PER CHI VOTERANNO I CIELLINI IRLANDESI?
Nel vangelo,
spesso gli uomini fanno a Gesù delle domande, a volte sincere a volte
tendenziose: “che cosa devo fare per avere la vita eterna?”, “qual è il più
grande comandamento?”, “chi è il mio prossimo?”, “quante volte devo
perdonare?”, “è lecito o no pagare il tributo a Cesare?”, “Mosè ci ha ordinato
di lapidare donne come questa, tu che ne dici?” ...
Gesù risponde sempre. Risponde
in un modo che spiazza l'interlocutore, giudica e corregge (talvolta
persino rovescia) la logica della domanda, ma risponde. Non dice mai, come farebbe un politicante, che “il problema è un
altro”. Gesù sta alla realtà. Ci sta in un modo talmente
forte e unico da manifestare a chi crede in Lui che la realtà è Lui stesso.
Come dice san Paolo, in uno dei versetti più importanti di tutto il Nuovo
Testamento: le cose di cui ci preoccupiamo noi «sono ombra delle future;
ma la realtà invece è Cristo!» (Col 2,17). (...)
Qualche
giorno fa, un amico mi ha segnalato questo volantino
con cui la comunità di Comunione e Liberazione in Irlanda interviene sul
referendum che in quel paese deve svolgersi fra due mesi. Il testo si può
leggere sulle news del sito di CL
Da quel che
ho capito, in Irlanda fra due mesi si deve decidere se abrogare un articolo
della costituzione che garantisce il diritto alla vita del concepito, principio
in base al quale attualmente l'aborto è permesso solo in caso di pericolo di
vita per la madre. In sostanza, si tratta di dire sì o no all'aborto
sostanzialmente libero e legale come nel resto d'Europa, perché è scontato che
la legge che si farà dopo l'eventuale abrogazione del vincolo costituzionale
sarà in linea con la legislazione degli altri paesi.
La domanda che un irlandese oggi può farsi è dunque: “come devo
votare?” E la domanda che può rivolgere agli amici di Cl è: “voi che cosa
dite?” “Voi come votate?” Questa è la realtà, non dico che sia
tutta la realtà, ma sicuramente è un pezzo di realtà ed è con questo che
bisogna fare i conti.
Ho letto e
riletto il volantino: ci sono molte belle parole, si dicono tante cose, ma non c'è nessuna risposta a queste
domande. Si dice che i referendum sono divisivi, si osserva che un tempo la
risposta sarebbe stata evidente ma oggi non lo è più e si invita a chiedersi
perché, si afferma che l'importante è lasciarsi provocare da questa e da altre
domande fondamentali, si attende che «il chiasso del referendum» sia passato
per poter sentire meglio il battito del «cuore che supplica per un
significato», si conclude che comunque bisogna dialogare, eccetera eccetera ...
ma non si risponde alla domanda.
Gli estensori del volantino andranno a
votare? Voteranno sì? Voteranno no? Pensano che votare in un modo oppure
nell'altro sia indifferente, o poco rilevante? Chissà!
Mi chiedo se questo sia “stare alla
realtà”.
LEONARDO LUGARESI
Nessun commento:
Posta un commento