L’incipit fondamentale è stato l’impeto missionario, il desiderio di annunciare al mondo Gesù Cristo il tutto tenendo conto del luogo ove il Signore ci aveva messi: Rimini.
di Marco Ferrini
Manifesto del primo Meeting 1980 Titolo LA PACE E I DIRITTI DELL'UOMO |
Insomma gente amica che
sa per che cosa vive, che ha un ideale insieme. Quindi una origine
chiara, un “prima di noi” che abbiamo
incontrato e che riconosciamo senza aggiungere nulla.
È
semplice riconoscere una evidenza che si impone: non occorre una intelligenza
particolare ma un cuore. Ma non è facile: richiede il coinvolgimento della nostra
libertà.
Una origine chiara e uno scopo altrettanto chiaro: la gloria umana di Cristo. La storia e l’origine del Meeting è una documentazione evidente di tutto ciò.
Nasce infatti come idea
da un gruppo di amici nell’estate del 1979 (5 agosto) intorno al Centro
Culturale il Portico del Vasaio. Allora e per anni ne sono stato il Presidente
e, con Milano, Rimini è stato tra i primi nel Movimento a promuovere una azione
missionaria attraverso la cultura, addirittura le prime iniziative sono della
fine del 1978.
Bene, in quella estate si svolgevano iniziative e tra queste una serie di piccoli concerti nella città per incontrare gente, iniziare rapporti a partire da interessi particolari con l’intenzione di proporre quello che ognuno di noi aveva incontrato. La grande novità della nostra vita: Gesù Cristo attraverso il carisma di don Giussani. Era come dire: se questo incontro ha cambiato la mia vita, se questo incontro è stato (ed è) vero per noi ed è stata (ed è) la risposta adeguata al nostro desiderio di verità, di bellezza, di significato della vita ALLORA non poteva e non può non esserlo per gli altri, per il mondo intero (cioè tutti quelli che incontriamo che entrano in rapporto con noi). Proprio vero, il cristianesimo o passa attraverso noi (la nostra pochezza, il nostro limite, la nostra povertà, la nostra incoerenza) o altrimenti non passa.
“Aveva intuito – non solo con la mente ma con il cuore – che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, è la risposta a tutti gli interrogativi umani, è la realizzazione di ogni desiderio di felicità, di bene, di amore, di eternità presente nel cuore umano.” (Papa Francesco 15.10.2022)
Quel 5 agosto avevamo organizzato un concerto di chitarra classica in una piazzetta del Borgo San Giuliano a Rimini e dopo aver smontato il palco, raccolto le sedie quindi sistemato il tutto siamo andati in una vicina pizzeria e lì abbiamo messo in discussione criticamente il nostro lavoro culturale, abbiamo tentato un giudizio. Una volta tanto non siamo stati autoreferenziali non ce la siamo cantata. Chi c’era ? Alver Metalli giornalista (Il sabato, Trenta Giorni, poi in RAI e in America Latina da oltre 30 anni e vive nelle Villa Miserias a Buones Aires), Paolo Biondi giornalista (Reuters), Geo Lisi creativo poi assessore alla Cultura a Rimini quindi Eurodeputato, Antonio Smurro avvocato poi Presidente del Meeting fino al 1993, Paolo Gessaroli, Mimmo Pirozzi e il sottoscritto.
Quanto è attuale l’origine del Meeting ? E penso all’incontro del 15 ottobre con il Santo Padre
“ sono tempi di rinnovamento e rilancio missionario alla luce dell’attuale momento ecclesiale”, “vi invito a rifuggire da ogni ripiegamento su voi stessi, dalla paura e dalla stanchezza spirituale, che ti porta alla pigrizia spirituale. Vi incoraggio a trovare i modi e i linguaggi adatti perché il carisma che don Giussani vi ha consegnato raggiunga nuove persone e nuovi ambienti perché sappia parlare al mondo di oggi….Ci sono tanti uomini e tante donne che non hanno ancora fatto quell’incontro con il Signore che ha cambiato e reso bella la vostra vita.”“Arda nei vostri cuori questa santa inquietudine profetica e missionaria. Non rimanete fermi.”
Ecco
da quella estate del 1979 venne l’idea del Meeting. Dove l’incipit fondamentale
è stato l’impeto missionario, il desiderio di annunciare al mondo Gesù
Cristo il tutto tenendo conto del luogo
ove il Signore ci aveva messi: Rimini. Un luogo con una vocazione
internazionale (la Spiaggia d’Europa) crocevia di popoli e culture. Camisasca
nella Storia del Movimento dice: “Quel gruppo di amici avvertiva la
responsabilità di dire qualcosa alle centinaia di migliaia di persone che
trascorrevano le vacanze a Rimini durante l’estate. Amavano conoscere, avevano
il gusto della bellezza e il desiderio di trasmettere tutto ciò ad altri, noti
e sconosciuti”.
