Bazoli (Pd) ci spiega
i dubbi da sinistra sul ddl Cirinnà, in particolare sulle nozze omosessuali
Fonte ilfoglio | 19 Gennaio 2016
Roma. “L’ipocrisia c’è. Sarebbe stata meglio
una limpida battaglia sul matrimonio da estendere agli omosessuali, una contesa
chiara, fuori e dentro il Parlamento, senza arabeschi, più giusta nei confronti
dell’opinione pubblica e forse anche più coraggiosa, onesta. Dunque un po’
d’ipocrisia c’è nella legge sulle unioni civili. Ma è involontaria”, dice
attenuando, ricorrendo al tono segreto della sommissione, “eppure c’è”, ripete
Alfredo Bazoli, bresciano, quarantasette anni, deputato del Pd dal cognome
altisonante – democristiano “cristiano e cattolico”. E Bazoli occupa una
posizione speciale nel Pd che si divide, e un po’ s’incarta, intorno al
dibattito sulle unioni civili: è il primo firmatario di un manifesto di
parlamentari cattolici molto critici con la legge e fa anche parte di quel
gruppo di cinque senatori e cinque deputati del Pd incaricato di tirare fuori
il partito e la maggioranza dal pasticcio d’obiezioni costituzionali (e dalla
selva di insidie politiche) sollevate con silente cautela dal Quirinale, da
Sergio Mattarella, e con piglio d’altri tempi, tempi ruiniani, anche dal
presidente della Cei Angelo Bagnasco. “Se ci trovassimo a discutere una
modifica della Costituzione, e dunque l’estensione del matrimonio agli
omosessuali io sarei certamente contrario, mi opporrei e starei con il fronte
del no”, dice Bazoli. “Ma contemporaneamente forse sarei più contento, perché
le cose sarebbero lontane dai pasticci legislativi che invece in questo momento
la legge, per come è formulata, adombra. E tutto il dibattito sarebbe anche
depurato dal fondato sospetto che la
legge sulle unioni civili sia un tentativo incostituzionale d’introdurre
surrettiziamente i matrimoni omossesuali”.
La piccola bicamerale
del Pd sulle unioni civili, di cui Bazoli fa parte, si riunisce domani, e da lì
verrà fuori, non più tardi di venerdì prossimo, un compromesso, un emendamento
risolutivo – così dicono – un nuovo testo di fatto benedetto dal governo. “Dobbiamo
eliminare dalla legge tutti quei massicci rimandi alle norme del codice civile
che definiscono il matrimonio”, spiega Bazoli. “Le unioni civili dovranno essere, in tutto e per tutto, un nuovo e
autonomo istituto giuridico ben distinto dal matrimonio che, come stabilisce la
Costituzione, è riservato alle coppie eterosessuali.
Inoltre stiamo
cercando di modificare quella parte della legge che riguarda la cosiddetta
‘step child adoption’, cioè la possibilità di adottare i figli della compagna o
del compagno. Io sono per lo stralcio
della norma, ma credo si possa trovare il modo di mantenerla inserendo
ulteriori vincoli e restrizioni in materia di adozione che allontanino, per
esempio, l’eventualità che questa legge possa incentivare la pratica della maternità
surrogata. Lavoriamo per queste modifiche, convinti
che le unioni omosessuali meritino di essere disciplinate e di avere un
riconoscimento pubblico”.
Bazoli non andrà al
family day, dove invece andrà Beppe Fioroni, suo collega del Pd, anche lui
firmatario del manifesto dei cattolici. “Non partecipai al family day del 2007,
non credo sia opportuno che io partecipi nemmeno stavolta”, dice Bazoli. “Penso che le manifestazioni di piazza, per
quanto possano essere animate da principi che condivido, non aiutino il
legislatore. Il compito della politica è ricomporre i contrasti. Non
alimentarli. Su questi temi c’è molta emotività, c’è una grande
polarizzazione di giudizi e pregiudizi, una
scarsa attitudine al confronto, anche, forse soprattutto, da parte dei non
cattolici”. E’ per questo che Matteo Renzi si tiene distante, e ha persino
cancellato sine die la direzione del partito che avrebbe dovuto discuterne? Si
tiene lontano dalle grane? “Renzi fa bene come fa. Non sfugge. Sa che si tratta
di materia delicata, e non vuole entrarci a piedi uniti, con brutalità. Guardi, la gran parte dei firmatari del
manifesto dei cattolici democratici ha firmato con lo spirito di evitare
estremismi e radicalizzazioni nel dibattito. Devo dire che questo stesso
spirito invece non lo riconosco nelle parole della relatrice, la collega
Cirinnà, che continua a ripetere: il testo non si tocca”.
Vi siete mossi
dopo le parole di Bagnasco. “Ci siamo mossi in totale autonomia, glielo
assicuro”. Ma davvero si può individuare un istituto giuridico che riguarda
solo gli omosessuali e non tutti gli altri cittadini? “Gli altri hanno il
matrimonio”. Alcuni costituzionalisti sospettano che possa saltare tutto per
aria al primo ricorso: perché il diritto alla pensione di reversibilità vale
per le coppie omosessuali (non sposate) e non per le coppie eterosessuali (non
sposate)? Resta l’impressione che per non discutere di matrimonio omosessuale
si stia comunque facendo un pasticcio. “Sarebbe stato tutto più chiaro, questo
lo ammetto”.
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