E’ un romanziere
milanese Giorgio Ponte, omosessuale, e attento al dibattito sulle unioni
civili. Per lui il Ddl Cirinnà non deve proprio passare, “già oggi il
cosiddetto affido in prova è di fatto una prassi per qualsiasi bambino resti
senza genitori” e non è d’accordo “sul fatto che dire che due uomini non
possono crescere un bambino sia omofobo”. Attraverso IntelligoNews fa anche un appello agli omosessuali perché vadano al Family Day: “Facciano
sentire la loro voce”.
La piazza del Family Day è contro gli omosessuali?
“Oggi qualsiasi cosa non rispetti la dottrina gay è omofoba. Quindi dire
che non sono d’accordo sul fatto che due uomini possano crescere un bambino è
omofobo. Ma in realtà è ben altro. Dire che non sono d’accordo con una
scelta non vuol dire che io odi o non riconosca la dignità di persona umana di
chi quella scelta la compie.
Questa manifestazione non è contro gli
omosessuali, per questo è
importante che gli omosessuali che ci saranno, e ce ne saranno tanti, in
qualche modo facciano sentire la loro voce. La nostra presenza smonta questo
pregiudizio. Qua non si discute sulle scelte personali di nessuno. Si può
andare a letto con chi si vuole, comprare casa con chi si vuole, condividere la
vita con chi si vuole, persino amare chi si vuole, e questo già lo si può fare.
Ma da qui a volere ribaltare l’essenza
della persona umana riducendola al suo desiderio, e arrivando a dire che due
uomini o due donne sono nella sostanza intercambiabili e atti a concepire,
questo è un altro discorso.
La manifestazione non è contro gli
omosessuali, ma in difesa della famiglia
naturale, fatta da uomo e donna che portano avanti la vita insieme. Ci sono
molti modi di dare la vita in senso lato, ma uno solo è peculiare dell’unione
di maschile e femminile. La generatività e la fecondità per chi ha tendenze
omosessuali, così come per chi è single d’altra parte, non può manifestarsi in
una genitorialità intesa come quella propria e peculiare della famiglia. Noi
siamo chiamati a dare la vita come padri e madri sempre, per coloro che abbiamo
attorno a noi. Mentre un bambino per crescere bene, ha bisogno di avere
garantite dallo Stato almeno le condizioni minime cui ha diritto e che sono
evidenti poiché inscritte nel suo concepimento: che possa conoscere le sue
radici e che sia cresciuto da un padre e da una madre”.
Perchè la stepchild o
l’affido rafforzato o l’adozione in prova non possono essere accettati neanche
dai gay?
“Molte persone dicono che le unioni
civili vanno bene, ma non le adozioni. Ma i politici in primis sanno che se
viene approvata una legge a metà, oggi c’è una sentenza della Corte Europea che
stabilisce che se gli Stati membri decidono di concedere un riconoscimento
legale alle unioni tra persone dello stesso sesso devono garantire tutti gli
stessi diritti del matrimonio. Perciò qualsiasi legge a metà, a prescindere da quale sia la gradazione di
questa via di mezzo, nel momento in cui venisse approvata sarebbe impugnabile
davanti alla Corte Europea e a quel punto lo Stato sarebbe costretto a
trasformare quella legge in un matrimonio gay a tutti gli effetti, con anche la
possibilità di procreare. Attraverso i metodi artificiali che ben conosciamo.
Per questo oggi non si può approvare
nessun disegno di legge orientato in tal senso, nemmeno parzialmente: chi sta
guidando questa battaglia per i presunti diritti lo sa, mira a quell’obiettivo
e adesso ha le carte in Europa per arrivarci. In questo senso i compromessi che
si stanno proponendo sono tutti dei camuffamenti. Già con la stepchild adoption. Il
punto è: se io ho un figlio dal mio precedente matrimonio, questo figlio ha già
una madre quindi non c’è bisogno che il mio compagno lo adotti. Nel caso in cui
la madre fosse morta, già oggi il giudice stabilisce l’affidatario del bambino
in base a chi ha avuto la maggiore continuità affettiva. Dunque già oggi il
cosiddetto affido in prova è di fatto una prassi e non serve una legge
apposita. Ciò significa che la legge
riguarda nella sostanza solo i casi di figli nati da inseminazione artificiale
o utero in affitto, dove uno dei genitori biologici (e entrambi) non sono
presenti. E questo tipo di pratica non può essere appoggiata da una legge dello
Stato”. (....)
fonte: Intelligo news
http://costanzamiriano.com/2016/01/23/giorgio-ponte-scrittore-omosessuale-saro-al-family-day/ponte/
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