… A questo proposito sono interessanti le riflessioni di Piero Ostellino in
un suo libro di qualche anno fa, Lo Stato canaglia, edito da
Rizzoli, sulla cosiddetta casta dei politici e quindi sul best-seller che ha
avuto tanto successo, La Casta, di Sergio Rizzo e Antonio Stella.
Attenzione, scrive Ostellino, non credete che il problema si risolve
semplicemente “sostituendo alla testa dello Stato i disonesti con gli
onesti”. L’economista del Corriere della sera ribadisce che “la casta
non è, al contrario di quanto sostenga la vulgata popolare e contrabbandino
moralisti e analisti incolti o in totale malafede, una classe politica
disonesta o anche solo incapace. No. La casta è, al contrario, lo Stato
stesso; Stato ipertrofico, invasivo; Stato della spesa pubblica e delle tasse
elevate; Stato razionalmente consapevole del proprio ruolo e determinato a
imporlo”. In sostanza per Ostellino, è lo “Stato canaglia”
che, attraverso i rappresentanti del popolo al governo, quale ne sia il colore,
utilizza l’eccesso di potere di cui dispone per estorcere quanta più ricchezza
può al popolo”. Per poi distribuirla alla classe politica di governo e
degli enti locali, agli alti dirigenti della pubblica amministrazione, alle
varie corporazioni, nonché sotto forma di assistenzialismo, cioè a quella fetta
di popolazione della quale vuole garantirsi il consenso.
Ed è veramente originale quello che Ostellino pensa del libro di Rizzo e
Stella, definendolo“la Bibbia del qualunquismo e del populismo militanti”,
in pratica un’arma contundente da brandire sempre e comunque contro la politica
“sporca”, certamente è alimento dell’antipolitica. Anche se il libro ha offerto
un’infinità di esempi di sprechi, inefficienze, privilegi, offrendo un ottimo
servizio di documentazione, fin qui tutto bene, ma non ha fatto l’ulteriore
passo avanti. Non ha detto “quale sia il ‘nessocasuale’, il
rapporto fra causa - la natura dello stato e la cultura della sua classe
dirigente - ed effetto (gli sprechi, le inefficienze, i privilegi)”. Purtroppo
per Ostellinoil libro La Casta ha una propensione allo scandalismo fine a se
stesso, una specie di sindrome autoritaria del giustizialismo
dipietrista in politica.
DOMENICO BONVEGNA
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