La sopravvivenza d'Israele è a rischio, quella dell'Egitto no. Ha tutte le ragioni il giornalista del Washington Post Richard Cohen, mentre i giornalisti europei giubilano per la "piazza araba" e i "ragazzi del Cairo". E' ancora presto per dirlo, ma il sogno di un Egitto democratico potrebbe trasformarsi in un incubo per l'intera regione. Non convince El Baradei con i suoi abiti firmati e i modi eleganti di Vienna, l'ex burocrate dell'Onu che ha paragonato la potenza nucleare israeliana a quella iraniana, che ha detto che Israele è il peggiore pericolo per il Medio Oriente, che si è alleato con la Fratellanza Mussulmana. Se i Fratelli Musulmani arrivassero al potere, il trattato di pace di Camp David, scritto con il sangue di Sadat, potrebbe essere abrogato. I leader della Fratellanza parlano già di guerra a Israele. E' propaganda, ma dentro si annida un seme d'odio autentico, puro, eterno. Il Philadelphi Corridor, che fino a oggi era sotto il controllo di Mubarak, potrebbe trasformarsi in una casamatta di Hamas, che è un altro nome dei Fratelli Musulmani e il cui obiettivo è semplice e grandioso: gettare a mare tutti gli ebrei. In Giordania trema anche la casa reale Hussein. E' vero che in Egitto oggi c'è povertà, l'acqua non è potabile, la corruzione e la stagnazione dilagano, ma in gioco soprattutto c'è l’unico pilastro della stabilità mediorientale contro lo strapotere dell'Iran, degli Hezbollah, di Hamas, dei Fratelli Musulmani.
Da Teheran gli ayatollah ringraziano i "ragazzi del Cairo". L'Europa e l'America sono lontane, parlano in modo naif, mentre Israele è lì, a pochi metri, e sente il morso islamista. Lo hanno ricordato al mondo, sordo e complice come sempre, gli uomini di Hamas che ieri hanno lanciato missili su una sala da matrimonio in Israele. C'erano centinaia di persone. Poteva essere una strage. La morale della vicenda egiziana consiste nel ricordarci la differenza fra una pizzeria di Londra e una pizzeria di Ashkelon. La prima è soltanto una pizzeria. La seconda è un target, un obiettivo militare. Per questo vogliono sconfiggere "l'occupazione": per piazzare una rampa di missili di fronte all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
P.S. Israele teme che dopo la piazza d’Egitto restino in piedi solo gli islamisti.
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