OBAMA HA VINTO LE
ELEZIONI PRESIDENZIALI.
Il New York Times ha titolato “Un’America divisa sceglie
Obama”. Lo slittamento a destra iniziato con le elezioni di medio termine non
ha consentito alla “Right Nation” di vincere.
In questo quadro, quale è stata la posizione della Chiesa
Cattolica?
Gia Benedetto XVI nel gennaio di quest’anno, ricevendo i
vescovi degli Stati Uniti a Roma aveva messo all’ordine del giorno il tema
della Libertà Religiosa dicendo: “(…) è fondamentale
che l'intera comunità cattolica negli Stati Uniti riesca a comprendere le gravi
minacce alla testimonianza morale pubblica della Chiesa che presenta un
secolarismo radicale, che trova sempre più espressione nelle sfere politiche e
culturali. La gravità di tali minacce deve essere compresa con chiarezza a ogni
livello della vita ecclesiale. Particolarmente preoccupanti sono certi
tentativi fatti per limitare la libertà più apprezzata in America, la libertà
di religione. Molti di voi hanno sottolineato che sono stati compiuti sforzi
concertati per negare il diritto di obiezione di coscienza degli individui e
delle istituzioni cattolici per quanto riguarda la cooperazione a pratiche
intrinsecamente cattive. Altri mi hanno parlato di una preoccupante tendenza a ridurre la libertà di religione a una mera
libertà di culto, senza garanzie per il rispetto della libertà di coscienza.(…)..
Circa un mese fa a New York, il
cardinale Dolan, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti,
presenti Obama e Romney alla tradizionale cena di beneficenza della Alfred E. Smith Foundation, ha tenuto un breve discorso nel quale ha
riconosciuto elementi
positivi in entrambi i candidati (tanto che, spiega, “bisogna stare sempre dalla parte
dei più deboli,come i
bambini nascituri -Romney
si dice alleato dei cattolici
perché difende la vita-, e come i poveri senza
assicurazione sanitaria -Obama punta di
più sui temi sociali)”. Ma alla conclusione ha affondato a sorpresa il coltello difendendo
la libertà di religione offesa dalla riforma sanitaria di Obama, quella riforma
che “obbliga i datori di lavoro a includere contraccezione, sterilizzazione e
medicine che possono causare l’aborto nelle polizze di sicurezza che devono
obbligatoriamente pagare ai loro dipendenti”. Parole dure che pur scuotendo i presenti, hanno provocato un lungo applauso.
A poche
ore dalle elezioni americane la Conferenza episcopale statunitense prende a
tutti gli effetti la sua posizione. I vescovi affermano che Obama ha
trasformato la libertà di religione (citata nel primo emenndamento della
Costituzione) in libertà di culto, senza garanzie per la coscienza, così come
aveva detto Benedetto XVI. In tutte le
chiese cattoliche d’America domenica 4 novembre è stato letto un messaggio dei
Vescovi, riportato nel nuovissimo sito internet della Conferenza Episcopale www.firstamericanfreedom.com
Politicians Should Protect Our Faith, Not Rewrite It.
Così titola il
manifesto che continua: “Negli Stati Unit la libertà religiosa è gravemente
minacciata”. E ancora “Recentemente il dipartimento della Salute e dei Servizi
umani ha varato una legge che impone a tutti i datori di lavoro (con poche e
limitate eccezioni per quanto concerne gli istituti religiosi) di offrire ai
propri dipendenti piani assicurativi privati che includano anche la
sterilizzazione, la contraccezione e la distribuzione di farmaci abortivi”.
Il messaggio è
chiaro ed è diretto dai vescovi a “chiunque vincerà le elezioni”. Chiunque avrà
la meglio dovrà risolvere questo temibile attacco alla libertà di coscienza.
Che ci
siano divisioni fra l’elettorato cattolico è fuori di dubbio. Ma il punto è un
altro: per i cattolici conta di più la
difesa della vita che Romney promette di non disattendere oppure le aperture
sociali già dimostrate da Obama? I vescovi è da tempo che hanno fatto la loro
scelta. “E’ importante che i
cattolici quando votano si accertino di non sostenere mali intrinseci come
l’aborto, che è male in tutte le circostanze”, ha detto recentemente
l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput.
E proprio
per prevenire eventuale critiche che potrebbero sostenere un disinteresse dei
Vescovi per le opere di Carità l’inizio del manifesto dei Vescovi proclama:
“Come cattolici noi siamo chiamati a
vivere la nostra fede ogni giorno, non solo la domenica. Noi serviamo i poveri
e i bisognosi, proteggiamo la vita ad ogni livello, accogliamo gli immigrati e lottiamo
per la giustizia sociale. Il nostro impegno deriva direttamente dalla nostra
fede; le due cose non possono essere separate. Queste sono questioni di
coscienza e di principio, non soggette a negoziazioni o a compromessi politici.” Leggi
qui la sintesi del documento:
In un altro documento organico con molti esempi (Religious Liberty Under Attack—Concrete Examples ) i Vescovi rivolgendosi
ai cattolici e gli americani invitano a “stare in
guardia, perché la libertà religiosa è
sotto attacco, sia in patria sia all’estero
leggi qui
Il confronto è appena iniziato, ma la battaglia dei
cattolici americani è la battaglia comune di ogni cattolico.
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