A 25 ANNI DALLA MORTE, ECCO CHI ERA QUESTO MEDICO CIELLINO ORA SERVO DI DIO, un “fenomeno della natura” trasformato fin nel temperamento dall’incontro con l’esperienza cristiana integralmente umana di don Luigi Giussani
Il testo pubblicato di seguito per gentile concessione
dell’editore Rizzoli è un estratto del libro “Amico carissimo. Enzo Piccinini
nelle sue parole e nei racconti di chi lo ha conosciuto”, scritto da Pier Paolo
Bellini e Chiara Piccinini, in uscita il 1 maggio e già acquistabile online (336 pagine, 13 euro).
* * *
Chi era Enzo Piccinini? A guardarlo da fuori un
“fenomeno della natura”, un uomo che dormiva poco, che viaggiava molto, che
lavorava sodo, che aveva forti passioni, che entrava dentro la vita degli
altri, un uomo coraggioso e provocatorio… Eppure, dietro a tutto questo, per
chi aveva l’occasione di sbirciare dentro al fenomeno, emergeva un uomo
totalmente entusiasta perché radicalmente abbracciato e, per questo,
infinitamente generoso.
La tempra e il carattere indomito avevano trovato il
loro ambiente più congeniale nell’incontro con un’esperienza cristiana
integralmente umana: da qui, una miscela esplosiva che progressivamente
toglieva campo agli aspetti “spettacolari” per lasciare sempre maggior spazio a
ciò che lo entusiasmava, l’abbraccio di Cristo, arrivato prepotentemente nella
sua vita attraverso l’amicizia unica con don Luigi Giussani.
Ho lavorato per quasi tre anni insieme a Chiara
Piccinini, la figlia maggiore, per incontrare di nuovo Enzo: non si trattava
appena di ricostruire immagini (ormai sbiadite) da quel lontano 26 maggio del
1999, ma di fare memoria di ciò che costituisce il nostro modo di guardare le
cose, pur dentro le nostre piccolezze e tradimenti. Si trattava di riprendere
in mano (attraverso le parole di Enzo custodite nell’archivio della Fondazione)
le radici dello sguardo che portiamo nel cuore, che portiamo nel mondo. Insieme
a tanti amici.
Nel cuore… «Ma che cos’è il cuore?», ci chiedeva. «Il cuore non è mica quell’insieme di sentimenti… no! È il cuore biblico, è quello per cui l’uomo è uomo, quell’insieme di evidenze, di esigenze originali, per cui noi facciamo tutto: il bello, il vero, il giusto, il desiderio di amare e di essere amati. In queste quattro cose, è inscrivibile tutto, tutti i tentativi che l’uomo fa da quando incomincia ad aprire gli occhi. È il desiderio di felicità: è ciò per cui noi ci alziamo ogni mattina, ci innamoriamo, facciamo famiglia, andiamo a lavorare, studiamo, andiamo a giocare. Per essere felici: viviamo tutta la vita per questo. La vita è unita se si mette il cuore in quel che si fa. Siamo noi stessi solo se possiamo mettere il cuore dentro quel che facciamo. Il cuore è quel “detector”, quella cosa che abbiamo dentro infallibile per cui ci alziamo la mattina e abbiamo voglia di essere contenti».
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Un detector: allora come oggi prezioso, delicato, a rischio. Allora come oggi serve un innesco, perché il potere (oggi semplicemente più scaltro) lo sente come principale nemico. L’innesco è sempre lo stesso: «Che cosa sveglia? Un’idea? No. Un discorso? Tanto meno. L’unica cosa che sveglia è un incontro. Che ci sia una presenza, gente guardando la quale ci si accorge che ciò che desidera il cuore c’è. Noi abbiamo bisogno di una stima di noi stessi, e c’è solo se siamo stimati, originalmente stimati. La scoperta di essere creati è questa positività estrema sulla nostra vita, di uno che ci vuole così, così come siamo. Non importa se il tuo carattere non è come quel carattere che vorresti: lascia perdere, perché sei unico, irripetibile, sei voluto ed amato. Cosa vuoi di più? Scopri che sei fatto, anzi, c’è Qualcuno che ti fa in questo momento, sei voluto allora come adesso. Scopri questo, per favore! È come innamorarsi per sempre!».
Sei voluto adesso, allora come adesso: «Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani». Più volte Enzo riprendeva questa imagine di Isaia, più o meno con queste parole: «Quando avevamo il compito in classe, al liceo, e la professoressa non faceva passare niente (neanche i famosi bigliettini arrotolati nelle parti più impensabili del corpo), ricordo che scrivevo sul palmo della mano (per poterle sbirciare nel momento decisivo) le formule essenziali, le cose più importanti, quelle che permettono di risolvere i problemi. Pensate: Dio ha scritto il mio nome sul palmo della Sua mano! Ha scritto il nome di ciascuno di noi sul palmo della mano! Vi rendete conto di che razza di stima ha in ogni momento per ciascuno di noi?».
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Scoprire questo è come innamorarsi per sempre! E un innamorato è attento a tutti i particolari, li rivaluta tutti come succede nell’esperienza di un grande amore: «Il seme ha un meccanismo e un dinamismo strano nella terra, è inesorabile: la muta, la cambia. Il suo cadere nella terra cambia quella terra… Il mio mattino, il mio mangiare, il mio lavorare, l’ora del dolore, l’ora dell’ingiustizia, l’ora della ribellione, l’ora della tentazione, l’ora della gioia, l’ora dello studio, l’ora dell’affetto è seminata dal vero».
