mercoledì 17 marzo 2021

CHI ERO IO PER GIUDICARE?


“Si possono benedire le coppie gay?”.

“No”, risponde il Vaticano con l'ok del Papa. 

 

Domanda: "La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?”. Risposta: “No”. Fine dei discorsi.

Non è un riassunto giornalistico di una questione da tempo aperta e delicatissima, quella della benedizione delle coppie gay: è la risposta (responsum) che la congregazione per la Dottrina della fede ha dato a un dubium pervenuto.

Un interrogativo sempre più diffuso, soprattutto in quelle conferenze episcopali che da più di un anno lavorano a rivoluzioni profonde nella dottrina e nella pastorale, nonostante i moniti papali e curiali. E' un colpo non da poco quello inflitto ieri dall'ex Sant’Uffizio alle istanze tedesche. 

Perfino il presidente dei vescovi di Germania, mons. Georg Batzing, nella sua lista di richieste - tra cui spiccano come è noto l’ordinazione delle donne e la resa facoltativa del celibato sacerdotale, pilastri del percorso sinodale biennale - aveva detto che tutto sommato non c’erano elementi ostativi a tale pratica e oggi spiega che quello pubblicato ieri dal Vaticano “è solo un parere”. 

Invece no. Non è solo la nota esplicativa firmata dal cardinale Luis Ladaria S.I. a stabilirlo con chiarezza cristallina - “Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimo-nio (vale a dire, fuori dell'unione indissolubile di mi uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle persone dello stesso sesso" - ma a rilevare è la constatazione che il Papa è perfettamente daccordo: Francesco, infatti, “è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa”.

Immaginabile la reazione emotiva che subito ha inondato siti internet, blog e social. Ma come? Si domandavano i più, ma non era il Papa del chi-sono-io-per-giudicare, quello premiato dalla rivista americana rivolta a lettori lgbt The Advocate come uomo dell'anno nel 2013? Sì,era lui.

Il PAPA DICE “NO”

L'errore è stato quello di scegliere ciò che delle parole papali, dei suoi scritti e dei suoi discorsi a braccio risultava utile per sostenere una certa “narrazione”. Sarebbe stato sufficiente leggere quanto ha detto sul gender paragonato a “una guerra mondiale per distruggere il matrimonio” (in Georgia nel 2016) e a uno “sbaglio della mente umana che fa tanta confusione” (a Napoli, nel 2015 )- solo per fare due esempi – e proporlo al pubblico fedele con la stessa profondità con cui si presentano i discorsi sul surriscaldamento climatico e la deforestazione amazzonica.

Subito sarebbe risultato chiaro che la linea di Francesco sul tema in oggetto e sempre stata quella della continuità. Anzi, semmai ha usato toni più duri e - in qualche caso – assai poco politicamente corretti.

Più che prestare attenzione alla linea del Pontefice si è voluto costruire un santino da portare in tasca ed esibire ad assemblee di partito, convegni liberal, sit-in rivendicanti diritti e pari opportunità.

Cercando frasi a effetto del Papa ganzo e decontestualizzandole.

Un problema, questo delle benedizioni, che per Francesco non esiste: “La Chiesa non benedice né puo benedire il peccato: benedice l'uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui”. (Fonte: udienza generale del 2 dicembre 2020).

Ecco perche, “la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso”.

Matteo Matzuzzi

da Ilfoglio 16 marzo


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