DALL’
OMELIA NEL "TE DEUM" DI FINE ANNO
Venerdì
31 dicembre 2000, ore 18.00, Basilica di San Petronio
(...) Un po’ più di saggezza di quanto l’umanità non abbia dimostrato in questi decenni, in particolare per quel che si riferisce alle norme fondamentali di comportamento, alla salvaguardia dell’istituto familiare, all’educazione delle nuove generazioni e in genere al rispetto della retta ragione. Ed è, questo, un auspicio accorato perché - come ha lasciato scritto Bonhoeffer prima di essere ucciso da miserabili che credevano di essere superuomini - "contro la stupidità siamo senza difesa".
E un po’ più di pietà, dopo tutto il sangue inutilmente versato nel Novecento, dopo le vite innocenti legalmente sacrificate sull’altare dell’egoismo, dopo gli spaventosi genocidi perpetrati dalle diverse ideologie anticristiane e quindi antiumane. Nessuna epoca della storia - quando la storia non sia infiorata di bugie - può essere giudicata più crudele, più oppressiva, più cruenta del secolo ventesimo; di quel secolo che pure era iniziato proponendo con laicistico candore la religione del progresso e il mito di una felicità terrestre universale.
La nostra attesa fiduciosa perciò è che le innegabili conquiste della scienza e della tecnica, nonché la più ampia diffusione del benessere economico e sociale, non vengano più attuate a spese di ciò che nella natura e nella dignità dell’uomo è essenziale e primario.
Che cosa augureremo poi a quanti nel battesimo sono stati consacrati al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo? Prima di tutto di riscoprire sul serio Gesù di Nazaret per quello che è: l’unigenito eterno di Dio, che nel grembo di Maria è diventato per sempre nostro fratello; il Signore della storia e dei cuori, che è il centro e il senso dell’unica nostra vita; la sola speranza vera e non deludente, in un mondo che di speranze vere e non deludenti non è in grado di offrirne a nessuno. E poiché è l’unico Salvatore di tutti, a tutti deve essere da noi annunciato e testimoniato con la franchezza del nostro dire e la coerenza del nostro operare.
Il secondo augurio che ci facciamo è di renderci conto della nostra fortuna di appartenere alla Chiesa Cattolica, la quale è il capolavoro di Dio: una realtà che riesce a essere santa e senza macchia pur essendo composta da noi peccatori. Essere membra vive del Corpo di Cristo deve tornare a costituire la ragione della nostra gioia più intensa e della nostra più motivata fierezza(...)
Nessun commento:
Posta un commento