«Il momento della cena era quello
più atteso: facevamo a gara a sedere vicino a lui per poterlo sentire parlare –
il posto migliore era quello davanti a lui, lo potevi guardare in faccia – e
gli chiedevamo di tutto, letteralmente di tutto. Dalla vita del Clu alla
politica nazionale e internazionale, consigli sui libri da leggere e film da
vedere, e poi questioni personali, la vita di tutti i giorni» (Assuntina
Morresi).
«Ricordo perfettamente una partita molto, molto combattuta, caratterizzata da un’energia che, per me, era assolutamente inadeguata – cioè, io ho uno spirito competitivo, ma in quella partita sembrava di giocare la finale di Coppa dei Campioni! Finita la partita, ci siamo tutti trasferiti alla sede di Cl e insieme abbiamo cenato. Con la stessa intensità si è intavolata una discussione» (Tommaso Agasisti).
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«Nell’esperienza di un grande amore tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito», diceva Romano Guardini: «Accade quando incominciamo a capire che tutte le cose sono fatte in questo momento, e che una mano ce le porge proprio adesso. Quel quaderno che hai tra le mani, quella giacca che indossi, e allo stesso modo, allargando il campo, quell’amico che hai accanto: è come se ci fosse una mano che te li dà in questo momento. Tu devi dire grazie, perché non è roba tua, e se quella cosa vuoi possederla davvero, devi ridarla a Lui». L’offerta: il vertice dell’azione umana. Raggiunto in compagnia: «“Senti, Giussani, guarda, io non voglio rubarti del tempo, perché poi adesso ho capito. C’è una cappellina e adesso io prima di andare in sala operatoria vado lì e dico una preghiera e le cose si rimettono insieme. Sono più tranquillo”. Lui scatta: “Enzo, ma che pregare e pregare! Il problema non è pregare, è che tu non sai offrire”».
«Ognuno ha un punto di fuga, quell’istante di verità che da una parte cerchi e ti rincorre, ti guarda, giudicandoti con misericordia; presente di notte, al lavoro, con gli amici, in carcere, quando ringrazi Dio e vuoi dire qualcosa da lasciare a chi ami. Per me, dal giugno del 1999 è la pagina 12 del libretto Tu sol – pensando – o ideal, sei vero. La testimonianza di Enzo del 12 dicembre 1998 agli Esercizi spirituali del Clu a Rimini. Possono dodici righe segnare la strada, la vita di un uomo come richiamo continuo, scritto e leggibile sempre all’occorrenza (e quanta occorrenza serve nella vita)? Sì. Questo credo sia il miracolo della Chiesa, che un uomo di nome Enzo abbia vissuto un rapporto così significativo con un altro uomo di nome Luigi e lo ha testimoniato a me, e io continuo a leggere a me e ai miei figli dodici righe per capire chi stava all’origine di quel dialogo che si chiamava Cristo, che io non ho conosciuto 2000 anni fa, ma incontrato ora attraverso questi amici. Se qualcuno poi avesse dimenticato quelle dodici righe, così dicono: “Enzo, ma che pregare e pregare! Il problema non è pregare, è che non sai offrire. Il tuo problema è che non sai offrire, e offrire significa che la realtà non è una cosa che hai in mano tu, non è tua, e che tutto quel che si fa è come se avesse dentro la domanda che il Signore, padrone di questa realtà, si riveli, perché è così che si vive, e tu, guarda (te l’ho detto, ma te lo ridico un’altra volta), smetterai di fare quel che fai e avrai paura di rischiare”. In fondo, quando hai davanti un santo, puoi diventare santo in una maniera semplice e drammatica: seguire, e Enzo lo ha fatto» (Antonio Simone).
Il vertice dell’umano visibile in un uomo: «L’amore è
il coraggio di servire sempre… Potrai essere incoerente, potrai sbagliare mille
volte, ma mai più dire: “Ho già dato”. Senza misura».
«È una gratitudine che caratterizza la mia vita.
Perciò non ho paura di darla tutta».
L’agenda del 25esimo anniversario della
morte
Il prossimo 26 maggio ricorrono i 25
anni della scomparsa del servo di Dio Enzo Piccinini, chirurgo emiliano, padre
di famiglia e dirigente nazionale di Comunione e Liberazione. In vista di
questa occasione la Fondazione a lui intitolata, insieme alla sua famiglia e al
Meeting di Rimini, ha costituito un comitato per promuovere la realizzazione di
eventi per moltiplicare le occasioni di incontro con Enzo, con la sua
testimonianza di fede e umana. Qui ne segnaliamo alcuni.
26 maggio, Bologna
Apertura delle celebrazioni del 25esimo
anniversario. L’evento, previsto per le ore 16 in piazza San Domenico, sarà
un’occasione di testimonianza della figura di Enzo attraverso incontri, una
mostra e un momento di festa.
2 giugno, Modena
Messa in Duomo alle ore 15.30 per il
25esimo anniversario del dies natalis di Enzo, presieduta da monsignor Erio
Castellucci, arcivescovo di Modena. A seguire, in piazza Grande, un momento di
festa e la presentazione del libro Amico carissimo.
20-25 agosto, Rimini
Mostra dal titolo “Ti ho preso come
‘Mio’” dedicata alle parole e al pensiero di Enzo e degli amici che lo hanno
conosciuto, allestita all’interno del Meeting per l’amicizia fra i popoli.
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Per ulteriori informazioni e per
collaborare alle iniziative in programma: www.25enzopiccinini.it.
È stata anche avviata una raccolta fondi
tramite una campagna di crowdfunding per garantire il sostegno delle diverse
iniziative del 25esimo: per contribuire clicca qui.
https://www.tempi.it/enzo-piccinini-senza-misura/
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