La sua opposizione pubblica alla legge sui
matrimoni omosessuali trova consensi anche tra non cattolici e non credenti.
L'arcivescovo di Parigi alla testa del nuovo corso. L'esperimento della
"minoranza creativa"
di Sandro Magister
Nessuno l'avrebbe scommesso. Ma dopo decenni di invisibilità e di torpore, la Chiesa cattolica francese è tornata vigorosamente sulla scena pubblica.
Minoranza era e minoranza resta, in un paese dove alla messa domenicale va meno del 5 per cento della popolazione e dove i battesimi dei bambini sono sempre più rari.
Ma un conto è arrendersi, un altro essere creativi. Quello di "minoranza creativa" è il futuro che lo stesso papa Joseph Ratzinger ha assegnato al cattolicesimo nelle regioni secolarizzate. La Chiesa di Francia lo sta mettendo alla prova.
La svolta è avvenuta d'un colpo. Un segno premonitore era stato, a metà agosto, la preghiera che l'arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois (nella foto), aveva elevato all'Assunta: "Bambini e giovani cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre". Le polemiche esplosero furiose, in una Francia incamminata a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, con la possibilità di adottare.
Ma fece colpo anche la discesa in campo a difesa dell'arcivescovo del quotidiano "Le Monde", con una nota a firma di un famoso critico letterario convertito al cattolicesimo, Patrick Kechichian. "L'Osservatore Romano" riprodusse l'articolo in prima pagina.
L'impressione era però che tutto si riducesse all'iniziativa del cardinale. E che dietro di lui non marciasse nessuno.
Ma in autunno tutto cambia. Il 7 novembre il matrimonio gay ottiene il placet del consiglio dei ministri. Il cardinale Vingt-Trois protesta col presidente François Hollande, col capo del governo Jean-Marc Ayrault, con la ministro guardasigilli Christiane Taubira, e mette in pubblico quanto ha obiettato a loro in privato.
L'arcivescovo prende in parola quanto le ha detto la ministro, che cioè "la posta in gioco è una riforma di civiltà", e dice che anche lui la pensa così, che proprio di questo si tratta, di un cambiamento radicale della natura dell'uomo, dei sessi, del generare. E quindi non si può correr via su una "sopraffazione" di questa portata, decidendo tutto sul filo di una maggioranza dell'1 o del 2 per cento.
di Sandro Magister
Nessuno l'avrebbe scommesso. Ma dopo decenni di invisibilità e di torpore, la Chiesa cattolica francese è tornata vigorosamente sulla scena pubblica.
Minoranza era e minoranza resta, in un paese dove alla messa domenicale va meno del 5 per cento della popolazione e dove i battesimi dei bambini sono sempre più rari.
Ma un conto è arrendersi, un altro essere creativi. Quello di "minoranza creativa" è il futuro che lo stesso papa Joseph Ratzinger ha assegnato al cattolicesimo nelle regioni secolarizzate. La Chiesa di Francia lo sta mettendo alla prova.
La svolta è avvenuta d'un colpo. Un segno premonitore era stato, a metà agosto, la preghiera che l'arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois (nella foto), aveva elevato all'Assunta: "Bambini e giovani cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre". Le polemiche esplosero furiose, in una Francia incamminata a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, con la possibilità di adottare.
Ma fece colpo anche la discesa in campo a difesa dell'arcivescovo del quotidiano "Le Monde", con una nota a firma di un famoso critico letterario convertito al cattolicesimo, Patrick Kechichian. "L'Osservatore Romano" riprodusse l'articolo in prima pagina.
L'impressione era però che tutto si riducesse all'iniziativa del cardinale. E che dietro di lui non marciasse nessuno.
Ma in autunno tutto cambia. Il 7 novembre il matrimonio gay ottiene il placet del consiglio dei ministri. Il cardinale Vingt-Trois protesta col presidente François Hollande, col capo del governo Jean-Marc Ayrault, con la ministro guardasigilli Christiane Taubira, e mette in pubblico quanto ha obiettato a loro in privato.
