Mai arrendersi, mai disperare
ELISABETTA
II
Oggi vi parlo alla stessa ora in cui lo
fece mio padre, esattamente 75 anni fa. Il suo messaggio allora era un saluto
agli uomini e alle donne che, in patria e all'estero, avevano sacrificato tanto
nel perseguire quella che giustamente definì una "grande liberazione".
La guerra fu una guerra totale,
colpì tutti e nessuno fu immune dal suo impatto. Né gli uomini e le
donne chiamati a servire; né le famiglie separate l'una dall'altra;
né le persone che chiesero di avere una funzione o un'attività per
sostenere lo sforzo bellico: tutti hanno avuto un ruolo da svolgere.
All'inizio, la prospettiva era sembrata
desolante, la fine lontana, il risultato incerto. Ma abbiamo continuato a
credere che la causa fosse giusta - e questa convinzione, come ha notato mio
padre nel suo discorso, ci ha fatto andare avanti. Non mollare mai, mai
disperare: quello era il messaggio del Giorno della Vittoria.
Ricordo nitidamente le scene esultanti
alle quali mia sorella e io abbiamo assistito con i nostri genitori e Winston
Churchill dal balcone di Buckingham Palace. Il senso di gioia nelle folle che
si radunavano fuori e in tutto il paese era profondo, anche se mentre
celebravamo la vittoria in Europa, sapevamo che ci sarebbero stati ulteriori
sacrifici. Fu solo ad agosto che i combattimenti in Estremo Oriente cessarono e
la guerra finì finalmente. Molte persone hanno lasciato la vita in quel
terribile conflitto. Hanno combattuto per poter vivere in pace, in patria e
all'estero. Sono morti per poter vivere come persone libere in un mondo di
nazioni libere. Hanno rischiato tutto per far sì che le nostre famiglie e
le nostre case potessero essere al sicuro. Dovremmo ricordarli e li
ricorderemo.
Mentre rifletto ora sulle parole di mio
padre e sulle gioiose celebrazioni che alcuni di noi hanno vissuto in prima
persona, sono grata per la forza e il coraggio mostrati dal Regno Unito, dal
Commonwealth e da tutti i nostri alleati. La generazione di guerra sapeva che
il modo migliore per onorare coloro che non erano tornati, era assicurarsi che
non accadesse di nuovo. Il più grande tributo al loro sacrificio
è che i paesi che una volta erano nemici giurati ora sono amici, lavorando
fianco a fianco per la pace, la salute e la prosperità di tutti noi.
Oggi può sembrare difficile non poter
celebrare questo anniversario speciale come vorremmo. Invece lo ricordiamo
dalle nostre case e affacciandosi alle nostre porte.
Ma le nostre strade non
sono vuote; sono piene dell'amore e della cura che abbiamo l'uno per l'altro. E
quando guardo il nostro paese oggi e vedo cosa siamo disposti a fare per
proteggerci e sostenerci a vicenda, dico con orgoglio che siamo ancora una
nazione che quei coraggiosi soldati, marinai e aviatori riconoscerebbero e
ammirerebbero.
Mando i miei più calorosi auguri a tutti voi.
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