Il cardinale
Francis George, 75 anni, arcivescovo di Chicago e penultimo presidente della
conferenza episcopale degli Stati Uniti, era tra i designati a partecipare al
sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, concluso lo scorso 28 ottobre.Ma
non vi ha preso parte perché sofferente di nuovo per un tumore, come già alcuni
anni fa.Che cosa avrebbe detto nell’aula del sinodo, se presente? L’ultima
delle “column” che egli scrive ogni settimana sul giornale della sua
arcidiocesi, il “Catholic New World”, sembra proprio rispondere a questa
domanda.
L’APOLOGO
DEI QUATTRO VESCOVI
di Francis
George
[...]
L’attuale campagna politica ha portato allo scoperto nella nostra vita pubblica
il sentimento antireligioso, in gran parte esplicitamente anticattolico, che
sta crescendo da decenni nel nostro paese. La secolarizzazione della nostra
cultura è un problema ben più ampio delle cause politiche o dei risultati della
presente campagna elettorale, per quanto importante sia.
Parlando
alcuni anni fa a un gruppo di preti, senza alcun riferimento all’attuale
dibattito politico, ho cercato di esprimere in un modo fin troppo drammatico
ciò a cui può portare una completa secolarizzazione della nostra società. Stavo
rispondendo a una domanda e non ho mai trascritto ciò che dissi, ma le mie
parole furono catturate dallo smart phone di qualcuno e ora circolano su
Wikipedia e in altri angoli del mondo della comunicazione elettronica. Sono
citato (correttamente) mentre dicevo che prevedevo per me di morire in un
letto, per il mio successore di morire in prigione, e per il suo successore di
morire come martire sulla pubblica piazza. Ma le citazioni omettono la frase
finale che aggiunsi a proposito dell’altro vescovo che sarebbe succeduto al
vescovo pensato come martire: “Il suo successore raccoglierà i detriti di una
società in rovina e pian piano aiuterà a ricostruire una civiltà, come la
Chiesa ha fatto tante volte nel corso della storia umana”. Ciò che dissi non è
“profetico” ma è un modo per aiutare la gente a pensare al di là delle
categorie usuali, che limitano e talvolta avvelenano il discorso sia privato che
pubblico. [...]
L’inno non
ufficiale del secolarismo, oggi, è “Imagine” di John Lennon, in cui siamo
incoraggiati a immaginare un mondo senza religioni. Ma noi non dobbiamo
immaginarlo un simile mondo; il XX secolo ci ha dato esempi terribili di tali
mondi.
Invece di un
mondo che vive in pace perché è senza religioni, perché non immaginare un mondo
senza Stati nazione? [...] La più grande minaccia alla pace del mondo e alla
giustizia internazionale è lo Stato nazione divenuto maligno, che pretende un
potere assoluto, che prende decisioni e fabbrica “leggi” che esorbitano dalle
sue competenze. [...]
Un mondo che
si è allontanato da quel Dio che l’ha creato e redento corre inevitabilmente
verso la rovina. È dalla parte sbagliata dell’unica storia che alla fine conta.
Il sinodo sulla nuova evangelizzazione si è tenuto a Roma questo ottobre
proprio perché intere società, specialmente in Occidente, si sono messe dalla
parte sbagliata della storia. [...]
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