giovedì 16 maggio 2024

FOSSE COMUNI IN CANADA, SMENTITA LA CAMPAGNA DENIGRATORIA ANTICATTOLICA

Niente resti umani, solo una grande bugia per screditare la Chiesa: è l'unica vera "scoperta" a tre anni di distanza dalla campagna denigratoria, con tanto di chiese vandalizzate e di mea culpa papale.

La scoperta di "fosse comuni" di bambini indigeni canadesi nella primavera del 2021 era una grande bugia per screditare la Chiesa cattolica. Tre anni dopo quelle segnalazioni, a causa delle quali 85 chiese hanno subito incendi e vandalismo, le fosse comuni non sono state trovate.

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Nonostante le dicerie contro la Chiesa cattolica fossero già state smentite negli anni precedenti, tre anni fa in Canada era scoppiata l'incredibile e scandalosa narrazione che confermava ogni pregiudizio immaginabile dei circoli liberal, socialisti ed atei contro i cristiani ed in particolare i sacerdoti cattolici e le loro opere caritative: non erano i comunisti che mangiavano i bambini, erano preti e suore che li lasciavano morire di fame, stenti e malattie. Una fossa comune contenente i resti di bambini indigeni sarebbe dovuta venire alla luce sul terreno di quello che un tempo era stato un collegio governativo statale gestito dalla Chiesa cattolica.

Ora si scopre che l'intera faccenda non era altro che una moderna calunnia conclusasi, ad oggi, con almeno 85 chiese cattoliche in tutto il Canada distrutte da incendi dolosi, vandalizzate o profanate. Non c’è alcun minimo dubbio che una tale campagna disonorevole e denigratoria – sin da subito sostenuta da Papa Francesco e da una parte del clero canadese – provocherà una ulteriore diminuzione dei fedeli e dei praticanti cattolici e cristiani nel Paese, già in calo di quasi 2 milioni di credenti negli ultimi 10 anni, secondo il censimento canadese dell’ottobre scorso sono diminuiti da 12,8 a 10,9 milioni nel 2021.

I leader politici, in testa l’attuale primo ministro Justin Trudeau, avevano giustificato la distruzione degli edifici di culto cattolici e cristiani nel luglio 2021, dicendo che pur essendo sbagliati, la rabbia era assolutamente «comprensibile data la storia vergognosa di cui tutti stiamo diventando sempre più consapevoli». Ebbene ad oggi, nessun resto umano è stato recuperato nel sito della presunta fossa comune, nonostante quasi 8 milioni di dollari spesi dal governo federale per cercarli e le prebende milionarie assegnate alle popolazioni indigene per le supposte violenze subite dai loro bimbi.

Il Manifesto 11/1/22 denuncia il genocidio
 di 50.000 bambini indigeni
ma oggi tace
La mera esistenza storica di questi ex collegi, che hanno operato dal 1860 al 1990, rimane una fonte di indignazione tra i canadesi liberal, perché in quelle scuole si diventava buoni cristiani e buoni cittadini. Il sistema scolastico residenziale, come veniva chiamato, spesso separava i bambini indigeni canadesi dalle loro famiglie e comunità, costringendoli a frequentare scuole governative sottofinanziate, il cui scopo era quello di assimilare e acculturare gli indigeni canadesi all’interno della società occidentale ed europea canadese.

I preti e le suore cattoliche che gestivano la “Kamloops Indian Residential School” nella Columbia Britannica avevano, secondo la vulgata, gettato i cadaveri di centinaia di scolari morti in fosse comuni nel cortile della scuola. Grandi testate massmediatiche come la CNN, la NPR e la “Canadian Broadcasting Corporation avevano semplicemente e senza alcuna verifica rilanciato e promosso la narrazione nei termini più scandalosi e disonorevoli iperbolici possibili. La CNN l’aveva definita una scoperta «impensabile», il New YorkTimes «l’orribile storia», mentre per il Washington Post era la conferma dell’orrore dei maltrattamenti dei popoli indigeni da parte del Canada e delle conversioni forzose al cattolicesimo. Il primo ministro Justin Trudeau aveva ordinato di abbassare le bandiere a mezz'asta e chiesto a Papa Francesco di recarsi in Canada per chiedere perdono, cosa che il Papa fece nel 2022, scusandosi per il vergognoso trattamento e chiedendo alla Chiesa canadese una profonda umiliazione per le pratiche inaccettabili del passato. (sic!)

L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva dichiarato che si trattava di «una violazione dei diritti umani su larga scala» ed i leader tribali canadesi avevano accusato preti e suore assimilandoli ai nazisti per aver compiuto un tentativo di genocidio. Questo è stato il carburante di menzogne e improvvide ammissioni di colpe mai commesse che ha alimentato incendi e vandalismo verso le chiese in tutto il Canada, la maggior parte delle quali cattoliche e alcune vecchie di più di un secolo, rase al suolo per rappresaglia.

Ebbene in quasi tutti i casi, non si trattava di fosse comuni, ma di fosse individuali che si trovavano nei cimiteri dove erano sepolti anche sacerdoti e suore, tombe non contrassegnate e croci di legno marcite perché il governo si rifiutava di pagare per le lapidi. Tutto già noto grazie ad un rapporto pubblicato nel 2015 dalla “Commissione per la verità e la riconciliazione”. Quindi non c'è stato né insabbiamento, né abusi, né fosse comuni, nonostante i milioni di dollari spesi. La velenosa diceria, parte del progetto di demolizione della storia e civiltà occidentale cristiana, è servita anche in questo caso per screditare la Chiesa cattolica ed i suoi sacerdoti, distruggere chiese e provocare un panico morale generalizzato. Cui prodest? Telefonare ad Ottawa e Città del Vaticano per informazioni.

LUCA VOLONTE' lanuovabussola

 https://ilmanifesto.it/il-genocidio-dei-bambini

11 gennaio 2022

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