L'arcivescovo prende in parola quanto le ha detto la ministro, che cioè "la posta in gioco è una riforma di civiltà", e dice che anche lui la pensa così, che proprio di questo si tratta, di un cambiamento radicale della natura dell'uomo, dei sessi, del generare. E quindi non si può correr via su una "sopraffazione" di questa portata, decidendo tutto sul filo di una maggioranza dell'1 o del 2 per cento.
Card. Andrè Vingt-Troise |
Alla ministro Taubira che gli dice: "Noi non tocchiamo la Bibbia", il cardinale ribatte che nemmeno lui la mette in campo: "È una questione che riguarda l'uomo, e questo basta".
La novità, infatti, è proprio qui. Contro la legge del matrimonio gay si mobilita una resistenza che non è confessionale ma umanistica, di uomini e donne con le più diverse visioni del mondo.
Sabato 17 novembre a Parigi e in una decina di altre città sfilano per le strade centinaia di migliaia di persone. A promuovere i cortei sono tre personaggi inaspettati: la cronista mondana e direttrice di un giornale satirico nota con lo pseudonimo di Frigide Barjot, portavoce del "Collectif pour l'humanité durable", la socialista Laurence Tcheng, dell'associazione "La gauche pour la mariage républicaine", e Xavier Bongibault, ateo e omosessuale, fondatore di "Plus gay sans mariage".
Dei tre, solo la prima è cattolica. Nessuna associazione di Chiesa inalbera i suoi cartelli. I cattolici sono semplicemente mescolati al corteo. Ma la Chiesa ufficiale benedice il tutto. Quella mattina stessa, a Roma, Benedetto XVI ha raccomandato a una quarantina di vescovi di Francia in visita ad limina di "aver a cuore di prestare attenzione ai progetti di legge civile che possono attentare alla tutela del matrimonio tra un uomo e una donna".
Con la Chiesa e contro la "riforma di civiltà" si schiera anche la filosofa femminista Sylviane Agacinski, moglie dell'ex premier socialista (e protestante) Lionel Jospin.
L'arcivescovo di Parigi non è più un generale senza esercito. Anche i vescovi sono con lui. L'hanno eletto presidente della conferenza episcopale, cosa che non era mai avvenuta col suo predecessore Jean-Marie Lustiger, uomo di papa Karol Wojtyla ma sempre lasciato solo.
La Chiesa di Francia era detta la "primogenita della Chiesa". Come minoranza creativa può tornare ad esserlo. Anche se sconfitta nel regno di questo mondo.
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Questa nota è uscita su "L'Espresso" n. 38 del 2012, in edicola dal 7 dicembre, nella pagina d'opinione dal titolo "Settimo cielo" affidata a Sandro Magister.
Ecco l'indice di tutte le precedenti note:
> "L'Espresso" al settimo cielo
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Sulla crisi che ha preceduto l'attuale risveglio della Chiesa di Francia è illuminante la discussione che si aprì nel 2005 sul saggio di Danièle Hervieu-Léger: "Catholicisme, la fin d'un monde", nel quale la celebre sociologa decretava la definitiva estromissione del cattolicesimo francese dalla cultura laica dominante.
A Hervieu-Léger replicò Gianni Ambrosio, all'epoca docente di sociologia della religione alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica di Milano, oggi vescovo di Piacenza. Ambrosio non trascurò di rilevare le colpe della stessa Chiesa francese:
> Cubo contro Cattedrale. La partita perduta della Chiesa di Francia
In quello stesso anno, il 2005, toccava il suo apogeo nella vicina Italia un modello d'azione politica della Chiesa molto diverso, se non opposto, a quello remissivo praticato in Francia dai vescovi. La guida di tale modello era il cardinale Camillo Ruini, in piena intesa con Giovanni Paolo II e poi con Benedetto XVI.
Nel 2004 tale modello d'azione produsse l'approvazione in parlamento, da parte di una larga maggioranza di credenti e non credenti, di una legge sulla fecondazione artificiale che, pur lontana dall'insegnamento morale della Chiesa, ne recepiva elementi essenziali.
L'anno dopo, le forze politiche e culturali laiche ostili a quella legge promossero cinque referendum per abrogarla. Ma riuscirono a portare al voto appena un italiano su quattro, fallendo l'obiettivo. Vinse la Chiesa che aveva chiesto a tutti di non andare a votare.
