Il Presidente disinnesca la trappola della libertà religiosa
tesa da Obama.
Gli orologi rotti due volte al giorno ci prendono, e allo
stesso modo le lancette politiche di Donald Trump ogni tanto segnano l’ora
giusta.
La revoca del mandato del ministero della Salute sull’obbligo di
offrire contraccettivi e farmaci abortivi gratuiti nei piani assicurativi è uno
di questi casi, passato un po’ in sordina rispetto agli altri intrattenimenti
da trivio che la Casa Bianca quotidianamente ci offre.
Con l’annuncio di
venerdì, l’Amministrazione corregge un preoccupante restrizione della libertà
religiosa approvata da Barak Obama per decreto, una delle decisioni più gravide
di conseguenze fra quelle prese dalla precedente amministrazione.
Il dispositivo imponeva anche ad istituzioni di ispirazione
religiosa, scuole, università, ospedali, di offrire gratuitamente la copertura
dei contraccettivi, sulla base di un ragionamento truffaldino: i luoghi di
culto si diceva godono di speciali esenzioni in base al principio della libertà
religiosa (il cuore del Primo emendamento), ma lo stesso non valeva per le
opere che nascono dall’esperienza della fede. Quelle devono adeguarsi alla
pillola come diritto inalienabile.
Il New York Times, portavoce delle anime belle, l’ha
capziosamente presentata in un articolo di cronaca (non in un editoriale) come
modo “per negare alle donne la copertura assicurativa per la contraccezione”,
mentre qui si tratta di restituire alle istituzioni di ispirazione religiosa la
libertà di non violare la propria coscienza, secondo un principio che è prima
americano che religioso.
La Conferenza Episcopale americana ha saggiamente definito la
decisione “un ritorno al senso comune”.
Nessun commento:
Posta un commento