giovedì 7 febbraio 2019

L'IO, IL POTERE, LE OPERE : SINTESI DEI CONTENUTI 2


LE OPERE
LA POLITICA
Le opere
I. La libertà alla radice dell’opera
La libertà è esigenza, desiderio, tensione all’infinito; ma questo destino infinito si realizza attraverso i bisogni quotidiani in cui la propria sete si articola e concreta. L’origine dell’opera è il tentativo di rispondere sistematicamente a un bisogno che urge la propria vita nell’ora. Per far questo gli uomini si mettono insieme in una compagnia. La carne che Dio ha scelto per non abbandonarci è la compagnia umana che Lo riconosce e investe tutta se stessa nella realtà che quotidianamente deve vivere, perché il disegno del Mistero si svela attraverso la realtà che quotidianamente sollecita.
II. Dacci un cuore grande per amare
Il dolore e il bisogno mettono in azione l’uomo, generando un moto di solidarietà. Ma i suoi tentativi rischiano un’ultima ombra di tristezza, perché l’uomo capisce che le sue energie sono impotenti davanti al male.
Questa tristezza ultima deve essere superata dalla coscienza di un’appartenenza (ideologica o religiosa) che elimina l’impressione della vanità degli sforzi, conferendo ad ogni singolo contributo un significato buono.
La carità aggiunge alla solidarietà la consapevolezza di una imitazione del Mistero dell’essere che è legge per l’uomo e in questo modo genera un soggetto creatore, capace di opere.
III. Di fronte al bisogno, un’ipotesi positiva
La fede cristiana non è concepibile come separata dallo sforzo che l’uomo fa per vivere dignitosamente, cioè per vivere con il suo lavoro. L’avvenimento di Cristo è un modo per cambiare efficacemente l’adesso, più efficacemente di tutte le risorse sociali che si possano immaginare. La fede mostra la sua preminenza su tutte le filosofie umane di fronte al bisogno: rende così commossi di fronte al bisogno dell’altro che esso diventa come un bisogno mio. Nel cercare di rispondere al bisogno la fede ci sospinge, ci «costringe» a metterci insieme in modo libero, cioè coscienti dello scopo e delle condizioni di sacrificio inevitabile.
IV. La compagnia si dilata in libertà
L’opera è il tentativo di dare risposta ai bisogni di cui è tramata l’esistenza umana. La nostra responsabilità è far passare l’esperienza cristiana dentro quell’energia piena di generosità costante con cui l’uomo cerca di rispondere ai bisogni suoi, dei singoli o della società.
Nella misura in cui uno è cosciente di questo dinamismo che l’esperienza cristiana gli comunica, avverte l’esigenza di mettersi insieme ad altri. Nasce, così, una compagnia che è un avvenimento socialmente incidente, esempio per tutti di una dimensione nuova: la gratuità. L’obiettivo primario di questa compagnia è la nascita di opere che rispondono ai gravi problemi della società.
La politica
I. Assago 1987. Senso religioso, opere, politica
L’uomo è «uno» nella realtà del suo io. Questa unità prende forma ed è guidata nella sua espressione personale e sociale dal senso religioso da cui prendono forma i valori.
Nella responsabilità di fronte ai valori l’uomo ha a che fare con il potere, che cerca di governare i suoi desideri sottolineandone alcuni ed estromettendone altri attraverso mass media e scolarizzazione. Il panorama della vita sociale diventa grigio e si procede verso l’omologazione. 
Una cultura della responsabilità non può che partire dal senso religioso, da cui scaturiscono tutti i desideri e i valori. Tale partenza porta gli uomini a mettersi insieme, generando movimenti che rendono dinamico tutto l’assetto sociale. I movimenti mostrano la loro verità nell’affronto dei bisogni in cui si incarnano i desideri: per far questo creano strutture operative e capillari, le opere.
Solo nel primato della società di fronte allo Stato si salva la cultura della responsabilità. Un partito che non favorisse o difendesse questa creatività sociale contribuirebbe a creare o a mantenere uno stato prepotente sulla società.
II. Il desiderio e la politica
Che l’assetto politico sia tutto teso a favorire l’urgenza della creatività dal basso è una questione di vita o di morte per la vita di un popolo. Tutte le mosse umane nascono da quel dinamismo costitutivo che è il desiderio. O si costruisce sul desiderio presente o si segue un’ideologia al potere che violenta la realtà.
Solo il desiderio spalanca l’uomo sulla realtà e quanto più si lascia libertà al crearsi delle comunità intermedie tanto più esiste un’umanità felice.
III. Affermare l’altro in quanto è
La democrazia nasce dall’esigenza naturale che la convivenza aiuti l’affermazione della persona e non la ostacoli. Lo spirito di una vera democrazia mobilita ognuno in un rispetto attivo verso l’altro, affermazione di lui nei suoi valori e nella sua libertà.
Solo nella carità cristiana questa affermazione trova la sua sicurezza, perché solo nella carità cristiana diventa noto il motivo ultimo del rispetto attivo verso gli uomini: l’altro, così come è, appartiene al mistero del Regno di Dio.
Articoli e interviste
Potere
Senza l’apertura originale al Mistero, l’uomo diviene preda della posizione prevalente, cioè del potere, e da questo è trascinato a perdere il senso di se stesso. Il progetto del potere che determina il mondo di oggi ostenta le parole «pace», «irenismo», «aperturismo», «apertura verso tutti» come slogan. Ma le usa come parole d’ordine in quanto distruggono l’identità, distruggono il popolo.
Opere
La responsabilità di un io libero rimette in moto la creatività, unica alternativa al dominio dell’ideologia eretta a sistema di vita, fino alla generazione di «opere» che rendono più umano il tempo della storia, cioè fanno vivere meglio la persona.
Politica
Uno Stato è l’ambito in cui un potere cerca di servire la realtà viva di un popolo. Ma il popolo, la gente, rispondendo alle esigenze originarie della propria natura e ai bisogni profondi della propria vita, normalmente tende a creare un fenomeno associativo in cui si attua immediatamente la solidarietà. Tale solidarietà cerca di darsi strumenti di risposta e questi il potere deve garantire.


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