sabato 24 dicembre 2022

LO "SPIRITO GENTIL" DI DON GIUSSANI

Da “LA FAVORITA” DI GAETANO DONIZETTI, QUARTO ATTO

LUCIANO PAVAROTTI


Spirto gentil de' sogni miei
Brillasti un dì ma ti perdei
Fuggi dal cor, mentita speme
Larve d'amor, larve d'amor, fuggite insieme
Larve d'amor

A te d'accanto, del genitore
Scordavo il pianto, la patria, il ciel
Donna sleal! In tanto amore
Segnasti il core d'onta mortal
Ahimè! Ahimè

Spirto gentil de' sogni miei
Brillasti un dì ma ti perdei
Fuggi dal cor, mentita speme
Larve d'amor, larve d'amor, fuggite insieme
Larve d'amor

Fuggite insieme, larve d'amor
Fuggite insiem, fuggite insieme
Perché tradirmi, donna sleale?
Ah, fuggite insieme, larve d'amor

  

Sin da bambino don Giussani ebbe il dono di essere guidato all’ascolto della musica, e imparò a riconoscere nella musica una via privilegiata di percezione della bellezza, capace di suscitare e tenere vivo in lui il desiderio della «Bellezza infinita». Questo dono si rinnovò negli anni del seminario; lui stesso lo ricorda in un brano che il lettore ritroverà nel capitolo dedicato al Cd di arie d’opera Spirto gentil: 

«Ero in seminario e frequentavo la prima liceo classico: durante la lezione di canto, per il primo quarto d’ora, il professore era solito spiegare storia della musica facendoci ascoltare alcuni dischi. Quel giorno il disco a 78 giri incominciò a girare, e d’improvviso il canto di un tenore allora famosissimo ruppe il silenzio della classe. Con una voce potente e piena di vibrazioni Tito Schipa incominciò a cantare un’aria del quarto atto de La Favorita di Donizetti:

“Spirto gentil, ne’ sogni miei, brillasti un dì, ma ti perdei. Fuggi dal cor mentita speme, larve d’amor fuggite insieme”. [...]

Al vibrare della primissima nota io ho intuito, con struggimento, che quello che si chiama “Dio” – vale a dire il Destino inevitabile per cui un uomo nasce – è il termine dell’esigenza di felicità, è quella felicità di cui il cuore è insopprimibile esigenza. [...] In quel preciso istante della mia vita, per la prima volta io capii che Dio c’era, e quindi che non poteva esserci niente, se non c’era il significato; che non poteva esserci il cuore, se non c’era il traguardo del cuore: la felicità. [...] Il successivo sviluppo della mia coscienza religiosa è stato tutto influenzato da quell’esperienza»

Dall’introduzione di Sandro Chierici al libro “SPIRTO GENTIL” Bur saggi 2011


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