Lo sapete, è una mia idea un po’ fissa. Cioè che tante
di quelle battaglie che qualcuno chiama “di libertà”, o in nome di “diritti”,
autodeterminazione e così via, nascondano in realtà la volontà di colpire un singolo obbiettivo, cioè la presenza reale di
Dio nel mondo.
Che siano,
detto altrimenti, dei travestimenti per le zanne e gli artigli di un potere
occulto e maligno. Come in un certo libro e ora film di successo, dove il male
si traveste da clown che dona palloncini. Sfortunato, e imbecille, chi cade
nella trappola.
Così, ad
esempio, tutto il movimento iconoclasta
che ha piede ora negli Stati Uniti. Credevate che si fermasse alle statue
dei generali confederati, scrittori, esploratori come Colombo? No: il prossimo bersaglio sono le croci.
Come quella che campeggia su un memoriale a soldati caduti nella prima guerra
mondiale, che qualcuno vorrebbe abbattere in
nome di una pretesa laicità; sostituendola, cioè, con il nulla di cui quel
qualcuno è rappresentante. Un Nulla ben preciso, ovviamente.
C’è da dire che chi volesse difendere quella croce in
nome di valori o tradizioni sbaglierebbe in maniera altrettanto decisiva; anzi,
in fondo si schiererebbe con il nemico. La croce che campeggia su quelle
lapidi, o su quelle tombe, non è una pia tradizione, un segno scaramantico, una
bandiera da difendere; rappresenta la
memoria di cosa è l’uomo, il senso stesso della sua vita e della sua morte. Senza
di quella croce non ci sarebbe ragione di ricordare quei caduti, perché ci
sarebbe solo il presente, un perenne istante fuggevole senza significato, in
cui ci si sbrana vicendevolmente. Definirla valore o tradizione è averla già
abbattuta nel proprio cuore.
La croce
proclama che ogni vita vale qualcosa. Così anche le leggi come quelle sull’aborto
o come quella sul fine vita attualmente in discussione al Parlamento non sono
altro che tentativi di colpire la vita per distruggere la croce. Quando si
obbligheranno anche gli ospedali cattolici e i medici ad ammazzare i pazienti,
quella croce dovrà essere tolta dalle corsie e dai cuori, se non si vorrà
perderla.
E dopo scopriremo quanto quella libertà, quei diritti,
quella autodeterminazione valgano davvero per chi si riempie di essi la bocca.
Già lo potremmo, se volessimo.
Ma dovremmo volere vedere oltre il travestimento.
BERLICCHE
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