CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
(OMISSIS)
IV. COMPORTAMENTI DEI POLITICI CATTOLICI
NEI CONFRONTI DI LEGISLAZIONI
FAVOREVOLI ALLE UNIONI OMOSESSUALI
NEI CONFRONTI DI LEGISLAZIONI
FAVOREVOLI ALLE UNIONI OMOSESSUALI
10. Se tutti
i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni
omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della
responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli
alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche.
Nel caso in
cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di
legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il
parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e
pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere
il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene
comune della società è un atto gravemente immorale.
Nel caso in
cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle
unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e
rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza
della verità. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo
genere, egli, richiamandosi alle indicazioni espresse nell'Enciclica Evangelium vitae, « potrebbe
lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di
una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e
della moralità pubblica », a condizione che sia « chiara e a tutti nota » la
sua « personale assoluta opposizione » a leggi siffatte e che sia evitato il
pericolo di scandalo.(18) Ciò non significa che in questa materia una
legge più restrittiva possa essere considerata come una legge giusta o almeno
accettabile; bensì si tratta piuttosto del tentativo legittimo e doveroso di
procedere all'abrogazione almeno parziale di una legge ingiusta quando
l'abrogazione totale non è possibile per il momento.
CONCLUSIONE
11. La
Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in
nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al
riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le
leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base
della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le
unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non
soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un
modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che
appartengono al patrimonio comune dell'umanità. La Chiesa non può non difendere
tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società.
Il Sommo
Pontefice Giovanni Paolo II, nell'Udienza concessa il 28 marzo 2003 al
sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato le presenti Considerazioni,
decise nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la
pubblicazione.
Roma, dalla
sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 3 giugno 2003, Memoria
dei Santi Carlo Lwanga e Compagni, Martiri.
Joseph Card. Ratzinger
Prefetto
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http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20030731_homosexual-unions_it.html
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