DICHIARAZIONE DELL’OSSERVATORIO CARD. VAN THUÂN
I fatti accaduti lunedì 12 ottobre a Trieste, unitamente a quelli capitati a Roma qualche giorno prima, vanno considerati come eventi apicali di un lungo periodo di pressione del potere politico sulla società e sui cittadini italiani.
Il disagio e la
sofferenza di molti è dovuta al nuovo
autoritarismo sanitario, sociale e politico che interviene a bloccare la vita
sociale e ad esercitare un controllo sui movimenti, sulle azioni e sulle
coscienze degli individui in forme preoccupanti per la libertà e per la dignità
delle persone, delle famiglie, dei corpi intermedi, allineati dall’alto a
comportamenti obbligatori anche in mancanza di veri motivi di emergenza.
Le manifestazioni di Trieste, senza
scordare quelle tenutesi in moltissimi capoluoghi di provincia in questi ultimi
giorni e che i media ufficiali hanno trascurato, hanno espresso questo disagio per il superpotere che lo
Stato si attribuisce con la scusa di proteggerci da una pandemia ormai
pressoché inesistente. Si è trattato, in genere, di manifestazioni pacifiche,
tenuto anche conto che in questi casi l’infiltrazione di facinorosi è sempre
possibile, il che dovrebbe essere considerato soprattutto dalle autorità di
governo, che dovrebbero prudenzialmente evitare di esacerbare i cittadini
proprio per evitare poi possibili strumentalizzazioni disordinate. Il carattere
sostanzialmente pacifico e di popolo delle manifestazioni denuncia l’eccesso di
controllo da parte delle pubbliche istituzioni e l’idea che criticare il Green
pass sia il principale pericolo per la Repubblica.
La sproporzione degli
interventi delle forze dell’ordine, la demonizzazione di chi non vuole
sottomettersi all’ingresso dello Stato nelle coscienze in campo sanitario ed
etico, la determinazione del sistema politico a costringere, anche tramite
ricatto, ad una vaccinazione dai molti aspetti problematici che solo la
coscienza personale può valutare, ci dicono che i fatti di Trieste sono il
fenomeno di una volontà politica di ampio respiro che va respinta. Il nostro
sostegno ai dimostranti triestini è motivato non solo dal trattamento che hanno
subito, ma soprattutto dal fatto che la loro denuncia delle derive autoritarie
su temi essenziali della vita civile ha fondamento reale.
Nonostante
la narrazione ufficiale ci presenti
un quadro del nostro Paese in ripresa proprio grazie al Green pass, è invece
proprio il Green pass a dimostrare il blocco autoritario del sistema politico e
forme di decomposizione della nostra vita sociale.
Da quando si è deciso di non
curare ma di vaccinare; da quando si è deciso di obbligare a vaccinarsi
direttamente o tramite il ricatto di non poter più lavorare o di non poter più
entrare a prendere il proprio bambino alla Scuola materna; da quando si è
deciso di fornire dati contraffatti e allarmistici; da quando si è confezionato
il format di una vulgata da distribuire alle masse a cui si sono attenuti anche
giornalisti e sindacati; da quando si è voluto negare il diritto della
coscienza personale a giudicare del bene da fare qui e ora, sia negando che i
cosiddetti vaccini anti-covid non sono vaccini ma sieri genici, sia negando il
loro carattere sperimentale e le loro reali e possibili conseguenze negative …
si è capito che si era davanti ad un progetto di controllo sociale e politico
di ampia portata, non contingente ma sistemico, che avrebbe prolungato
artificialmente l’emergenza perché ad esso utile e funzionale.
Le
dimostrazioni di dissenso sono la
fase acuta del profondo disagio che molti italiani provano davanti a questo
progetto di sperimentazione sociale condotto dall’alto. Non si tratta solo di
difendere la democrazia nei suoi aspetti formali, ma di difendere le basi più
elementari del bene comune. Se il potere politico oggi fa questo, cosa potrebbe
fare domani?
In questi
mesi ed anche in questi giorni siamo
rimasti impressionati dalla convergenza, come se ci fosse un’unica regia, dei
centri di potere su un’unica tesi, diffusa tramite un’unica narrazione,
diramata tramite alcuni ripetuti slogan: la libertà non è un fatto individuale,
il Green pass ci permette di essere liberi, il Green pass permette la ripresa
economica …
Perfino la resurrezione del Fascismo è stata
utilizzata per confondere le acque. Nel frattempo sono stati vaccinati i
giovani, senza alcun vero motivo sanitario e senza tener conto dei danni che ne
potranno derivare a lungo termine; nel frattempo si parla di vaccinare
obbligatoriamente i bambini dai 5 ai 12 anni, una vera e propria violenza
gratuita, date l’assoluta inutilità e pericolosità della procedura, stante
l’assenza di emergenza e stante la mancanza di dati sulle possibili conseguenze
a lungo termine; nel frattempo il potere politico ha mentito in molte
occasioni, ha bloccato la vita politica per mesi e ha chiamato ancora una volta
al governo un uomo cooptato dallo stesso sistema; nel frattempo si è obbligato
il popolo a fare i tamponi tre volte la settimana non per poter andare a
ballare in discoteca ma per lavorare,
si sono obbligati gli studenti allo stesso trattamento per poter studiare in
biblioteca, si ritiene normale far fare la fila davanti alle farmacie dalle 5
del mattino mentre i dati sul contagio, sui ricoveri e sulle morti cadono a
picco e sparirebbero anche di più se fossero forniti e interpretati
correttamente.
Il nostro
Osservatorio ha pubblicato molti
contributi critici dal marzo del 2020 ad oggi sulla questione pandemia,
vaccinazione e Green pass, davanti ai fatti di Trieste sente ora il dovere di
rendere nota in forma sintetica con questa Dichiarazione la propria posizione.
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