Non è la politica, che non ci
appassiona.
Non è la squadra annunciata a gran
velocità, con la superquota rosa di sette donne contro cinque uomini: le
rivendicazioni femministe ci scaldano anche meno della politica.
E’ la speranza di veder sparire i
Bersani, le Rosi Bindi, i D’Alema, le Camusso, e con loro le buone cose di
pessimo gusto che finora hanno imperato, e che meriterebbero un redivivo Guido
Gozzano.
E’ la speranza di veder sparire, o almeno cadere in disgrazia, questi uomini evoluti, con una chiara visione darwiniana dell’universo, e una solida cultura democratica, questi buoni a nulla, ma capaci di tutto, che ci hanno avvelenato la vita per vent’anni, questi rivoluzionari che volevano fare le barricate con i mobili degli altri, questi anti italiani che prima hanno sperato nella vittoria di Stalin e poi in quella di Obama, che si sentono autorizzati a giudicare e condannare senza contraddittorio perché non avrebbe senso, a loro parere, ascoltare chi ha torto, che vivono all’insegna di una «doppia morale» educati da Palmiro Togliatti, cattivi maestri che obbediscono alla «legge ferrea della disonestà intellettuale» e che pontificano dalle pagine della stampa radical chic per giustificare, «contestualizzandole», le imprese dei loro allievi: i contestatori, i rivoluzionari, i terroristi in abbigliamento all’ultima moda.
E’ per questa speranza che
mormoriamo sottovoce “forza Renzi”.
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