverle quanto ho visto: al mattino presto vi era una maggioranza di
anziani e adulti, saranno state in tutto circa millecinquecento persone,
al pomeriggio poi si sono uniti tanti giovani e famiglie con bimbi. Per
almeno tre ore di Adorazione Eucaristica e Rosario, ho visto gente di oltre
70/80 anni inginocchiata sulle pietre della piazza bagnate dalla pioggia.
Pregavano senza che volasse una mosca o si aprisse un labbro, se non per
recitare il Rosario. Ho visto uomini, donne ragazzi in ginocchio con le corone
del Rosario pendenti dalle loro mani. Una vecchia donna, piccola e minuta, dai
capelli bianchi e gli occhi di un azzurro intenso è rimasta in ginocchio
per due ore con le mani e le braccia protese in avanti e la corona che pendeva
dalle sue dita, che la stringevano come aggrappate ad essa. Aveva il viso
bianco, forse levigato da una crema o qualcosa del genere, che la rendeva come
marmorea, quasi una statua, in perenne rendimento di grazie.
A prendere la Comunione poi, non ho
visto proprio nessuno che abbia ricevuto il Signore in mano. Tutti hanno
ricevuto l’Eucarestia sulla lingua, più della metà di loro in ginocchio.
Ho visto poi una trentina di sacerdoti, tutti rigorosamente in talare, con
in testa la berretta tricorno, il copricapo sacerdotale nero con il pon pon
sempre nero, mentre quello del vescovo presente era viola. Questi preti erano
giovani, dagli occhi luminosi e si abbracciavano fra loro come facevano,
immagino, gli apostoli! Abbiamo davvero toccato con mano e visto con i nostri
occhi un Popolo con la P maiuscola, un popolo cristiano! Non smetteremo mai di ringraziare
il Signore e la Madonna per averci chiamato in Polonia ai Loro piedi il 7
ottobre 2017!
TRATTO DA LA
NUOVA BUSSOLA
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