Hanno vinto le elezioni
due forze (Lega e M5s)
con le quali i vescovi avevano polemizzato
La ricetta più
giusta era quella del card. Camillo Ruini
Ruinismo batte
callejeros (i vescovi che si sporcano le mani) 1-0.
Ci sono altri due sconfitti alla lotteria
delle elezioni oltre a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: parliamo del cardinale
Gualtiero Bassetti e di monsignor Nunzio Galantino, rispettivamente presidente
e dinamico segretario della Conferenza episcopale italiana.
Perché il peggiore dei loro incubi si è
materializzato: Matteo Salvini
potrebbe essere un premier e da oggi si accredita, corona del Rosario in mano,
come interlocutore con il quale (volente o nolente) la Cei dovrà fare i conti e
tentare un dialogo.
E le premesse sono sconfortanti. Matteo varie
volte ha avuto motivi di attrito con Galantino. Ricordate? Era l'agosto 2015 e,
in piena polemica sull'immigrazione, il numero due Cei se la prese con i
«piazzisti di fanfaronate da osteria». Salvini dalle colonne del Corriere della
Sera lo definì: «questo vescovo comunista». Con questo scambio di complimenti,
il rapporto non poteva che peggiorare. E
infatti: Salvini ha chiuso a Milano la campagna elettorale col Rosario in mano.
Ricordiamo che (auspice San Pio V al secolo Michele Ghisleri) il 7 ottobre 1571
a Lepanto l'armata cristiana sconfisse e disperse quella ottomana. San Pio V si
convinse così tanto della vittoria grazie alla recita del Rosario che da allora
il 7 ottobre è festa della Madonna del Rosario. Chiaro il messaggio politico,
adesso?
Certo, c'è chi ha sottolineato che il
Rosario è una preghiera e non un programma politico, come ha b fatto
l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. E le critiche (prima sulla
«razza bianca», poi sull'uso del Rosario) sono arrivate anche da Galantino. Ma
Salvini se n'è infischiato.
Se questo è il primo interlocutore, il
secondo è molto più sottile e pericoloso. Si chiama Luigi Di Maio e ha voglia di premierato. Già: ma Bassetti ha
chiarito che la Cei dialogherà con tutti. Prima di dialogare, però, si legga
qualche intervento sul Blog delle Stelle a firma dei sostenitori del MoVimento:
provate a cercare la stringa «Chiesa cattolica» e potrete leggere interventi
più o meno critici o iconoclasti. Il
MoVimento, come ItaliaOggi ha scritto più volte, è anticlericale.
E con questo siamo all'anno zero dei
vescovi callejeros, quelli che «si sporcano le mani» direttamente. Hanno messo
piede nel teatrino politico e adesso si devono misurare con questi
interlocutori. Non sarà affatto facile,
atteso che hanno bypassato ed estinto i cattolici in politica (un esempio: sì,
ciellini se ne sono presentati, ma Comunione e Liberazione non si è inserita
nella lotta, stavolta). Cattolici che certo non possono essere
rappresentati dal Popolo della Famiglia.
A riprova del fatto che la ricetta del
cardinale Camillo Ruini, ossia di molti cattolici in tutto l'arco
costituzionale e pronti a fare diga se necessario, continua a essere vincente.
Forse ora più che mai, Eminenza, lei aveva ragione. Che sfracello per la Cei.
di
Antonino D'Anna Italia oggi 6 marzo 2018
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