ELEZIONI
EUROPEE 2019
SI
ALL’EUROPA, PER FARLA
Le
elezioni europee del maggio 2019 rivestono un’importanza decisiva per il nostro futuro.
All’Europa, infatti, sono legate speranze e preoccupazioni: speranze per un progetto che ha garantito
oltre 70 anni di pace e di sviluppo; preoccupazioni per un’unità incompiuta e
burocratizzata, dimentica delle sue radici.
Come cristiani l’ideale
europeo lo sentiamo totalmente consono alla nostra natura e alla nostra storia
e non vogliamo rinunciarvi soprattutto per le opportunità di crescita,benessere
e libertà che ha promosso e dovrà promuovere: diciamo sì all’Europa, nella consapevolezza che si deve continuare a
farla e farla meglio.
La
storia recente dell’integrazione europea è iniziata con i padri fondatori, De
Gasperi,
Schuman e Adenauer, basata su un’idea
popolare e condivisa di unità culturale e politica, da cui far discendere
gli aspetti economici e organizzativi; questo modello voleva soprattutto
armonizzare la politica estera e di difesa, far crescere la solidarietà e l’integrazione
tra le nazioni e le persone con un sistema libero di mercati ed economie differenziate.
Purtroppo l’idea di un’Europa dei
popoli è stata presto abbandonata, con l’adozione dei principi del
politicamente corretto nella cultura e nel costume, il dettaglio delle regole
del “mercato unico” e la conseguente enfasi burocratica nei rapporti tra gli
Stati.
Il rifiuto
di menzionare le “radici
ebraico-cristiane” nel progetto di costituzione europea
(trattato di Nizza) ha sancito una rottura con l’idea originaria di Europa; la conseguente
spaccatura fra élites divenute
tecnocratiche e il sentimento popolare – insieme all’affrettato processo di
adesione di molti Stati – hanno acuito lo scetticismo verso Bruxelles e la
richiesta di ritornare alle “identità nazionali”. Più di recente la Brexit ha ulteriormente
complicato il quadro. La crisi economica del 2008, il deficit demografico, con la
prevista conseguente insostenibilità dell’attuale sistema di welfare, stanno
peggiorando la situazione; ma è soprattutto la pressione migratoria (prima
sottovalutata e poi non adeguatamente affrontata da alcuni fra i maggiori Stati
europei e dalla stessa Unione) a provocare una profonda sfiducia verso l’Europa.
Da un
punto di vista politico l’alleanza strategica fra popolari e socialisti è oggi
in
crisi
perché il modello socialista, a cui
troppo spesso anche i popolari hanno ceduto, ha dimostrato di deprimere la
libertà economica e sociale delle persone e dei gruppi, mortificando talvolta
anche le specifiche eredità e tradizioni popolari in nome di un’artificiosa
omogeneità culturale. Hanno così preso piede forze conservatrici, più che identitarie,
le quali raccolgono il diffuso malcontento dei cittadini, cadendo però in nazionalismi.
Vista l’interconnessione degli Stati europei, in particolare l’Italia, da sola,
non riuscirebbe a sostenere la competizione globale e si metterebbe fortemente
a rischio il suo raggiunto livello di benessere.
Noi
continuiamo a guardare con speranza all’Europa,
confidando che la sua radice fatta di democrazia, promozione della pace, dello
sviluppo e della solidarietà possa essere recuperata e che l’Europa unita possa
così rispondere alle giuste esigenze di libertà, identità e sicurezza sociale.
Siamo
per un PPE attento alle nuove esigenze di riforma a favore del rispetto delle culture
nazionali e popolari e per un’economia sociale di mercato, capace di
equilibrare il liberismo e la finanza senza regole; siamo lontani, invece, da
proposte che mettono paradossalmente insieme collettivismo ed estremismo
identitario, egualitario e giustizialista.
Alle forze politiche in vista delle
elezioni europee chiediamo di promuovere:
v una concezione
della cosa pubblica sussidiaria, capace di valorizzare il protagonismo della persona
e il suo potenziamento attraverso le associazioni e gli altri corpi intermedi;
v un’attenzione
alla famiglia come fondamentale fattore di stabilità personale e sociale;
v una politica
che metta al centro il lavoro e il suo significato, con investimenti speciali
per i giovani;
v una
libertà di educare a partire dalle convinzioni e dai valori che sono consegnati
da una ricchissima tradizione popolare;
v il
rispetto dell’identità anche religiosa dei popoli, certi che questa è in grado
di accogliere ed ospitare, con equilibrio e realismo;
v una
ripresa del ruolo centrale dell’Europa nel mondo, attraverso una politica
estera e di difesa comune;
v il
rafforzamento delle competenze del Parlamento europeo.
Apriamo
una discussione su questi temi, fino ad individuare
– nelle liste a noi più vicine
– candidati a cui attribuire le nostre preferenze.
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