giovedì 7 ottobre 2021

IO SO CHI SONO SE SO DI CHI SONO

È in corso di pubblicazione il nuovo libro di DON AGOSTINO TISSELLI, sacerdote ed educatore cesenate.

Il libro contiene le lezioni della scuola estiva VAR 2018, tenute a Cesenatico preso la parrocchia del Boschetto , dal titolo:” La formazione della coscienza”.

 

Don Agostino Tisselli

PRESENTAZIONE DI  MONS. NICOLA BUX

 

Identità e appartenenza, due categorie dimenticate oggi persino nella Chiesa, che Ioso chi sono se so di chi sono, con forza ripropone.

Tralascio le cosiddette agenzie educative (famiglia, scuola), quelle sociali (associazioni sportive, cooperative, centri culturali e ricreativi) e psicologiche, che non riescono a dare risposte ai giovani che sono allo sbando.

Nella Chiesa, paradossalmente, si parla sempre meno di Cristo e sempre più di scienza, sociologia, ecologia; gli uomini di Chiesa si sono ammalati di modernismo; di riflesso non annunciano più la salvezza e la conversione.

Occorre riprendere questo mandato di Gesù Cristo, con educatori che sappiano insegnare la distinzione tra il bene e il male. E chi più della Chiesa può insegnare questo principio di verità?

Il catechismo non è più tale, cioè “eco” della dottrina o insegnamento del Signore. Non si insegnano più le verità di fede e le virtù, ed è increscioso constatare che non si insegna più a pregare. Non è una sorpresa se i giovanissimi italiani, pur avendo in gran parte frequentato il catechismo, sono oggi disorientati. Da qui l’urgente necessità che la Chiesa torni a quella che il Signore ha voluto che fosse: Madre e Maestra dell’Umanità.

E’ il senso dell’opera di don Agostino Tisselli, racchiusa in questo libro.

Con grande dolore e profonda preoccupazione, si deve constatare che ilpensiero non cattolico avanza nella Chiesa. Purtroppo siamo divisi tra noi, proprio sulla verità, e attratti da false dottrine. Succede che molti cattolici, preferiscano andare d'accordo con i non cattolici, i non credenti e gli avversari della Chiesa, più che con i fratelli di fede. I loro modi di pensare e di agire, sono penetrati in casa cattolica, al punto che sembra rivolto a noi, quel che Giovanni Paolo II, nel 1980, ricordava ai protestanti tedeschi: “Ci riferiamo tutti a Gesù Cristo, ma il dissenso verte su 'ciò che è di Cristo', su 'ciò che è suo': la sua Chiesa e la sua missione, il suo messaggio, i suoi sacramenti e i ministeri posti al servizio della parola e del sacramento”. Il dissenso è, soprattutto, sui contenuti e fondamenti stessi della fede, e di conseguenza sulla morale.

Se un parroco, in un ritiro del clero, afferma che bisogna smetterla con la verità oggettiva, perchè è venuto il tempo di chinarsi sulle soggettività, e il vescovo, presente, tace: un problema c'è; se una ragazza, lusingata dalle avances di un uomo coniugato, si sente, in confessione, rimproverare dal sacerdote, perchè, a suo dire, avrebbe dovuto cogliere l'occasione, in quanto non è peccato, allora qualcosa è successo.

Si segue ancora la verità cattolica, reperibile senza difficoltà nel Catechismo, oppure le falsità che vanno di moda? Confusione e divisione, sono ormai diffuse e attraversano tutto il popolo di Dio, dal collegio cardinalizio all'episcopato, dai teologi al clero e al laicato. Ha ancora senso cercare l'unione con gli Ortodossi e altri cristiani, mentre tra noi cattolici siamo sempre più divisi

Se nei Seminari, si esortano i giovani, ricorrendo anche a intimidazioni, ad avere una “nuova visione di Chiesa”, in discontinuità col passato? Una molto simile – c'è da pensarlo – a quella descritta in una canzone di Jovanotti: “una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano”.

Nel conclave del 2005, il cardinal Giacomo Biffi avvertiva: "Vorrei dire al futuro papa che faccia attenzione a tutti i problemi. Ma prima e più ancora si renda conto dello stato di confusione, di disorientamento, di smarrimento che affligge in questi anni il popolo di Dio, e soprattutto affligge i piccoli".

Il culto dell'emozione non rende il popolo cristiano consapevole di dover annunciare la Parola divina, più tagliente di una spada a doppio taglio, di cui il mondo ha bisogno per essere salvato.

