CENSURA E DELIRIO NELLE HIGH SCHOOLS
Un amico che insegna
in un liceo pubblico di San Francisco mi ha fatto avere un appunto sull’estate
americana e il futuro che ci aspetta, almeno in Occidente, grazie a questi
“democratici” che occupano tutti i posti del mondo della comunicazione e,
soprattutto, dell’educazione. Ecco di cosa si tratta, lascio volentieri la
parola a lui.
TURNER Tempesta di neve |
«Fino a pochi giorni fa i neo-nazisti in America erano
quattro gatti, psicopatici, buoni al massimo ad essere messi alla berlina dai
Blues Brothers.
Qualche settimana fa, sono andati a Charlottesville in cerca di
attenzione. La Cnn ha si è occupata di loro con una diretta non stop. La
presenza delle telecamere ha galvanizzato la protesta e la contro-protesta,
così ora i nazisti, da quella caccola che erano, si sentono importanti.
La
diretta televisiva a Charlottesville ha aperto una lattina piena di vermi e ora
non c’è più modo di rimettere i vermi nella lattina.
Tutto questo è il risultato di una mentalità che nasce nelle high
schools, forse anche middle schools, dove tutti i temi politicamente corretti
costituiscono una specie di dogma e dove si sviluppa la retorica del “safe
space”, lo “spazio sicuro”.
Gli insegnanti sono invitati a mettere sulla
porta della loro aula un adesivo che dice “questo spazio è sicuro”, cioè è uno
spazio dove non si mette in discussione la teoria gender, non si parla di
diritto alla vita dei nascituri, nessun comportamento sessuale è criticato.
Sono incluse in questa retorica anche tutte le teorie pseudo
scientifiche su come l’apprendimento, e perciò la conoscenza, dipenda dal
soggetto e non dall’oggetto che viene studiato. Non è un caso che l’oggettività
del metodo di conoscenza è sotto attacco. Un altro grande dogma indimostrato
che comincia dai livelli scolastici inferiori è quello di tutta una serie di
“disordini”, il più famoso dei quali è l’Add, Attention Deficit Disorder, o il
suo fratellino Adhd, Attention Deficit and Hyperactivity Disorder. Ce ne sono
molti altri e, anche se la definizione di disordine enuncia chiaramente che non
sono patologie, vengono di fatto trattate come tali, in molti casi con
psicofarmaci.
La conseguenza è che un numero sempre crescente di ragazzini
è considerato non responsabile delle proprie azioni (il ché potrebbe essere
vero nel caso di una patologia), in quanto ha un “disordine”.
Il cestino dei deplorevoli
Qualunque tentativo
di discutere seriamente “dogmi”, è presentato ai ragazzini come una forma di
attacco a loro stessi. Questo li educa a considerare qualunque sfida alla
versione corrente del politicamente corretto come un’offesa inaccettabile, un
attacco che provoca loro una sorta di dolore mentale.
Da qui si capisce come, arrivati all’università, questi
ragazzi considerino non solo un loro diritto, ma quasi un dovere impedire di
parlare a chiunque dica una cosa diversa dal sistema di pensiero dello “spazio
sicuro”. Si potrebbero citare molti episodi, mi limiterò a quanto accaduto al
Middlebury College a fine febbraio. Alison Stanger, una professoressa di
sinistra, aveva invitato Charles Murray, un sociologo conservatore, a un
dibattito pubblico. Gli studenti erano così infuriati che li hanno attaccati
fisicamente e la professoressa ha subìto una contusione. La presenza di un conservatore nel campus non li faceva sentire sicuri,
in quanto i conservatori sono tutti per definizione intolleranti.
Questione di “feeling”. Qualunque pensatore non in linea con
l’ultima versione del politicamente corretto è automaticamente immesso in
quello che Hillary Clinton ha definito “il cestino dei deplorevoli”.
Nella mente dei ragazzi educati alla
retorica dello spazio sicuro, tutti quelli che sono al di fuori di tale spazio
sono i mostri che popolano il buio dei bambini: odiano i gay, le donne, i neri
e le minoranze; sono fascisti e nazisti. Neanche essere gay li salva, infatti Milo Yiannopoulos ha ricevuto gli
stessi trattamenti. Questo dimostra che quelli che difendono non sono i gay
reali, ma solo quelli politicamente corretti; non i neri reali, ma solo quelli
politicamente corretti. Se un afro-americano esprime un punto di vista
“conservatore” diventa subito una legittima preda degli attacchi verbali più
feroci, senza tema di razzismo.
Allora si capisce l’enorme pubblicità data
al fenomeno, fino a ieri marginale, dei neo-nazisti. Infatti consente di dire
alla generazione dello “spazio sicuro”, cioè il terreno di coltura degli
elettori liberal del presente e del futuro: “Avete visto che avevamo ragione?
Tutti quelli che non sono d’accordo con noi sono in realtà dei mostri, dei
nazisti. Non esiste complessità di temi o di posizioni, il mondo si divide in
noi e loro. Noi siamo i buoni e loro i cattivi”.
I cliché di Hollywood avevano
già preparato il terreno da tempo».
Tratto da TEMPI
Nessun commento:
Posta un commento