Tra
l’altro Rimini dopo la crisi del ’68 aveva visto il fiorire di iniziative con
gli amici milanesi della Jaca Book e del Movimento Popolare e non solo. Nasceva
una libreria, il centro culturale, convegni nazionale sulla scuola, feste
popolari (Il barbaro, MP ed altro).
Ecco, in questo contesto e con questo
desiderio del cuore di un manipolo di uomini che nasce il Meeting per
l’amicizia fra i popoli la cui prima edizione fu l’anno seguente l’estate del
1980.
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La
prima cosa che balzò evidente fu quella che da soli non era possibile e che
questa idea non poteva avere una storia e quindi uno sviluppo, non tanto dal
punto di vista organizzativo ed economico, quanto piuttosto dal punto di vista
culturale. Quindi della concezione propria del gesto, quindi della sua
originalità (attaccata ad una origine)
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I
primi viaggi a Roma e a Milano furono costruiti nell’intento di dare un corpo,
un volto, una consistenza con lo scopo di
radicare quest’opera nell’appartenenza ad un popolo ad una storia. Proprio
da questa appartenenza è nato un criterio, un giudizio e uno sguardo sulla
realtà intera che ci ha reso nel tempo sempre più baldanzosi. Anzi quanto più
passa il tempo cresce questa baldanza che dura anche oggi. In questa
prospettiva don Giancarlo Ugolini, prete della Comunità di Rimini, ha modo di
accennare l’ipotesi del Meeting a don
Giussani, la cosa gli piace e gli dice: “Sì, vale la pena provare, poi
vediamo. Se qualcosa non funziona correggiamo l’idea, ma vale la pena”. Nessuno
poi poteva immaginare che quella iniziativa sarà destinata a diventare una
delle manifestazioni culturali più importanti e partecipati a livello
internazionale.
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La sua origine appare a
Giussani come un esempio della responsabilità
di adulti che da anni indica come strada del futuro. È lui stesso a
parlarne durante un incontro di sacerdoti a Bologna, il 1 dicembre 1980. Sono
passati tre mesi dalla conclusione del primo Meeting. Nel corso del raduno,
interviene don Giancarlo Ugolini per raccontarne la nascita. Mentre lo ascolta
don Giussani annota su un foglio alcune parole.
Al termine fissa in poche frasi quelli che, secondo lui, sono la genesi e scopo del Meeting: “Io vorrei facessimo emergere i fattori determinanti il volto adulto di questo fenomeno che ha dato origine alla più grossa manifestazione che abbiamo fatto in trent’anni: il Meeting di Rimini. Più grande, non appena quantitativamente, ma anche da punto di vista dell’incidenza pubblica.”
Giussani ne elenca tre:
· si
tratta di gente ”appassionata alla vita del movimento. Cosa vuol dire
appassionata alla vita ? Un adulto non può non essere appassionato a una vita,
altrimenti o è vecchio, oppure è un bambino. L’adulto è serio nella vita: la
serietà nella vita è la passione per il significato. L’adulto è una persona per
cui il movimento è veicolo, o luogo di incontro, con il significato del proprio
esistere, della propria persona.”
· in
secondo luogo, sono “amici tra loro
per delle circostanze che l’hanno permesso. Allora, una passione per la vita
che renda capaci di amicizia. E l’amicizia è affrontare “insieme” i bisogni.”
Per Giussani le persone che hanno dato vita al Meeting presentano un accento
particolare che rivela la maturità. Questo è dato dal fatto che, “vivendo in
una determinata situazione (la Rimini estiva), hanno notato l’assoluta, totale
mancanza di presenza dei cristiani. Quanti anni è che Rimini è centro balneare
di quel tipo? È bellissimo e tragico che della gente si sia domandata a un
certo punto, improvvisamente o finalmente: “Non esiste presenza cristiana qua
dentro””.
· in terzo luogo, “l’ideale della vita che hanno dentro, reso organico dall’amicizia e perciò reso coraggioso dall’amicizia, si impegna, cambia. Non esiste vera percezione ideale se non diventa energia di cambiamento, cioè affezione, energia di mobilitazione del tempo, e dello spazio, della realtà, in funzione dell’ideale. Quindi, si sono mossi per realizzare questa presenza”.
Marco Ferrini
Intervento
tenuto AD Ascoli Piceno il 17 dicembre 2022, nell’ambito degli eventi per il
centenario della nascita di Don Luigi Giussani.
APPUNTI NON RIVISTI DALL'AUTORE
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