lunedì 17 dicembre 2012

LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA DUE


Il Partito Democratico ha scoperto che esiste una Germania speculare a quella per cui aveva tifato, più di un anno fa, quando Berlusconi era sotto il tiro dell’artiglieria tedesca. Erano i tempi in cui i progressisti s’accigliavano se qualcuno osava avanzare dubbi sulla politica di Berlino e la naturale tendenza egemonica che pretendeva di cambiare i governi degli altri Paesi.

Il tempo è galantuomo e le parti si sono rovesciate: alla cancelliera Angela Merkel va molto a genio un esecutivo guidato da Monti. Altro che Bersani a Palazzo Chigi e la concertazione europea in nome di una superiorità antropologica di cui la sinistra italiana si sente portatrice insana. Così il Pd ha spento la gioiosa macchina dell’elogio dei panzer per accendere il tritatutto delle ingerenze di Berlino.

Cari amici democratici, mi stupisco del vostro stupore, ma non della faccia tosta: la politica internazionale a senso unico - cioè quella che fa comodo a voi - non esiste se non nel vostro cinico disegno che non fa mai coincidere l’interesse nazionale con quello del partito. Dovevate immaginare che soffiare sul fuoco della «sovranità limitata» prima o poi avrebbe prodotto una reazione uguale e contraria.

Com’è capitato in passato, in prossimità del traguardo ai postcomunisti succede l’Imprevisto: nel 1994 fu Berlusconi a segare la quercia di Occhetto, vent’anni dopo sarà Monti a rallentare la corsa del Pd. E tutto ciò accade non perché i tedeschi vogliono invadere l’Italia, ma perché non si fidano della coppia Bersani-Vendola, la cui politica economica è un oggetto misterioso che vaga nel cielo di un’Europa in cerca di stabilità.

 È curioso anche vedere che gli opposti si toccano: la destra granitica e la sinistra barbuda oggi si ritrovano unite nel dipingere un complotto berlinese che non esiste. Cercano di coprire il proprio deficit di cultura politica e capacità di governo. Eppure le cose sono semplici: il Ppe ha preso atto che la stagione del berlusconismo è finita e Monti è la figura giusta per scrivere un’altra storia italiana. A Bruxelles non hanno lasciato fallire la Grecia, figuriamoci se possono permettersi di avere il terzo debito pubblico del mondo gestito dagli altermondisti vendoliani e dai fiommizzati della Cgil.

di Mario Sechi da Il Tempo 16 dic 2012
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