mercoledì 7 marzo 2018

CHE SFRACELLO PER LA CEI


 Hanno vinto le elezioni due forze (Lega e M5s) 
con le quali i vescovi avevano polemizzato
La ricetta più giusta era quella del card. Camillo Ruini

Ruinismo batte callejeros (i vescovi che si sporcano le mani) 1-0.

Ci sono altri due sconfitti alla lotteria delle elezioni oltre a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: parliamo del cardinale Gualtiero Bassetti e di monsignor Nunzio Galantino, rispettivamente presidente e dinamico segretario della Conferenza episcopale italiana.

Perché il peggiore dei loro incubi si è materializzato: Matteo Salvini potrebbe essere un premier e da oggi si accredita, corona del Rosario in mano, come interlocutore con il quale (volente o nolente) la Cei dovrà fare i conti e tentare un dialogo.

E le premesse sono sconfortanti. Matteo varie volte ha avuto motivi di attrito con Galantino. Ricordate? Era l'agosto 2015 e, in piena polemica sull'immigrazione, il numero due Cei se la prese con i «piazzisti di fanfaronate da osteria». Salvini dalle colonne del Corriere della Sera lo definì: «questo vescovo comunista». Con questo scambio di complimenti, il rapporto non poteva che peggiorare. E infatti: Salvini ha chiuso a Milano la campagna elettorale col Rosario in mano. Ricordiamo che (auspice San Pio V al secolo Michele Ghisleri) il 7 ottobre 1571 a Lepanto l'armata cristiana sconfisse e disperse quella ottomana. San Pio V si convinse così tanto della vittoria grazie alla recita del Rosario che da allora il 7 ottobre è festa della Madonna del Rosario. Chiaro il messaggio politico, adesso?

Certo, c'è chi ha sottolineato che il Rosario è una preghiera e non un programma politico, come ha b fatto l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. E le critiche (prima sulla «razza bianca», poi sull'uso del Rosario) sono arrivate anche da Galantino. Ma Salvini se n'è infischiato.

Se questo è il primo interlocutore, il secondo è molto più sottile e pericoloso. Si chiama Luigi Di Maio e ha voglia di premierato. Già: ma Bassetti ha chiarito che la Cei dialogherà con tutti. Prima di dialogare, però, si legga qualche intervento sul Blog delle Stelle a firma dei sostenitori del MoVimento: provate a cercare la stringa «Chiesa cattolica» e potrete leggere interventi più o meno critici o iconoclasti. Il MoVimento, come ItaliaOggi ha scritto più volte, è anticlericale.

E con questo siamo all'anno zero dei vescovi callejeros, quelli che «si sporcano le mani» direttamente. Hanno messo piede nel teatrino politico e adesso si devono misurare con questi interlocutori. Non sarà affatto facile, atteso che hanno bypassato ed estinto i cattolici in politica (un esempio: sì, ciellini se ne sono presentati, ma Comunione e Liberazione non si è inserita nella lotta, stavolta). Cattolici che certo non possono essere rappresentati dal Popolo della Famiglia.

A riprova del fatto che la ricetta del cardinale Camillo Ruini, ossia di molti cattolici in tutto l'arco costituzionale e pronti a fare diga se necessario, continua a essere vincente. Forse ora più che mai, Eminenza, lei aveva ragione. Che sfracello per la Cei.

 di Antonino D'Anna  Italia oggi 6 marzo 2018



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