Così, non siamo più sicuri che Dio sia soddisfatto del culto che gli viene tributato. I preti rimproverano i fedeli perchè vengono in chiesa – ancora – a ricevere i sacramenti, ma poi spariscono: non pensano che proprio i sacramenti sono le reti dell'evangelizzazione, efficaci per la conversione, se solo li si celebrasse senza prendere a modello la tv.

Ecco, dunque, in controtendenza l’opera di Tisselli, sostenuta dall’Associazione VAR.

Basta recitare il Simbolo di fede, il Credo, per rigettare le opinioni erronee? Scrive sant'Ireneo: “tutti professano le stesse verità, ma non vi credono allo stesso modo”. Ai nostri giorni, i contorni della verità cattolica sono liquidi, come si suole dire, perchè si crede che essa nasca dal dialogo, e sia meno importante della libertà.

Dunque, chi si dedica alla sua 'definizione', deve sapere che ne sarà segnata la sua esistenza, come è accaduto a Paolo VI. Sarà attaccato, da chi cercherà di far passare l'idea che la dottrina non muta se cambia la disciplina. Sarà denunciato per presunta intolleranza e insubordinazione. Sarà accusato, come Atanasio, per la sua intransigenza, la scarsa o nulla misericordia. Si leveranno voci per condannarlo, deporlo ed esiliarlo, beninteso, in nome del pluralismo e della tolleranza.

Una esperienza che sconcerterà molti fedeli e farà esultare molti altri: “l'universo gemette – annota san Girolamo – nello sbalordimento d'essere diventato ariano”. Che farà constatare, con san Basilio: “Solo un peccato è ora gravemente punito: l'attenta osservanza delle tradizioni dei nostri padri. Per tale ragione, i buoni sono allontanati dai loro paesi e portati nel deserto”. Ma quegli resisterà, difendendo l'ortodossia, come ha scritto Bulgakov, e smascherando l'eresia. Atanasio continuò a dirigere la sua chiesa dal deserto, con l'aiuto di sant'Antonio, e trovò il tempo di scrivere quei trattati, che contribuirono alla condanna dell'arianesimo da parte del concilio di Costantinopoli del 381 e gli meritarono il titolo di dottore.

Di tutto questo è consapevole don Agostino, perché ha seguito il Servo di Dio, don Giussani, rivivendone il carisma nel percorso educativo che, come si vede in queste pagine, permane valido anche per la generazione attuale di giovani.

Oggi, tra i cattolici, i punti di dissenso – leggi eresie – sono tanti, a cominciare dall'escatologia, parola mai così usata negli ultimi decenni e ridotta alla ricerca spasmodica della felicità terrena dell'individuo: basta sentirsi bene nella condizione in cui ci si trova. Si è abbandonata l'idea che c'è un cammino verso la santità. La felicità eterna, se esiste, ha poca importanza: la felicità è in questa vita e si identifica col vivere bene e la vita buona.

E' questa la speranza cristiana per cui val la pena nascere e vivere? E' vero che Gesù ha promesso a chi lo segue il centuplo quaggiù e l'eternità, ma non secondo la versione di Benigni. Se a chi sta in regola, san Paolo arriva a dire: “d'ora innanzi, chi ha moglie, viva come se non l'avesse” (1 Cor 7,29), si comprende perchè dica, a chi vive nell'irregolarità: “Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!”(1 Cor 6,9-11).

E' parola rivelata che resta per sempre. “Lasciatevi riconciliare con Dio”, ovvero, “convertitevi e credete al Vangelo”, deve diventare l'assillo di ogni cristiano, innanzitutto del prete: abbiamo bisogno di educatori, non di 'preti sociali' o 'di strada' o 'antimafia'. La Chiesa evangelizza per far star bene la gente in questo mondo, nel senso di farla vivere nella verità e guidarla alla salvezza eterna. Conversione e riconciliazione sono necessarie, affinchè il Signore dimentichi i peccati di quanti si convertono (Sap 11,25).

Perciò, don Agostino affronta il rischio educativo senza paura, introducendo i giovani nell’itinerario volto a formare la coscienza e la persona alla verità e alla virtù, alla speranza e alla decisione, a saper evitare il male, il peccato, e a scegliere il bene seguendo Chi vuole il suo bene e appartenendo alla comunione con Cristo, che è la ‘regola’ in cui abita il Mistero.

Dunque, a quanti hanno a cuore il bene dell’uomo, della gioventù, propongo che facciano di questo libro un vademecum per introdurre a Colui che è la Via, la Verità e la Vita.

Nicola Bux

24 Settembre 2021

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