di Antonio Socci
Quando muore un amico carissimo, come Luigi Amicone, con cui hai
condiviso la vita, gli ideali, l’impegno e soprattutto il senso dell’esistenza
resti attonito, ammutolito, pensi a lui, alla sua famiglia, ai tanti amici e ai
tanti ricordi, a tutte le cose che avremmo voluto fare ancora…
Se poi questo dolore si rinnova nel giro di pochissimo tempo per
la morte di altri amici carissimi non trovi più le parole. Sembra che Dio
stia chiedendo ai suoi in questo momento storico un sacrificio totale…
Allora ho riletto queste parole, quelle
che papa Benedetto XVI disse ai funerali di Manuela Camagni, una delle Memores Domini che faceva parte della
sua casa, che improvvisamente morì per un incidente.(24/11/2010)
Io la ricordo con affetto infinito perché fu proprio lei che il 12
settembre 2009 parlò al papa di quello che stava accadendo, in quelle ore
tragiche, alla mia Caterina…
Le parole che papa Benedetto ha detto per Manuela sono così
consolanti:
(…) “Il
distacco da lei, così improvviso, e anche il modo in cui ci è stata tolta, ci
hanno dato un grande dolore, che solo la fede può consolare.
Molto sostegno
trovo nel pensare alle parole che sono il nome della sua comunità: Memores Domini. Meditando su queste parole, sul
loro significato, trovo un senso di pace, perché esse richiamano ad una
relazione profonda che è più forte della morte. Memores
Domini vuol dire: “che ricordano il Signore”,
cioè persone che vivono nella memoria di Dio e di Gesù, e in questa memoria
quotidiana, piena di fede e d’amore, trovano il senso di ogni cosa, delle
piccole azioni come delle grandi scelte, del lavoro, dello studio, della
fraternità.
La memoria del
Signore riempie il cuore di una gioia profonda, come dice un antico inno della
Chiesa: “Jesu dulcis
memoria, dans vera cordis gaudia” [Gesù dolce memoria, che dà la vera gioia del
cuore].
Ecco, per
questo mi dà pace pensare che Manuela è una Memor Domini,
una persona che vive nella memoria del Signore. Questa relazione con Lui è più
profonda dell’abisso della morte. E’ un legame che nulla e nessuno può
spezzare, come dice san Paolo: “[Nulla] potrà mai separarci dall’amore di Dio,
che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,39).
Sì, se noi
ricordiamo il Signore, è perché Lui, prima ancora, si ricorda di noi. Noi
siamo memores
Domini perché Lui è Memor nostri, ci ricorda con l’amore di un Genitore, di un Fratello, di un Amico,
anche nel momento della morte. Sebbene a volte possa sembrare che in quel
momento Lui sia assente, che si dimentichi di noi, in realtà noi siamo sempre
presenti a Lui, siamo nel suo cuore. Ovunque possiamo cadere, cadiamo nelle sue
mani. Proprio là, dove nessuno può accompagnarci, ci aspetta Dio: la nostra
Vita.”
Sappiamo che lì, dov’è Gesù,
ritroveremo tutti i nostri amici e sarà una grande festa, senza fine e senza
più il dolore e la morte…
Antonio Socci
Nota: Manuela
Camagni, nata a San Piero in Bagno (FC) era residente a Cesena, ed conosceva
bene l’esperienza del Crocevia.
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