Questa vicenda italiana segnò un'eccezione nella tendenza in atto in molti paesi a varare leggi antitetiche alla visione cattolica, sui temi cruciali della vita e della famiglia.
Infatti, non è detto che anche alla Chiesa di Francia arrida il successo, nel contrastare oggi il varo di una legge sul matrimonio tra omosessuali e sul loro diritto di adottare dei bambini.
Così come negli Stati Uniti non è detto che prevalga la vigorosa opposizione dei vescovi cattolici a taluni provvedimenti dell'amministrazione Obama o di singoli Stati su queste materie.
Ma va rilevato che il tipo d'impegno messo oggi in atto dai vescovi sia americani che francesi segna in entrambi i casi una svolta rispetto al passato, nell'uno e nell'altro paese.
La nuova strada imboccata dalla Chiesa di Francia sotto la guida dell'arcivescovo di Parigi è stata da lui spiegata con molta efficacia e con dettagli di grande interesse nella conferenza tenuta lo scorso 19 novembre all'Institut Français-Centre Saint Louis di Roma, nei giorni della visita "ad limina" dei vescovi francesi.
Eccone la trascrizione integrale:
> Famille et societè
Quanto a una delle personalità laiche che lottano in Francia a fianco della Chiesa nel contrastare la legge sul matrimonio gay, Sylviane Agacinski, "L'Osservatore Romano" del 26-27 novembre ha dato rilievo a un suo intervento all'ultima Settimana sociale di Francia:
"Particolarmente applaudito il discorso della filosofa Sylviane Agacinski sulle 'metamorfosi delle differenze'. Ella ha fortemente criticato quegli studi di genere che fanno della differenza sessuale una costruzione culturale, e ha ammonito sulle gravi conseguenze che, per esempio, la procreazione per inseminazione in seno a coppie formate da donne potrebbe avere sul bambino. Tali pratiche – ha detto – non solo impongono 'una finzione di concepimento desessualizzato che non è verosimile' ma 'rischiano di imporre il diritto di occultare l’altro sesso nel concepimento di questi bambini e di impedire loro di avere accesso alla propria reale origine'. Bambini che 'non sono rappresentati politicamente ma dei quali si devono difendere i diritti'".
Hanno espresso la loro netta contrarietà alla legge sul matrimonio omosessuale il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, e il presidente del consiglio francese del culto musulmano, Mohammed Moussaoui.
E da Mosca, in una lettera all'arcivescovo di Parigi, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa russa, ha apprezzato che i francesi "non siano rimasti indifferenti a un’iniziativa delle autorità inaccettabile per i cristiani":
"Con la presente lettera vorrei esprimere la mia solidarietà e il mio sostegno alla vostra posizione coerente e senza compromessi, che mette in evidenza il punto di vista veramente cristiano su questo problema".
Un recente sondaggio dell’istituto demoscopico Bva ha rilevato nel 2012 un'inversione di tendenza nell'opinione pubblica francese. Mentre dal 2000 al 2011 la quota dei favorevoli al matrimonio gay è stata costantemente in crescita, dal 48 al 63 per cento, quest'anno i favorevoli sono scesi al 58 per cento. E sono scesi di sei punti anche i favorevoli alle adozioni da parte di coppie gay, dal 56 per cento del 2011 al 50 per cento del 2012.
Sullo sfondo del conflitto tra la Chiesa cattolica e la presidenza Hollande sul matrimonio omosessuale, la minaccia di requisire alloggi di proprietà dell'arcidiocesi di Parigi per ospitare dei senzatetto lanciata il 3 dicembre su "le Parisien" dalla ministro dell'uguaglianza dei territori Cécile Duflot ha avuto l'effetto di un boomerang.
Contro le parole della ministro sono arrivate critiche da ogni parte, in una Francia in cui l'alloggio dei derelitti è praticamente sinonimo dell'attività della Chiesa e l'abbé Pierre è un monumento nazionale.
Mentre questa è l'audizione che il cardinale Vingt-Trois ha tenuto il 29 novembre davanti alla commissione parlamentare che si occupa del progetto di legge sul matrimonio omosessuale:
> "Mesdames et Messieurs les Députés..."
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Su un altro segno di novità nella Chiesa di Francia, tra il clero:
> Padre Michel-Marie, una tonaca nella Marsiglia profonda
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