DIALOGO FRA ENZO PICCININI E DON GIUSSANI
Racconta Piccinini: «A Forlì salgo in macchina con don Giussani, dovevo andare a
fare un’assemblea per il movimento a Bologna e lui mi dice: “Allora come va a
Bologna? Cosa devo venire a fare, a dire?”. Beh, a Bologna va bene, stiamo pure
crescendo, siamo sempre di più, però… “Però cosa?”. Però sono pochi quelli veramente amici.» Allora Giussani
continuando a leggere il giornale dice: «Cos’è che hai detto?!» e Piccinini
risponde: «Ho detto che mi preoccupa che il nostro problema a Bologna è che
sono pochi quelli veramente amici!».
Giussani incalza: «E che problema è?» e
Piccinini, un po’ incredulo, ribatte: «Come che problema è? Non dobbiamo
diventare tutti amici nel movimento?! Tu hai sempre detto che dobbiamo
diventare tutti amici!».
Giussani allora risponde: «Tu non hai capito niente!
Veramente tu sei un ex brigatista che vuole imporre d’autorità anche
l’amicizia, ma sei matto?!
Io ho sempre detto tre cose: che tra noi
la comunione è un dono di Cristo che ci
mette assieme e ci lega con la fede e col sacramento.
La comunità o la compagnia è un compito che dobbiamo costruire noi
dando la vita.
L’amicizia, infine, è una
grazia molto rara in una comunità cristiana.
Capita ogni tanto a qualcuno,
e se la godono pure! Le amicizie di una comunità, le amicizie belle, piacevoli,
le simpatie, le preferenze ecco, le preferenze, sono molto rare in una
comunità, sono quasi impossibili. Enzo, pensaci,
come si diventa amici?» e Piccinini risponde: «Per una preferenza»
e Giussani: «Appunto! Come per la moglie, c’è quella che preferisci! Hai un po’
di amici perché tu preferisci loro e loro preferiscono te. Quando finisce la
preferenza te vai via. Tu perché stai nella comunità a Bologna, li
preferisci?». «No, no! Non li sopporto! E loro mi odiano, mi ammazzerebbero!!».
«E allora perché state insieme?». «Il Signore mi ha chiamato qui, lavoro
all’ospedale Sant’Orsola, mi sono stati dati!». «Ma tu li preferisci?». «No».
«E chi li preferisce?». «Ah, è Cristo che li preferisce, è Lui che me li dà!».
«Appunto! In una comunità
non ci si entra per una preferenza, ma si entra per una preferenza di Cristo,
che tocca il cuore a te, lo tocca a lei e ti mette con gente che tu non hai
scelto! Che tu non preferisci! E quindi che ti stanno fondamentalmente
antipatici. La loro stessa presenza ti ferisce perché tu non li hai scelti e
loro non hanno scelto te, quindi è impossibile che siate amici. Siete in comunione perché c’è Cristo risorto
presente. Alla comunità dovete dare la vita, è il compito dare la vita, il
compito è fare il movimento. Che poi su mille persone, cinque o sei diventino
pure amici è una grazia che Dio fa a loro, che se la godono a servizio di
tutti. Ma guai a te se pretendi che tutti siano amici in comunità!».
Enzo rimane interdetto per circa mezzo minuto e Giussani
entra a gamba tesa e gli dice: «E poi ti aggiungo un’altra cosa: che la pedagogia di CL è un’autentica pedagogia
cristiana, non favorisce le amicizie. Io
non ho come scopo che la gente della comunità vada d’accordo, ho come scopo che
ognuno vada d’accordo con se stesso, col proprio cuore e con Cristo, non con
gli altri».
Io non dirò mai: «Carletto cerca di essere un bravo
ciellino, un bravo prete, o peggio un bravo prete di CL. Sii te stesso! Stacci
col tuo carattere! Facci vedere che cosa Dio ti ha messo dentro quando s’è
inventato uno scomposto come te! Facci
vedere chi sei tu, perché Dio t’ha fatto diverso da tutti gli altri. Io
tiro su delle personalità molto caratterizzate, che hanno il gusto di dire “Io
son fatto così, m’ha fatto Dio e che ci posso fare? Non ho bisogno di cambiare
per stara qua!”».
"Voglio dei luoghi in cui ognuno possa dire: «Io son fatto
così e son contento di come Dio m’ha fatto!» Ti tiro su personalità spigolose, tendenzialmente conflittuali con gli
altri, che costringono tutti i giorni a dire: «Ma chi me l’ha fatto fare?!
Ma perché io sto con te?» E quando ci dicono che noi ciellini
litighiamo con tutti, dico: «Benissimo, anche tra di noi!» Perché io non ho
come scopo che siate amici, ma che ognuno sia se stesso. Preferisco un alto
tasso di conflittualità, ma che si respiri aria pura. Quindi la moglie
spigolosa è una fortuna!"
Questo testo è fuorviate, e lo stesso soggetto che racconta ha chiesto di non farlo circolare, perché si tratta di un racconto consapevolmente “esagerato” perché fosse efficace nel contesto in cui è stato fatto, ma è di nessun valore documentale. Non è corretto quindi attribuire certe espressioni a don Giussani o a Enzo Piccinini.
RispondiEliminaScusate poi la franchezza, ma pubblicare un testo senza neppure poter citare il chi, il dove e il quando è molto imprudente, se non dannoso, tenuto conto che sia per don Giussani che per Enzo Piccinini sono iniziati l'iter della Causa di canonizzazione.
Massimo Vincenzi - Fondazione Enzo Piccinini