domenica 24 gennaio 2016

GIORGIO PONTE: “SARÒ AL FAMILY DAY”

 di Marata Moriconi  per Intelligo news
E’ un romanziere milanese Giorgio Ponte, omosessuale, e attento al dibattito sulle unioni civili. Per lui il Ddl Cirinnà non deve proprio passare, “già oggi il cosiddetto affido in prova è di fatto una prassi per qualsiasi bambino resti senza genitori” e non è d’accordo “sul fatto che dire che due uomini non possono crescere un bambino sia omofobo”. Attraverso IntelligoNews fa anche un appello agli omosessuali perché vadano al Family Day: “Facciano sentire la loro voce”.


( ...........) dall'intervista
La piazza del Family Day è contro gli omosessuali?

Oggi qualsiasi cosa non rispetti la dottrina gay è omofoba. Quindi dire che non sono d’accordo sul fatto che due uomini possano crescere un bambino è omofobo. Ma in realtà è ben altro. Dire che non sono d’accordo con una scelta non vuol dire che io odi o non riconosca la dignità di persona umana di chi quella scelta la compie.
Questa manifestazione non è contro gli omosessuali, per questo è importante che gli omosessuali che ci saranno, e ce ne saranno tanti, in qualche modo facciano sentire la loro voce. La nostra presenza smonta questo pregiudizio. Qua non si discute sulle scelte personali di nessuno. Si può andare a letto con chi si vuole, comprare casa con chi si vuole, condividere la vita con chi si vuole, persino amare chi si vuole, e questo già lo si può fare. Ma da qui a volere ribaltare l’essenza della persona umana riducendola al suo desiderio, e arrivando a dire che due uomini o due donne sono nella sostanza intercambiabili e atti a concepire, questo è un altro discorso.
 La manifestazione non è contro gli omosessuali, ma in difesa della famiglia naturale, fatta da uomo e donna che portano avanti la vita insieme. Ci sono molti modi di dare la vita in senso lato, ma uno solo è peculiare dell’unione di maschile e femminile. La generatività e la fecondità per chi ha tendenze omosessuali, così come per chi è single d’altra parte, non può manifestarsi in una genitorialità intesa come quella propria e peculiare della famiglia. Noi siamo chiamati a dare la vita come padri e madri sempre, per coloro che abbiamo attorno a noi. Mentre un bambino per crescere bene, ha bisogno di avere garantite dallo Stato almeno le condizioni minime cui ha diritto e che sono evidenti poiché inscritte nel suo concepimento: che possa conoscere le sue radici e che sia cresciuto da un padre e da una madre”.

Perchè la stepchild o l’affido rafforzato o l’adozione in prova non possono essere accettati neanche dai gay?

“Molte persone dicono che le unioni civili vanno bene, ma non le adozioni. Ma i politici in primis sanno che se viene approvata una legge a metà, oggi c’è una sentenza della Corte Europea che stabilisce che se gli Stati membri decidono di concedere un riconoscimento legale alle unioni tra persone dello stesso sesso devono garantire tutti gli stessi diritti del matrimonio. Perciò qualsiasi legge a metà, a prescindere da quale sia la gradazione di questa via di mezzo, nel momento in cui venisse approvata sarebbe impugnabile davanti alla Corte Europea e a quel punto lo Stato sarebbe costretto a trasformare quella legge in un matrimonio gay a tutti gli effetti, con anche la possibilità di procreare. Attraverso i metodi artificiali che ben conosciamo.
Per questo oggi non si può approvare nessun disegno di legge orientato in tal senso, nemmeno parzialmente: chi sta guidando questa battaglia per i presunti diritti lo sa, mira a quell’obiettivo e adesso ha le carte in Europa per arrivarci. In questo senso i compromessi che si stanno proponendo sono tutti dei camuffamenti. Già con la stepchild adoption. Il punto è: se io ho un figlio dal mio precedente matrimonio, questo figlio ha già una madre quindi non c’è bisogno che il mio compagno lo adotti. Nel caso in cui la madre fosse morta, già oggi il giudice stabilisce l’affidatario del bambino in base a chi ha avuto la maggiore continuità affettiva. Dunque già oggi il cosiddetto affido in prova è di fatto una prassi e non serve una legge apposita. Ciò significa che la legge riguarda nella sostanza solo i casi di figli nati da inseminazione artificiale o utero in affitto, dove uno dei genitori biologici (e entrambi) non sono presenti. E questo tipo di pratica non può essere appoggiata da una legge dello Stato”. (....) 

 fonte: Intelligo news
http://costanzamiriano.com/2016/01/23/giorgio-ponte-scrittore-omosessuale-saro-al-family-day/ponte/

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